Quasi la metà delle partite IVA in regime forfettario: il “valore” della tassazione piatta in costante crescita

Rosy D’Elia - Imposte

Quasi la metà delle partite IVA in Italia applica il regime forfettario: la tassazione piatta si applica a un reddito imponibile di 25,2 miliardi di euro. Sono questi i dati forniti dal Ministero dell'Economia e delle Finanze sulle dichiarazioni relativa al 2021. Ma alla luce delle ultime novità approvate sono destinati a crescere

Quasi la metà delle partite IVA in regime forfettario: il “valore” della tassazione piatta in costante crescita

Sono 1,7 milioni le partite IVA che in Italia applicano il regime forfettario, quasi la metà del totale. Il dato, in costante crescita negli ultimi anni, fa riferimento alle dichiarazioni presentate nel 2022 ed è destinato ad aumentare ancora con le ultime novità approvate.

La tassazione piatta, pari al 5 o al 15 per cento, si applica a un reddito complessivo di 25,2 miliardi di euro.

Le cifre arrivano dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con il comunicato stampa pubblicato il 25 maggio 2023: ma uno sguardo al passato è utile soprattutto per guardare ai potenziali sviluppi futuri.

Quasi la metà delle partite IVA in regime forfettario: imposta sostitutiva su 25,2 miliardi di reddito

Il regime forfettario è una delle forme di tassazione piatta attualmente in vigore in Italia: le partite IVA che rispettano determinati requisiti, primo fra tutti il limite di ricavi e compensi che da quest’anno è passato da 65.000 a 85.000 euro, hanno la possibilità di applicare un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, delle addizionali regionali e comunali e dell’IRAP pari al 15 per cento. L’aliquota scende al 5 per i primi cinque anni di attività.

Hanno scelto il regime forfettario, più favorevole dell’ordinario e semplificato anche dal punto di vista contabile, quasi la metà dei 3,7 milioni di partite IVA che lo scorso anno hanno presentato la dichiarazione per l’anno d’imposta 2021.

15.601 euro è la media del reddito imponibile registrato e il valore dell’imposta versata è pari a 3 miliardi, 700 milioni in più rispetto all’anno precedente.

Il trend di crescita, che emerge dai dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze pubblicato il 25 maggio 2023, si conferma anno dopo anno: se si fa un passo indietro di tre anni, l’aumento è costante.

Partite IVA in regime forfettario: il valore della tassazione piatta è destinato a crescere

Ed è proprio sui dati delle dichiarazioni presentate nel 2020 e relative all’anno d’imposta 2019 che vale la pena soffermarsi.

Con l’introduzione del nuovo regime forfettario, che prevedeva la possibilità di applicarlo fino al lmite unico di 65.000 euro di ricavi o compensi, il numero di partite IVA nel perimetro dell’imposta sostitutiva era cresciuto di 707.000 unità su un totale di circa 1,5 milioni di contribuenti che beneficiavano della flat tax.

Sul progressivo incremento degli ultimi tre anni presi in esame si attende in futuro un ulteriore e importante balzo in avanti: le ultime novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2023 che è intervenuta proprio sul limite di ricavi e compensi da 65.000 a 85.000 euro daranno una spinta simile, in proporzione, a quella avuta con la revisione del 2019.

Destinato a crescere dunque, il numero di partite IVA che applicano la tassazione piatta ma anche il valore medio del reddito imponibile a cui si applica l’imposta sostitutiva del 15 o del 5 per cento.

Nel primo trimestre 2023, sebbene rispetto allo scorso anno le nuove aperture siano in calo, la maggioranza delle nuove partite IVA (il 54,4 per cento) ha varcato la soglia del regime forfettario in vigore con una soglia più generosa rispetto al passato.

Nell’economia complessiva del binomio partite IVA - imposta sostitutiva, poi, bisognerà considerare anche l’introduzione della flat tax incrementale di cui potranno beneficiare le partite IVA che non applicano il regime forfettario per gli incrementi di reddito registrati nel corso del 2023.

Il valore della tassazione piatta sembra destinato a crescere, un quadro che preoccupa la Commissione UE sul fronte dell’equità e dell’efficienza del sistema fiscale, come si legge nelle raccomandazioni del 24 maggio 2023.

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