Arriva in Gazzetta Ufficiale la legge delega per la riforma fiscale 2023. Tutte le novità previste nel testo della legge numero 111 del 9 agosto 2023: dalle modifiche all'IRPEF, che comincia il suo percorso verso la flat tax, alla linea morbida sulle sanzioni per i contribuenti collaborativi: le modifiche in programma
Approvata in via definitiva alla Camera, nel pomeriggio del 4 agosto 2023, la legge delega per la riforma fiscale 2023 è arrivata in Gazzetta Ufficiale il 14 agosto 2023.
Tra operazioni di voto a tempi record, citazioni di Jannacci e Troisi, e dediche a Silvio Berlusconi, è arrivato il via libera ufficiale sul testo prima della pausa estiva del Parlamento, come previsto e voluto dal Governo a cui spetta, ora, il compito di dare forma a tutte le novità tracciate nel testo.
La Legge numero 111 del 2023 entrerà in vigore il 29 agosto e, a partire da questa data, scatterà il conto alla rovescia per l’approvazione dei decreti legislativi che concretamente modificheranno la normativa fiscale.
Dall’IRPEF all’IVA passando per le procedure di riscossione e accertamento, la legge delega approvata dal Parlamento durante l’iter parlamentare si è arricchita di nuove integrazioni e precisazioni, come quelle che riguardano una linea morbida sulle sanzioni per i contribuenti più collaborativi.
Per l’operatività, in ogni caso, c’è ancora tempo: dall’entrata in vigore ci saranno 24 mesi per approvare i decreti legislativi di modifica.
“Il lavoro che è stato fatto non è di una parte politica, seppure una parte politica abbia creato la struttura portante di questo provvedimento, ma c’è stata condivisione su tanti punti con le forze di opposizione.
Io mi sono permesso di definire questo un provvedimento epocale. Consentitemi di dire che così è, perché questa è una riforma che era attesa da tantissimi anni, dagli anni Settanta, quando un provvedimento analogo fu messo a terra da studiosi del calibro di Bruno Visentini, di Cesare Cosciani, di Gino De Gennaro”.
Ha dichiarato il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo a Palazzo Madama, durante la fase finale dell’iter.
Le novità toccano tutto il sistema tributario, in primis le imposte e in particolare l’IRPEF, le cui aliquote verranno rimodulate riducendo anche gli scaglioni di reddito da 4 a 3 con una parallela riorganizzazione delle tax expenditures.
L’IRAP sarà superata e l’IRES passerà a una doppia aliquota. Prevista anche una razionalizzazione dell’IVA.
La flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti, con le precisazioni inserite, diventa una detassazione da applicare a tredicesime, straordinari e premi di produttività. Per le partite IVA, all’orizzonte la rateizzazione degli acconti delle imposte di novembre.
Si chiede inoltre al Governo di valutare il superamento progressivo del superbollo.
Cambiano anche adempimenti, procedure di riscossione, accertamento e contenzioso.
Non mancano, poi, i presupposti per agire sul complesso normativo da semplificare, armonizzare e riordinare.
Legge delega riforma fiscale 2023 approvata in via definitiva: quali sono le principali novità
- I pilastri della legge delega per la riforma fiscale 2023
- Le novità inserite alla Camera nell’impianto della riforma fiscale
- Come cambia l’IRPEF tra flat tax e tagli a detrazioni, deduzioni, bonus
- Gli interventi su IRES, IVA e IRAP
- Novità per il rapporto tra Fisco e contribuenti: cambiano anche accertamento e adempimenti
- Le ultime novità introdotte al Senato
- Quali sono i tempi della riforma fiscale?
La struttura della legge delega riforma fiscale 2023
Non è cambiata durante i lavori parlamentari la macro struttura del disegno di legge delega originario, anche se si è arricchita e modificata.
Il testo è suddiviso in cinque parti e, al termine degli interventi di Camera e Senato, si compone di 23 articoli.
La prima è quella dei principi generali, più volte paragonate dal Viceministro all’Economia Maurizio Leo alle preleggi del Codice civile.
L’obiettivo da raggiungere è quello della “semplicità del sistema tributario”, come spiegato dallo stesso Viceministro nell’intervento presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati in occasione della presentazione dei risultati raggiunti dall’Agenzia delle Entrate il 9 marzo, a pochi giorni dalla presentazione del testo in Consiglio dei Ministri.
La seconda parte affronta le imposte. In merito Leo ha sottolineato:
“Ripercorriamo tutti i tributi a partire dalle imposte sui redditi a seguire sull’IVA, sull’IRAP che gradualmente deve essere eliminata ma senza trascurare i tributi minori che in molti casi devono essere accorpati e semplificati, soffermandoci anche sui tributi locali e i tributi regionali, sul mondo delle Dogane, sul mondo dei giochi.”
