A colf e badanti senza Green Pass, oltre alla retribuzione, vanno sospesi anche il vitto e l'alloggio. L'ha specificato il Governo nelle nuove FAQ aggiornate al 18 ottobre 2021: i lavoratori domestici senza certificazione verde devono lasciare la casa e possono essere sostituiti, ma ad alcune condizioni.
A colf e badanti senza Green Pass viene sospeso anche il vitto e l’alloggio.
Lo ha messo nero su bianco il Governo che il 18 ottobre 2021 ha pubblicato sul sito nuove risposte alle domande frequenti (FAQ) sul tema dell’obbligo di certificazione verde in ambito lavorativo.
Il vitto e l’alloggio, infatti, sono prestazioni di natura retributiva. E, venendo meno il diritto allo stipendio così come disposto dal DL n. 127/2021, verranno meno.
Il lavoratore che non rispetta l’obbligo deve abbandonare l’alloggio anche per lasciarlo ad un eventuale sostituito perché, si legge nelle precisazioni appena fornite da Palazzo Chigi:
“Resta impregiudicato il prevalente il diritto della persona assistita di poter fruire senza soluzione di continuità della assistenza ricorrendo ad altro idoneo lavoratore”.
Colf e badanti senza Green Pass, sospeso anche il vitto e l’alloggio
Sono tre le precisazioni fornite dal Governo nelle FAQ aggiornate al 18 ottobre che riguardano l’obbligo di Green Pass nel lavoro domestico.
In particolare, le risposte alle domande frequenti hanno chiarito i tre seguenti aspetti:
- colf e badanti conviventi sprovvisti di Green Pass devono lasciare la casa dove lavorano, proprio perché oltre alla retribuzione devono essere sospesi anche il vitto e l’alloggio;
- il lavoratore domestico convivente positivo al Covid non può assolutamente lasciare l’alloggio in cui vive per tutto il periodo della quarantena;
- se per cinque giorni il lavoratore domestico non esibisce la certificazione verde, il datore di lavoro può sostituirlo per 10 giorni, con contratto di sostituzione rinnovabile una sola volta.
Per quanto riguarda quest’ultimo chiarimento si precisa che il Decreto che ha introdotto l’obbligo di Green Pass sui luoghi di lavoro (DL n. 127/2021) prevede esplicitamente che il lavoratore senza certificazione verde ha diritto alla conservazione del rapporto di lavoro.
Sembrerebbe, dunque, che la dicitura “se la badante è convivente con il datore di lavoro dovrà quindi abbandonare l’alloggio” del Governo non implichi la possibilità di licenziare il lavoratore, ma l’allontanamento dalla casa in cui risiede e lavora e l’eventuale sostituzione per 10 giorni.
Colf e badanti senza Green Pass, quando posso procedere alla sostituzione?
Secondo la regola generale del Decreto sul Green Pass il lavoratore senza certificazione verde viene considerato assente ingiustificato finché non provvede ad esibirla e comunque fino al il 31 dicembre 2021, termine ultimo dello stato di emergenza.
Lo stesso provvedimento stabilisce che, solo per i datori di lavoro con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata il lavoratore senza certificazione può essere sostituito. Una regola che si presume applicabile anche a coloro che usufruiscono dei servizi di cura da parte di colf e badanti.
Ma attenzione, la sostituzione può durare solo 10 giorni, eventualmente rinnovabili per altri 10, ma non di più.
Queste sono le direttive generali valide per tutti i lavoratori e riferibili, in base a quanto messo in chiaro dal Governo, anche ai collaboratori domestici.
Ecco, quindi, che durante tutta la sostituzione, l’assistente familiare convivente con il datore di lavoro o con un suo familiare che beneficia della prestazione lavorativa deve lasciare l’alloggio al sostituto.
Obbligo di allontanamento che, in ogni caso, consegue comunque al mancato possesso del Green Pass dal momento che il vitto e l’alloggio hanno natura retributiva e restano sospesi per tutto il periodo di riferimento.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Colf e badanti senza Green Pass, sospeso anche il vitto e l’alloggio