Chi sono i beneficiari del reddito di cittadinanza? Questo è uno dei principali argomenti trattati dall'Anpal nel ventiduesimo Rapporto sul mercato del lavoro del CNEL pubblicato il 12 gennaio 2021.
I beneficiari del reddito di cittadinanza sotto la lente di ingrandimento dell’Anpal.
Nel Rapporto sul mercato del lavoro del CNEL, pubblicato il 12 gennaio 2021, l’Anpal fornisce un ritratto approfondito di chi sono i percettori del reddito di cittadinanza.
Sono passati appena due anni dall’introduzione della misura e dai dati riportati dal Rapporto, aggiornati al 1° settembre 2020, risulta che sono in 1.220.734 ad aver presentato domanda per il reddito di cittadinanza, e di questi 1.025.124 sono stati ammessi a sottoscrivere il patto per il lavoro.
È su quest’ultima la platea di soggetti che l’Agenzia ha speso particolare attenzione, in quanto cartina di tornasole dell’efficacia della misura.
Almeno nella sua funzione annunciata, infatti, il reddito di cittadinanza non deve tradurre in un mero sostegno al reddito per chi si trova momentaneamente in difficoltà, ma ha l’obiettivo di migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, di aumentare l’occupazione e di contrastare la povertà.
Tra l’altro, il Rapporto del CNEL, seppur privilegiando una logica prettamente descrittiva e evitando qualsiasi commento sul merito, non ha potuto negare lo shock generale dovuto allo stato di emergenza nazionale e delle misure di contenimento del Covid-19.
Chi sono i beneficiari del reddito di cittadinanza? L’identikit dell’Anpal nel Rapporto CNEL 2021
L’Anpal, come anticipato, nel Rapporto del CNEL si sofferma in maniera approfondita sui beneficiari del reddito di cittadinanza.
Nel dettaglio, un focus particolare riguarda il campione di individui che ha ottenuto il reddito di cittadinanza ed ha sottoscritto il patto per il lavoro, in un’ottica di reinserimento nel mercato del lavoro.
L’approfondimento è contenuto alle pagine 131-147 del Rapporto CNEL sul mercato del lavoro, pubblicato il 12 gennaio 2021 sul portale Anpal.
- ANPAL - ventiduesimo Rapporto CNEL del 12 gennaio su mercato del lavoro- Reddito di cittadinanza
- ANPAL - ventiduesimo Rapporto CNEL del 12 gennaio su mercato del lavoro - Reddito di cittadinanza
L’Agenzia ricorda che il riconoscimento del reddito è vincolato alla sottoscrizione del cosiddetto patto per il lavoro (PPL) che implica il rispetto di alcuni requisiti, quali:
- l’immediata disponibilità al lavoro;
- il compimento della maggiore età;
- la non iscrizione ad un regolare corso di studi;
- l’accettazione di proposte di lavoro congrue;
- l’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale.
Ebbene, dopo circa 18 mesi dall’introduzione del reddito di cittadinanza, gli individui che hanno presentato domanda per sottoscrivere il patto risultano essere 1.220.734 e, di questi,195.610 sono stati esclusi perché non in possesso dei requisiti richiesti.
Ne discende, quindi, che al 1° settembre 2020, gli individui tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro sono 1.025.124 e di questi solo 401.668 lo hanno effettivamente firmato: si tratta del 39,2% di tutti i richiedenti ammessi al beneficio.
L’identikit dei beneficiari del reddito di cittadinanza che hanno sottoscritto il Patto per il Lavoro
A questo punto l’Anpal ha individuato la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza che effettivamente possono essere inseriti nel mercato del lavoro, platea che, evidentemente, risulta comprendere una percentuale molto ridotta sul totale delle domande.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei percettori del reddito e firmatari del patto, sono le regioni del Sud Italia ad essere maggiormente coinvolte (68,4%) con particolare concentrazione in Sicilia (19,9%) e Campania (25,3%) che, da sole, comprendono il 66% dei beneficiari del Mezzogiorno e il 45,2 % di quelli nazionali.
Con riferimento ai dati legati al genere, invece, le donne sono le più presenti, seppur di poco, in tutta Italia con il 52,3% di media nazionale.
Viceversa, i dati che appaiono particolarmente significativi sono quelli relativi all’età e, in seconda battuta, alla cittadinanza.
Al Sud e nelle Isole, infatti, più della metà dei beneficiari ha meno di 40 anni, mentre al Nord e Centro l’età media si alza sensibilmente, dove la maggioranza ha superato i 40 anni arrivando a punte significative di ultrasessantenni nelle regioni del Nord Ovest e del Nord Est (oltre il 10 %).
Gli stranieri, ovviamente con residenza in Italia (diversamente non rientrerebbero nei requisiti) hanno un’incidenza minima sul totale: sono poco meno di 143mila, per un’incidenza complessiva del 13,9% (4% per comunitari e 9,9% per i non comunitari).
L’analisi dell’esperienza lavorativa pregressa di beneficiari del reddito di cittadinanza
Dall’approfondimento dell’Anpal, tra l’altro, sono reperibili anche informazioni relative alle esperienze lavorative pregresse dei beneficiari, dato che in un’ottica di ricollocazione è particolarmente rilevante.
Queste informazioni, sono state rintracciate nell’archivio delle Comunicazioni Obbligatorie che raccoglie tutte le comunicazioni che i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti a trasmettere al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che a sua volta rende le informazioni disponibili a INAIL, INPS, Ispettorato Nazionale del Lavoro, Prefetture e ad altri enti per le attività di rispettiva competenza.
Attraverso la lettura dello storico delle comunicazioni, infatti, è stato possibile ricostruire la partecipazione al lavoro, le caratteristiche dei lavori svolti e la permanenza o meno nell’occupazione dipendente o in parasubordinazione dei beneficiari tenuti alla stipula di un patto per il lavoro.
Ecco quindi che oltre un terzo degli individui non risulta essere mai stato occupato: in 370mila, alla luce delle informazioni a disposizione, si affacciano per la prima volta ad un percorso di inserimento lavorativo privi di ogni esperienza nell’ambito.
Condizione questa che si riscontra specialmente al Sud e nelle isole con percentuali di beneficiari nuovi al lavoro del, rispettivamente, 39,2% e 41,6%.
Sono significativi altresì alle risultanze sulla distanza tra la data domanda del reddito di cittadinanza e l’ultima occupazione svolta: quasi il 10% dei beneficiari non lavora, sulla carta, da almeno 5 anni, e un altro 5,7% ha lasciato l’ultima occupazione dai 3 ai 4 anni prima di richiedere il RdC.
Anche qui le percentuali crescono spostandosi dalle regioni del Nord Italia a quelle del Sud, raggiungendo picchi elevati nell’Italia insulare dove, complessivamente, i beneficiari che hanno terminato l’ultima esperienza lavorativa da almeno 3 anni oltrepassano il 19%.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Reddito di cittadinanza, chi sono i beneficiari? L’identikit dell’Anpal