Fattura elettronica: alla luce delle ultime dichiarazioni del direttore dell'Agenzia delle Entrate Ruffini alcuni hanno parlato di un flop lato Fisco. Sicuramente non lo è stato lato contribuenti ed aziende. Ecco perché.
Le recenti esternazioni del Direttore dell’Agenzia delle Entrate Maria Ernesto Ruffini hanno alimentato alcune polemiche, direi giustificabili se non altro per quanto attiene alle semplificazioni promesse mai realizzate:
“La fatturazione elettronica non ha dato gli effetti sperati, non perché non sia la via giusta, ma perché abbiamo un armadio pieno di dati che non siamo in grado di utilizzare perché non siamo autorizzati a farlo per la privacy”
E ancora:
“La partita è impari dal lato del Fisco.
Le partite Iva sono 6 milioni e noi siamo 32 mila servitori dello Stato.
Immaginare di poter accertare sistematicamente 4 o 5 milioni di partite Iva attive è difficile.
In questa situazione la valorizzazione massiva dei dati è la strada maestra”
Sul diritto alla privacy:
“bisogna concepire il diritto alla privacy con i diritti altrettanto sacrosanti di ricevere l’assistenza sanitaria o l’istruzione.
Altrimenti si immolano sull’altare del diritto alla privacy tutti gli altri diritti che vengono lesi.”
Altro passaggio interessante quello sulle banche:
“Le banche sanno quanto guadagniamo e quanto spendiamo, le carte di credito sanno cosa facciamo, i social media sanno tutto di noi.
Quindi ai privati cediamo i nostri diritti alla privacy e poi ci difendiamo dallo Stato che siamo noi stessi.”
Questi sono solo alcuni dei passaggi estrapolati da un recente intervento del Direttore Ernesto Maria Ruffini ad un webinair organizzato da una organizzazione sindacale, la Fp Cgil.
Diciamo che alcune di queste considerazioni hanno un fondo di verità.
Sicuramente la seconda, in ordine alla valorizzazione dei dati quale strumento di valorizzazione del lavoro dei relativamente pochi funzionari dell’Erario rispetto al numero di operatori economici da tenere sotto controllo.
Direi ma solo parzialmente anche quelle riguardo la privacy, ostacolo alla corretta fruizione di servizi di pubblica utilità
Un po’ meno la considerazione su la gran mole di dati inutilizzabili, atteso che le banche dati a disposizione del fisco ci sono eccome, ma non essendo coordinate tra loro sono sfruttate al 10 per cento, per dire un numero, delle loro potenzialità.
Il flop è da vedere nella mancata semplificazione degli adempimenti che doveva essere logica conseguenza dell’estensione generalizzata della fatturazione elettronica.
Grazie alla FE, entro dodici giorni dal concretizzazione del momento impositivo il fisco ha a disposizione tutte le informazioni relative ai soggetti interessati, data e numero del documento, imponibile ed Iva relativa e malgrado ciò continuano ad essere applicati reverse charge, split payment e quant’altro.
Strumenti di contrasto dell’evasione che dovevano essere assorbiti dalla fattura elettronica.
Elogio alla burocrazia e fattura elettronica
Mi sembra riduttivo dare colpa di comprovate inefficienze nell’uso di queste informazioni al Garante della Privacy quando nel contempo ci si fa beffa dello Statuto del Contribuente con la massima nonchalance, obbligandoci alla compilazione di un apposito modello con cui richiedere informazioni sugli Aiuti di Stato erogati dalla stessa PA e le cui istruzioni sono più complesse di quelle del “mitico” 740, definito a suo tempo “lunare”.
Basterebbe poco per non affossare questo pur indiretto risultato positivo
Di contro la Fatturazione Elettronica è entrato nell’uso comune di imprese e professionisti e quasi nessuno di loro tornerebbe indietro, sia per la facilità di uso che per il vantaggio derivante da una immediata disponibilità di dati informatici.
Con il risultato di un progressivo avvicinamento di un sempre maggior numero di imprenditori, anche i più piccoli, nella propria gestione amministrativa all’adozione di strumenti informatici e meccanismi di controllo di gestione, con gli evidenti vantaggi conseguenti in termini di risultati del singolo e nel contempo un vantaggio collettivo in termini di crescita economica.
Semplificazione normativa e degli adempimenti e non atti, quali a mero esempio pubblicare la risoluzione la 36 del 27 maggio 2021 che di fatto obbliga chi non era tenuto a farlo alla presentazione del modello Redditi per informare la PA di aver fruito degli Aiuti di Stato prima menzionati ed erogati dalla stessa PA…
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Fatturazione elettronica: flop del Fisco ma non del contribuente