La riduzione del carico fiscale sui carburanti ha avuto un effetto benefico sul portafoglio degli italiani, ma con qualche ritardo dovuto alle incertezze di ordine interpretativo della norma al solito, purtroppo, non proprio chiara. L'analisi.
L’articolo 1 del Decreto Legge numero 21 del 21 Marzo scorso, il cosiddetto “Decreto Energia 2022”, ha ridotto il carico fiscale sui carburanti disponendo la riduzione delle accise nella misura di 25 centesimi al litro che alla pompa sono divenuti 30,5, in conseguenza della riduzione del carico anche della relativa IVA.
La straordinarietà di questa disposizione si può riassumere in due osservazioni:
- la seppur temporanea riduzione delle accise sui carburanti è qualcosa di più unico che raro nella storia della Repubblica, almeno a memoria di chi scrive;
- l’onere della manovra tariffaria è stato posto a carico delle imprese dell’energia con l’articolo 37 dello stesso decreto che ha previsto una tassazione del 10 per cento sugli extra profitti maturati nell’ultimo semestre.
Giù le imposte sul pieno, ma con qualche ritardo
Tralasciando il tema tecnico fiscale relativo ad una imposta, l’IVA, che grava su una altra imposta, l’accisa, e chissà se la riforma fiscale possa in qualche maniera intervenire anche su questo aspetto tipico italiano, è necessario portare l’attenzione sul fatto che la riduzione delle imposte sui carburanti non ha avuto un effetto immediato sul prezzo finale “alla pompa”, ma conseguenze a macchia di leopardo.
Intervento del Direttore Responsabile di Informazione Fiscale Francesco Oliva nel corso della trasmissione Good Morning Kiss Kiss andata in onda sul canale 727 di Sky, sul canale 158 del digitale terrestre e su Radio Kiss Kiss ed avente ad oggetto proprio le novità e le agevolazioni fiscali introdotte con il Decreto Energia 2022:
Il 22 marzo, alla entrata in vigore del decreto, in effetti quasi tutti i distributori hanno mantenuto il prezzo ante Decreto mentre l’allineamento al ribasso si è nei fatti realizzato il successivo giorno 23 dove comunque ancora alcuni operatori hanno mantenuto il prezzo sopra i 2 euro.
Perché questo?
Il momento impositivo della accisa non coincide con quello di rifornimento alla pompa, ma con quello in cui produttori e importatori provvedono alla immissione in commercio del prodotto.
È pur vero che il Governo al comma 5 dello stesso articolo 1 ha stabilito che:
“ 5. Ai fini della corretta applicazione delle aliquote di accisa di cui al comma 1, gli esercenti i depositi commerciali di prodotti energetici assoggettati ad accisa di cui all’articolo 25, comma 1, del testo unico delle accise di cui al decreto legislativo n. 504 del 1995 e gli esercenti gli impianti di distribuzione stradale di carburanti di cui al comma 2, lettera b), del medesimo articolo 25 trasmettono all’Ufficio competente per territorio dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, con le modalità di cui all’articolo 19-bis del predetto testo unico ovvero per via telematica, i dati relativi ai quantitativi di benzina e di gasolio usato come carburante giacenti nei serbatoi dei relativi depositi e impianti sia alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge che al trentesimo giorno successivo alla medesima data; la comunicazione dei predetti dati è effettuata entro 5 giorni lavorativi a partire da ciascuna delle predette date.”
A parte i dubbi relativi all’incerto momento effettivo della misurazione, “alla data” potrebbe essere all’inizio come alla fine della giornata, con possibili effetti distorsivi sulla corretta misura della accisa dovuta, anche se limitati ad un giorno.
Questa disposizione fa pensare ad un prossimo passaggio normativo volto a disporre un conguaglio sulle accise a cavallo del periodo così da tutelare gli operatori riguardo la corretta imposizione delle accise sulla eventuale cessione effettuata a prezzo ridotto di carburanti già gravati dalle somme dovute in misura piena, prima della entrata in vigore del decreto.
Ma appunto, fa pensare, e da qui nascono i dubbi già da subito espressi dalle associazioni di categoria degli operatori del settore e i conseguenti ritardi sulla riduzione del prezzo al pubblico per un paio di giorni di cui ne hanno fatto le spese cittadini ed imprese.
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