Dopo 14 mesi di attesa il reddito di libertà diventa accessibile: con la circolare del 5 marzo l'INPS illustra come funziona la misura di sostegno economico, i requisiti per ottenere i 500 euro e le istruzioni sulla domanda

Il reddito di libertà torna accessibile: l’assegno di 500 euro mensili per 12 mesi sarà riconosciuto in via prioritaria alle donne vittime di violenza che sono rimaste in attesa dagli anni scorsi, dopo il 18 aprile potranno richiederlo tutte le altre.
A partire dallo stanziamento dei fondi con la Legge di Bilancio dello scorso anno, 30 milioni per il triennio 2024-2026, l’attesa è durata 14 mesi e si conclude con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo per distribuire le risorse tra le Regioni.
A confermare il passaggio all’operatività è anche la circolare diffusa dall’INPS nel pomeriggio del 5 marzo 2025 per illustrare nel dettaglio come funziona il reddito di libertà, con quali requisiti si può ottenere il sostegno economico e quali sono le procedure da seguire per presentare domanda.
Reddito di libertà 2025: che cos’è e come funziona
Questa misura di sostegno dedicata specificamente alle donne vittime di violenza di genere è stato introdotto dall’articolo 105 bis del Decreto Rilancio in piena emergenza Covid.
Il reddito di libertà è un contributo economico a coloro che si trovano in condizioni di povertà legata a uno stato di bisogno straordinario o urgente seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali.
Nonostante il nome ambizioso, la misura ha diversi limiti:
- a dispetto del carattere di urgenza, sottolineato dalla stessa norma, il percorso di distribuzione dei fondi stanziati del rifinanziamento è stato lentissimo;
- le stesse risorse stanziate (compreso il milione di euro aggiunto con l’ultima Manovra) sono esigue rispetto alle esigenze e bastano a soddisfare meno di 1.850 richieste, se si considera l’assegno di 500 euro per 12 mesi;
- gli importi mensili dovrebbero assicurare l’autonomia abitativa e personale e favorire il percorso scolastico e formativo di figli o figlie, ma non sono sufficienti in assenza di altre entrare, soprattutto nelle città più care come Roma o Milano.
Al netto delle criticità, l’indipendenza economica resta cruciale nel percorso di fuoriuscita dalla violenza e il reddito di libertà, nonostante i punti di debolezza, rappresenta uno strumento per favorirla.
Reddito di libertà 2025: chi può richiederlo? I requisiti
La misura di sostegno può essere richiesta dalle donne vittime di violenza che si trovano nelle seguenti condizioni:
- essere seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali;
- essere cittadine italiane, comunitarie o di uno Stato extracomunitario, in possesso di una delle carte di soggiorno per familiari extracomunitari di cittadini dell’Unione europea, di regolare permesso di soggiorno UE (o anche solo della ricevuta di richiesta o cedolino) o del permesso per protezione speciale.
“Ai fini del beneficio in oggetto, alle cittadine italiane sono equiparate le straniere aventi lo status di rifugiate politiche o lo status di protezione sussidiaria”, chiarisce l’INPS nella circolare numero 54 del 5 marzo.
Per procedere con la domanda, inoltre, è necessario che il centro antiviolenza attesti il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso e il servizio sociale professionale di riferimento certifichi lo stato di bisogno legato alla situazione straordinaria o urgente.
Reddito di libertà 2025: come presentare domanda? Le istruzioni INPS
La domanda per ottenere il reddito di libertà viene presentata dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, rivolgendosi al Comune di riferimento.
Per procedere sarà necessario compilare il modulo “SR208”, denominato “Domanda Reddito di Libertà”. In fase di domanda è possibile scegliere anche le modalità per ricevere il pagamento, ad esempio tramite accredito sul conto corrente.
Saranno gli enti territoriali a rilasciare una ricevuta alle donne che richiedono il sostegno economico e a inoltrare la richiesta all’INPS così da inserire l’istanza nella graduatoria regionale.
La tempestività è fondamentale vista la scarsità dei fondi e la procedura di accoglimento in base all’ordine cronologico di presentazione delle richieste.
Domanda reddito di libertà 2025: prima scadenza 18 aprile
E proprio sui tempi è necessario fare una precisazione:
- dal 5 marzo al 18 aprile 2025 il canale di accesso al reddito di libertà è stato riaperto esclusivamente per le donne che avevano già presentato domanda ma non hanno ricevuto il sostegno economico per mancanza di fondi;
- successivamente tutte le altre donne vittime di violenza in condizione di richiedere l’aiuto potranno rivolgersi ai Comuni e inoltrare la richiesta.
Gli operatori potranno, quindi, trasmettere nuovamente le istanze presentate fino al 31 dicembre 2024 e rimaste in stand by.
Come previsto dal decreto attuativo, la priorità di accesso ai nuovi fondi del reddito di libertà è riservata alle donne che avevano richiesto un supporto negli anni scorsi.
Se, però, la loro condizione nel frattempo è cambiata, la misura potrebbe risultare inaccessibile: i Comuni, scrive l’INPS, sono chiamati a verificare l’attuale sussistenza dei requisiti prima di inoltrare nuovamente la richiesta.
In sintesi, regole morbide e tempi lunghi per chi eroga gli aiuti, requisiti rigidi per chi li richiede.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Come funziona il reddito di libertà 2025? Dai requisiti alla domande, le istruzioni INPS