La parte più significativa della riforma, a parere del Viceministro, è quella legata ai “procedimenti”. La terza parte prevede, infatti, interventi sui procedimenti dichiarativi, così come su quelli di accertamento e riscossione o del contenzioso. Verranno inoltre riscritte le regole relative alle sanzioni amministrative e penali.
La quarta parte del testo consiste in una vera e propria razionalizzazione e codificazione, per arrivare a Testi Unici che accorpino la normativa esistente.
Particolare importanza verrà attribuita allo Statuto del Contribuente, che dovrebbe diventare una legge generale, portando un peso maggiore ad esempio nell’ambito del legittimo affidamento dei contribuenti.
Infine, il testo si chiude con le disposizioni finanziarie.
- LEGGE 9 agosto 2023, n. 111
- Delega al Governo per la riforma fiscale. (23G00122) (GU Serie Generale n.189 del 14-08-2023)
Le novità inserite alla Camera nell’impianto della riforma fiscale
Dopo la conclusione dei lavori da parte della Commissione Finanze della Camera sono diverse le novità che si sono aggiunte.
La flat tax incrementale per i dipendenti si è trasformata in una detassazione da applicare a:
- tredicesima;
- straordinari;
- premi di produttività.
Per tali voci la tassazione dovrebbe arrivare al 15 per cento, per i redditi più bassi.
Tra le modifiche trova spazio anche la rateizzazione degli acconti delle imposte di novembre. L’obiettivo dell’emendamento a firma Gusmeroli e Sala è quello di arrivare in maniera progressiva ai pagamenti mensili delle imposte sui redditi per le partite IVA che rientrano tra i soggetti ISA.
Tra le riduzioni che riguardano l’IRPEF, si punta a favorire i giovani fino a 30 anni, per incentivare le assunzioni stabili. Oltre ai giovani le misure dovrebbero essere destinate principalmente alle famiglie con persone con disabilità.
Si ridimensiona l’intervento sull’abolizione del superbollo auto, la tassa sulle auto di grande cilindrata.
Viene infatti chiesta una valutazione da parte del Governo sull’eventuale superamento dell’imposta, a condizione che non si incida in negativo nelle casse dello Stato.
Legge delega riforma fiscale 2023: come cambia l’IRPEF tra flat tax e tagli alle tax expenditure
In ogni caso, fin dal principio, si è parlato di una riforma fiscale che punta a cambiare il sistema tributario italiano in più punti.
La legge delega prevista dal Governo e su cui ha lavorato il Parlamento prevede modifiche e novità su molti fronti: dalle imposte principali, IRPEF, IRES e IVA, ai tributi locali.
In particolare, per quanto riguarda l’IRPEF si punta ad appiattire la tassazione. Il primo passo sarà l’introduzione di aliquote più basse e la riduzione degli scaglioni di reddito da quattro a tre.
Accanto a queste novità si conferma la flat tax incrementale., estendendola anche alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti nella forma di una detassazione sulle somme aggiuntive rispetto alla retribuzione ordinaria.
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D’altro canto, poi, per ridurre le aliquote IRPEF sarà necessario riordinare e tagliare le tax expenditure, ovvero le spese fiscali che permettono ai cittadini e alle cittadini di risparmiare sulle imposte da versare.
Attualmente sono 626 e valgono, secondo quanto dichiarato dal Governo, 165 miliardi di spesa pubblica. Qualche esempio concreto? Detrazioni e deduzioni, ma anche crediti di imposta e aliquote agevolate.
Si è parlato, inoltre, di prevedere un tetto massimo ai benefici variabile in base al reddito.
Escluse dalla revisione dovrebbero restare le detrazioni relative alle spese sanitarie, quelle per l’istruzione e per gli interessi passivi sui mutui per la prima casa., anche i diversi bonus casa dovrebbero essere salvi.
Legge delega riforma fiscale 2023: novità anche su IRES, IVA e IRAP
Si va, poi, verso una IRES a due aliquote: a quella ordinaria del 24 per cento si affiancherebbe una ridotta per le imprese che realizzano interventi in investimenti in beni strumentali innovativi o qualificati e in nuova occupazione.
L’agevolazione dovrà applicarsi alla specifica quota di reddito destinata a occupazione e investimenti nei due anni successivi.
È in questa novità che assumerebbe forma concreta un leit motiv tanto caro al Governo: chi più assume ed investe meno paga.
Anche in questo caso, il progetto di revisione prevede anche una razionalizzazione dei bonus per le imprese attualmente in vigore.
