Interpello tributario: cos'è e come presentare istanza all'Agenzia delle Entrate o al Comune? Ecco regole, definizione e tipologie di interpelli.
L’interpello tributario è uno strumento che l’amministrazione finanziaria mette a disposizione dei contribuenti che necessitano chiarimenti sull’applicazione di una disposizione normativa del diritto tributario o di nuove regole in ambito fiscale.
Un interpello all’Agenzia delle Entrate può essere richiesto in tutti i casi in cui il contribuente si trovi in difficoltà con una norma tributaria. Si pensi alle continue novità fiscali e alle incertezze sull’effettiva applicazione di una disposizione di legge nella vita pratica; su tutti i dubbi e le incertezze i contribuenti hanno il diritto a chiedere chiarimenti all’amministrazione finanziaria competente.
Tuttavia non esiste soltanto l’interpello tributario all’Agenzia delle Entrate; i contribuenti hanno la facoltà di chiedere chiarimenti su una normativa fiscale e di diritto tributario all’amministrazione competente in materia. Si pensi al caso di Imu e Tasi, due imposte la cui competenza è stata affidata alle amministrazioni locali; in questo caso la richiesta di chiarimenti dovrà essere effettuata con un interpello al Comune.
Cos’è un interpello tributario, quali sono le diverse tipologie e quando può essere richiesto? È stata proprio l’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 9/E del 1 aprile 2016 a dare alcune importanti istruzioni su tempi e procedure di interpello a seguito delle novità introdotte con il Decreto Legislativo 156/2015; di seguito alcune informazioni utili.
Interpello tributario, cos’è?
Per capire di cosa stiamo parlando è necessario innanzitutto chiarire cos’è un interpello tributario e a cosa serve.
Lo Statuto dei Diritti del Contribuente prevede la possibilità per i cittadini di richiedere all’amministrazione finanziaria chiarimenti sull’applicazione di una norma. L’interpello tributario è un’istanza che il contribuente può rivolgere all’Agenzia delle Entrate e a ciascun amministrazione finanziaria sull’interpretazione di una disposizione di diritto tributario prima di attuare un comportamento fiscalmente rilevante.
La risposta fornita ha carattere vincolante per l’amministrazione finanziaria e pertanto gli atti successivi all’interpello non potranno andare in contrasto con l’interpretazione fornita sotto richiesta esplicita del contribuente.
Tutti i contribuenti hanno diritto di interpello all’Agenzia delle Entrate, al Comune e in linea di principio a ciascun ente chiamato ad applicare norme e disposizioni di natura fiscale. Si tratta di uno strumento di dialogo e di collegamento tra contribuenti, dubbi di natura pratica e Fisco.
Interpello tributario ordinario e altre tipologie
La tipologia più nota di interpello tributario è quello ordinario, con il quale si chiede il parere dell’Agenzia delle Entrate prima dell’applicazione di un comportamento fiscale.
L’interpello tributario ordinario ha l’obiettivo di chiarire le disposizioni applicative di una determinata norma tributaria e, come già chiarito, la risposta fornita vincola gli uffici dell’Agenzia delle Entrate, che non possono applicare sanzioni o atti impositivi contrari rispetto alla risposta fornita al contribuente. Al contrario, la risposta all’interpello non sarà vincolante per il contribuente.
Tra le tipologie di interpello tributario è previsto inoltre l’interpello probatorio, per chiarimenti su requisti e idoneità per l’accesso a particolari regimi fiscali, interpello anti-abuso, interpello disapplicativo (obbligatorio per chiarire casi di disapplicazione di norme di natura fiscale) e interpello su nuovi investimenti, che può essere richiesto da investitori italiani e stranieri per conoscere qual è il trattamento fiscale applicabile a investimenti di importo non inferiore ai 30 milioni di euro e con effetti rilevanti sull’occupazione.
La tipologia di maggior interesse è sicuramente l’interpello tributario ordinario; non sono rari infatti i casi di dubbio sulla corretta applicazione di una norma. Per evitare di porre in essere comportamenti fiscali svantaggiosi è possibile, in via preventiva, chiedere chiarimenti all’amministrazione finanziaria.
Come si richiede un interpello tributario ordinario e quali sono i suoi effetti?
Interpello tributario: come presentare istanza
Per richiedere chiarimenti sull’applicazione di una norma di natura fiscale i contribuenti hanno il diritto di presentare istanza di interpello all’Agenzia delle Entrate, al Comune e a ciascun ente pubblico interessato nell’applicazione delle norme di diritto tributario.
L’interpello tributario deve essere presentato in via preventiva, ovvero prima della scadenza dell’adempimento in oggetto; se ad esempio un contribuente necessiti di chiarimenti su una disposizione relativa a Imu e Tasi, l’istanza dovrebbe essere presentata prima della scadenza per il versamento delle imposte.
Le modalità di presentazione dell’istanza di interpello tributario sono contenute nello Statuto dei Diritti del Contribuente, nel quale vengono descritti i dati obbligatori da inserire, ovvero:
- dati identificativi del contribuente o del suo eventuale rappresentante (codice fiscale);
- l’indicazione della specifica tipologia di interpello, la descrizione puntuale della fattispecie e, quindi, l’esposizione analitica della situazione concreta che ha generato il dubbio interpretativo (il contribuente non può limitarsi a una rappresentazione sommaria e approssimativa del caso);
- le disposizioni di legge di cui si chiede l’interpretazione, l’applicazione o la disapplicazione;
- l’indicazione dei recapiti per comunicare la risposta, compresi quelli telematici;
- la soluzione interpretativa proposta dal contribuente e, infine, la sottoscrizione dell’istante o del legale rappresentante o del procuratore generale o speciale; in tal caso la procura, se non contenuta in calce o a margine dell’atto, deve essere allegata all’istanza.
L’istanza può essere presentata a mano, tramite raccomandata con avviso di ricevimento o anche in modalità telematica a mezzo PEC.
Le istanze di interpello tributario possono essere inviate all’Agenzia delle Entrate, presso le Direzioni regionali o presso la Direzione centrale, ovvero nel caso di richiesta di chiarimenti su tributi locali, presso gli uffici del Comune di residenza.
Interpello tributario: tempi, risposta ed effetti
Come si è già avuto modo di ribadire, l’istanza di interpello tributario deve essere presentata dal contribuente in via preventiva, prima della scadenza dell’adempimento oggetto della richiesta di chiarimento all’Agenzia delle Entrate.
Non è previsto un termine preciso per il contribuente mentre i tempi dettati per la risposta dell’Agenzia delle Entrate o del Comune sono chiari e precisi: la risposta dovrà avvenire entro il termine di 90 giorni dalla presentazione dell’interpello tributario ordinario.
Può verificarsi tuttavia il caso in cui non venga formulata nei 90 giorni alcune risposta; in questo caso si forma il silenzio assenso della soluzione interpretativa indicata dall’Agenzia delle Entrate.
Il diritto a presentare istanza di interpello tributario all’Agenzia delle Entrate e al Comune è una facoltà molto importante che è stata concessa ai contribuenti: a fronte di un sistema fiscale sempre più intricato, tutti hanno il diritto a chiedere chiarimenti sull’applicazione pratica di una norma e, dal canto suo, una volta fornita la risposta (e salvo successive rettifiche) l’amministrazione finanziaria non potrà sanzionare comportamenti contrari alla condotta indicata.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Interpello tributario: definizione e tipologie