Nella mattinata del 19 novembre al Palazzo dell'Informazione di Adnkronos protagonista l'Intelligenza Artificiale: come cambia il mondo delle imprese e del Lavoro? Competenze al centro
“L’Intelligenza Artificiale interroga le società moderne”: le parole di Nunzia Ciardi, vicedirettrice generale Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, sintetizzano in maniera efficace l’appuntamento Adnkronos Q&A “Trasformazione digitale: dentro l’AI” che si è tenuto il 19 novembre presso il Palazzo dell’Informazione a Roma.
Dal filosofo Luciano Floridi alle Istituzioni, con i sottosegretari all’innovazione e all’editoria, Butti e Barachini, passando per le aziende con Maximo Ibarra, CEO di Engeneering e altri attori presenti: la necessità di interrogarsi è forte perché disruptive, dirompente, per dirlo con l’aggettivo più utilizzato nel corso della mattinata, è l’impatto dell’AI nella società.
Trasformazione digitale, dentro l’AI: Intelligenza Artificiale protagonista al Palazzo dell’Informazione
In estrema sintesi l’Intelligenza Artificiale “riguarda tutti e tutte”, sottolinea in apertura Giorgio Rutelli, vicedirettore Adnkronos tra i moderatori del dibattito sulla rivoluzione in atto.
A partire dal mondo produttivo, delle imprese e dei lavoratori e delle lavoratrici, fino ad arrivare alla vita quotidiana delle persone: nello studio, nella sanità, nei rapporti con la PA è necessario, e possibile, trovare “nuovi equilibri”, come sottolinea il filosofo e founding director del Digital Ethics Center all’Università di Yale Luciano Floridi. Tenendo ben presente un monito: “senza fare da cavie” e senza dimenticare “cosa e chi c’è dietro i dati”, materiale grezzo e prezioso dell’AI.
La cautela è fuori discussione: dal tema della responsabilità alla tutela della privacy, passando per le questioni etiche e ambientali, in termini di costi energetici, le implicazioni non possono essere sottovalutate.
Ma su un punto espresso da Nunzia Ciardi tutte le voci intervenute ai microfoni di Adnkronos sembrano essere d’accordo: “non è distopico il futuro che arriva”, le macchine non prenderanno il sopravvento. Alle porte bussano opportunità da cogliere scrivendo nuove grammatiche.
“Non si possono lasciare indietro tutte le valutazioni sulle implicazioni dell’Intelligenza Artificiale perché vuol dire avere effetto rallentante, per le organizzazioni più grandi ma anche per quelle più piccole”, sottolinea Maria Antonietta Mura, vicepresidente Manageritalia.
E infatti Enrico Pisino, CEO Competence center nazionale CIM 4.0, sottolinea la necessità di adottare nuovi modelli di business, così come Alessandro Moricca, Amministratore unico PagoPA, evidenzia l’esigenza di un cambio di approccio: non basta portare processi vecchi su nuove dimensioni.
La sfida è profonda ma inevitabile: secondo le cifre fornite da Ciardi, l’AI è un affare da 184 miliardi di dollari, che entro il 2030 dovrebbe superare 800 miliardi di dollari, e su cui l’Italia ha investito lo scorso anno 750 milioni di euro.
In ballo c’è la competitività del Paese che, come ha evidenziato nel suo messaggio di apertura il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, ambisce ad ottenere un ruolo da leader, ma non solo: a cascata anche quella delle imprese, dei lavoratori e delle lavoratrici.
AI e competenze: come cambiano imprese, Lavoro e formazione
In questa ottica la formazione assumerà sempre più un ruolo centrale. “La vera differenza la faranno coloro che utilizzeranno l’IA, coloro che non utilizzeranno l’AI probabilmente saranno sostituite” con questa affermazione Maximo Ibarra, CEO Engineering, sembra sciogliere l’annosa questione dell’Intelligenza Artificiale come minaccia agli attuali modelli lavorativi.
Il lavoro non scompare, ma cambia e lo fa a una velocità inedita. Di questo dovranno necessariamente tenere conto le imprese così come i lavoratori e le lavoratrici: “Nei prossimi anni, forse già i prossimi tre, il 40 per cento delle ore lavorate potrà contare su un copilot, un aiutante”. Sarà possibile acquisire una sorta di “superpotere”.
Fonte foto: Adnkronos - Maximo Ibarra, CEO Engineering e Giorgio Rutelli, Vicedirettore Adnkronos
“Non è molto diverso da quello che già succede: già oggi veniamo aiutati”, spiega Ibarra. E lo conferma anche Massimo Barzotti CMO e CPO Eidosmedia che vede le redazioni giornalistiche sempre più popolate da collaboratori dei giornalisti e delle giornaliste nati dall’Intelligenza Artificiale generativa, come già accade, ad esempio, per la titolazione, per la foliazione dei giornali cartacei e per altre attività.
Ma non solo, l’aiuto dell’AI può potenziare anche l’operato di chi svolge professioni sanitarie, è il caso, ad esempio, della medicina predittiva, o può facilitare i rapporti con le Pubbliche Amministrazioni che impareranno sempre di più a conoscere e ad anticipare le necessità di cittadini e cittadine.
Dal sistema nel suo complesso, che fa dell’AI un elemento di competitività, alla singola persona, che ottiene servizi più facili e veloci, centrali restano le competenze e l’integrazione di queste, tra componente umana e artificiale, ma anche tra campi disciplinari diversi.
Per Antonio Esposito, Vicedirettore Scientifico IRCCS Ospedale San Raffaele e Professore Ordinario di Radiologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ad esempio, è fondamentale far viaggiare insieme competenze cliniche e tecnologiche: “avere la possibilità di relazionarci con informatici con competenze già mediche così da capirsi dopo due ore e non tre anni di riunioni”.
Ma se da un lato avere competenze dinamiche, in linea con un tempo che diventa sempre più veloce, assume una crescente importanza, dall’altro non si può non considerare che il contesto italiano resta ancora caratterizzato da gap formativi e divari digitali, come sottolinea Fulvio Peppucci, DG Sole 24 ORE Formazione.
E mentre l’Intelligenza Artificiale corre, i tempi per una buona formazione tecnica, necessaria nella trasformazione digitale, restano lunghi: “servono anche 10 anni per formare bene un giovane ingegnere”, dice Marco Re, Professore Elettronica digitale Università di Roma Tor Vergata.
In questa rivoluzione antropologica data dall’AI, per citare ancora una volta Nunzia Ciardi, ci sono tante velocità: per coglierne le opportunità e governare le sfide servirà, senza dubbio, trovare una sintesi e viaggiare a un’andatura di equilibrio.
Fonte foto: Adnkronos - Relatori e relatrici del panel La rivoluzione che sta cambiando il business moderato dal vicedirettore Fabio Insenga.
In copertina Nunzia Ciardi, vicedirettrice generale Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Trasformazione digitale, dentro l’AI: come cambia il mondo (del Lavoro e delle imprese)