Interventi sono previsti anche sull’IVA, la cui disciplina dovrebbe essere modificata sulla base di tre pilastri:
- razionalizzazione delle aliquote;
- interventi sulle regole per il gruppo IVA;
- semplificazione e revisione delle regole relative a rimborsi e detrazioni.
Tali modifiche erano state anticipate anche dal Viceministro all’Economia, Maurizio Leo, intervenuto nell’evento dello scorso 24 febbraio organizzato dai commercialisti in occasione dei 50 anni dell’IVA.
Per quanto riguarda l’IRAP, invece, si procede verso un’abolizione attraverso l’introduzione di una sovraimposta con base imponibile corrispondente a quella IRES per società di persone, studi associati e società tra professionisti.
Interventi specifici sono previsti anche in tema di tributi locali: anche in questo caso in programma c’è un riordino e una semplificazione.
Novità per il rapporto tra Fisco e contribuenti: cambiano anche accertamento e adempimenti
Ma le novità contenute nella legge delega per la riforma fiscale non si limitano a rivedere il meccanismo alla base del versamento delle imposte, e pongono anche le basi per mettere in atto quella rivoluzione del rapporto Fisco-contribuenti su cui la stessa premier Giorgia Meloni è tornata più volte.
Il testo prevede una traccia per una riscrittura delle regole alla base del dialogo tra l’Amministrazione finanziaria e i cittadini e le cittadine.
Pugno morbido in caso di inadempimenti formali o di minore gravità, semplificazione degli adempimenti, tregua fiscale ad agosto e a dicembre per mettere in pausa le comunicazioni sono solo alcune delle direzioni da intraprendere.
L’accertamento, invece, cambierà seguendo il binario della tax compliance: il Fisco dovrà fare un passo verso il contribuente e viceversa. È questa, in estrema sintesi, la ricetta per ridurre l’evasione fiscale.
Sarà incoraggiato l’adempimento spontaneo con due strade diverse:
- il concordato preventivo biennale per i soggetti di minore dimensione;
- la cooperative compliance per i soggetti più grandi.
Se le regole di comportamento del Fisco devono cambiare, le novità riguarderanno anche il contenzioso e le sanzioni.
Le ultime novità introdotte al Senato
E le ultime novità introdotte al Senato sulla seconda parte del testo riguardano proprio le sanzioni e la possibilità di beneficiare di una linea più morbida per i contribuenti più collaborativi.
Si mette in cantiere una esclusione delle sanzioni penali tributarie, soprattutto quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per i contribuenti che aderiscono al regime dell’adempimento collaborativo.
Un sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale certificato da professionisti qualificati garantirà, poi, i seguenti benefici:
- esclusione delle sanzioni amministrative tributarie per i rischi fiscali comunicati preventivamente, in modo tempestivo ed esauriente, “fatti salvi casi di violazioni fiscali caratterizzate da condotte simulatorie o fraudolente, tali da pregiudicare il reciproco affidamento tra l’Amministrazione finanziaria e il contribuenti”;
- riduzione di almeno due anni dei termini di decadenza per l’attività di accertamento.
Ma non solo, le modifiche più recenti riguardano anche gli ISA, gli indici sintetici di affidabilità fiscale: il graduale superamento diventa una razionalizzazione e revisione.
E ancora si pongono le basi per l’ampliamento delle modalità di pagamento delle somme dovute, attraverso un rapporto interbancario diretto (RID) o carte elettroniche.
Legge delega riforma fiscale 2023: i tempi per l’attuazione
C’è da sottolineare che le novità della riforma fiscale 2023 diventeranno concrete solo al termine di un lungo iter che resta comunque ancora all’inizio.
Con l’approvazione definitiva del Parlamento e la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale, si entra ora nel vivo: per evitare che tutto il processo rimanga sulla carta è necessario mettere a punto gli interventi con i decreti delegati, ci sono 24 mesi di tempo.
Dopo l’approvazione dell’ultimo decreto, infine, il Governo avrà a disposizione altri 24 mesi per intervenire eventualmente con nuove modifiche.
La tabella di marcia, quindi, è ben scandita ma i lavori della riforma fiscale sono tutt’altro che conclusi.
Riforma fiscale 2023 | Tempi |
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Approvazione in Consiglio dei Ministri del DDL delega | 16 marzo 2023 |
Approvazione del testo da parte del Parlamento | Iter: Camera: approvazione 12 luglio 2023 Senato: approvazione 3 agosto 2023 Camera: approvazione 4 agosto 2023 |
Approvazione dei decreti legislativi di modifica della normativa | Entro 24 mesi dall’entrata in vigore |
Approvazione di eventuali decreti legislativi correttivi | Entro 24 mesi dall’ultimo decreto legislativo approvato |
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: La Legge delega per la riforma fiscale 2023 arriva in Gazzetta Ufficiale: le novità previste dal testo