Gli studenti extra UE ammessi in Italia con un permesso di soggiorno per motivi di studio possono lavorare solamente part-time, svolgendo un massimo di venti ore a settimana e 1040 l'anno. La precisazione arriva dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro con la nota prot. n. 1074/2022 in seguito alla domanda relativa agli studenti stranieri che vogliono lavorare per mantenersi durante il percorso di studio.
Studenti extra UE, con il permesso di soggiorno per lo studio possono lavorare in Italia solamente part-time nel limite di 20 ore a settimana e 1040 l’anno.
Questa la precisazione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro tramite la nota prot. n. 1074 del 24 maggio 2022.
In particolare vengono sciolti i dubbi sulla possibilità per gli studenti stranieri di lavorare per mantenersi durante gli studi e redistribuire la quantità di ore lavorate settimanalmente, pur restando nel limite annuale. Ad esempio concentrare i periodi lavorativi durante l’estate o i periodi invernali, quando i corsi universitari generalmente sono sospesi.
La disciplina consente allo studente di mantenersi durante gli studi ma senza far prevalere l’attività lavorativa su quella didattica e formativa. In caso contrario è necessario richiedere un permesso di soggiorno per motivi di lavoro.
Studenti extra UE: con il permesso di soggiorno per lo studio massimo 20 ore settimanali di lavoro
La nota protocollare n. 1074 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro fornisce una precisazione in relazione agli studenti di Paesi fuori dall’Unione Europea che intendono svolgere attività lavorativa per mantenersi durante gli studi.
Gli studenti stranieri che arrivano in Italia con un permesso di soggiorno per motivi di studio possono lavorare solamente con contratti part-time che prevedono lo svolgimento di 20 ore a settimana per un totale di 1040 ore annuali. Questa è la normativa di riferimento prevista dal comma 4 dell’articolo 14 del DPR n. 394/1999.
La risposta dell’INL arriva in seguito ad una domanda pervenuta all’Ispettorato.
In particolare, si chiede se lo studente straniero, arrivato in Italia con permesso di soggiorno per lo studio, possa modulare lo svolgimento dell’attività lavorativa e superare il limite delle 20 ore settimanali solo per determinato periodo di tempo, nel rispetto del limite massimo delle 1040 ore annuali.
Ad esempio, la possibilità di concentrare le ore di lavoro in estate oppure nei periodi invernali quando i corsi universitari e didattici sono generalmente sospesi.
Questo però non è possibile, in quanto il permesso di soggiorno per motivi di studio non consente di lavorare per un periodo superiore alle 20 ore settimanali, le quali non possono essere rimodulate.
Studenti extra UE: non è possibile rimodulare il totale di ore settimanali lavorate
L’Ispettorato Nazionale del Lavoro nella nota prot. n. 1074/2022 chiarisce la questione dopo aver acquisito anche il parere del Ministero del Lavoro.
Gli studenti extra UE che, entrati in Italia con il permesso di soggiorno per motivi di studio, intendono lavorare per mantenersi durante gli studi, possono farlo nel rispetto della normativa vigente.
Di conseguenza possono lavorare esclusivamente con un contratto part-time che preveda un massimo di 20 ore settimanali e un totale di 1040 ore annuali.
La disciplina di riferimento (DPR n. 394/1999), infatti, consente agli studenti stranieri di lavorare per mantenersi durante il percorso di studi, ma entro i limiti previsti.
Questo perché l’attività lavorativa non può prevalere su quella didattica e formativa, che tra l’altro è la ragione dell’ingresso e della permanenza nel Paese.
“Per tale motivo è consentito, con il permesso di soggiorno di cui si tratta, soltanto lo svolgimento di un’attività lavorativa part-time con limiti temporali ben definiti senza che siano quindi conformi alla normativa in questione contratti che prevedano, pur restando al di sotto del limite annuale delle 1.040 ore, un’articolazione oraria settimanale superiore alle 20 ore.”
Si tratta di una norma che non consente un’interpretazione estensiva, in quanto di natura diversa dai provvedimenti che regolano gli ingressi con permesso di soggiorno per motivi di lavoro, proprio perché favorisce lo studio e non l’attività lavorativa.
Non è possibile, quindi, per gli studenti stranieri rimodulare la quantità di ore di lavoro settimanali anche restando nei limiti annuali.
L’Ispettorato precisa che, nel caso in cui il titolare del permesso di soggiorno per motivi di studio intenda superare i limiti di ore previsti, questo dovrà presentare la richiesta per convertirlo in un permesso per motivi di lavoro.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Permesso di soggiorno per motivi di studio: massimo 20 ore settimanali di lavoro per gli studenti extra UE