Diritto camerale, possibile riduzione degli importi dal 2020. Il decreto del MISE che autorizza gli incrementi del 20% necessità di essere rinnovato. In caso di mancata proroga, l'importo annuo dovuto torna nella misura originaria.
Futuro incerto per il diritto camerale. L’importo annuale dovuto dagli iscritti alla CCIAA potrebbe subire una riduzione a partire dal 2020.
Scade il 31 dicembre 2019 l’autorizzazione concessa dal MISE all’incremento del 20% dell’importo del diritto camerale. Nel dettaglio, è stato il decreto ministeriale del 22 maggio 2017 a stabilire la possibilità di un aumento, fino ad un massimo del 20%, dell’importo annuale del diritto CCIAA dovuto dalle imprese.
Un’autorizzazione limitata, circoscritta a specifiche camere di commercio e di durata triennale, relativa al periodo compreso tra il 2017 ed il 2019.
Si aprono quindi diverse ipotesi per il 2020: il diritto camerale potrebbe essere automaticamente ridotto, qualora non intervenga un ulteriore decreto ministeriale di proroga delle disposizioni attualmente vigenti.
Diritto camerale: riduzione degli importi dal 2020?
Il diritto camerale è l’imposta dovuta dalle imprese e dai soggetti iscritti o annotati al Registro delle Imprese. Ogni anno, i titolari di partita IVA sono tenuti a pagare l’importo in misura fissa o variabile in favore della Camera di Commercio in cui è situata la propria sede legale.
L’importo del diritto camerale è stato oggetto di diverse modifiche normative nel corso degli ultimi anni. In primo luogo, la riduzione disposta dal decreto legge 24 giugno 2014, n. 90, applicata in misura graduale dal 2015 e fino al 2017, confermata anche per l’anno in corso dalla circolare del MISE del 21 dicembre 2018.
Seconda novità di rilievo è stata rappresentata poi dal successivo decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 22 maggio 2017, con il quale è stato autorizzato l’incremento del diritto annuale per il triennio 2017-2019 per alcune Camere di commercio previa approvazione di apposita delibera.
Due modifiche in evidente contrasto. La prima era stata annunciata come una misura a favore dei titolari di partita IVA, anche se evidentemente di scarso peso per le imprese più piccole; la seconda ha fatto poi un passo indietro, portando ad un nuovo aumento, seppur circoscritto ad alcune CCIAA.
L’aumento, pari ad un massimo del 20%, arriva a naturale scadenza alla fine dell’anno, aprendo alla possibilità che - in caso di mancanza di proroga - a partire dal 2020 l’importo del diritto CCIAA dovuto dalle imprese venga automaticamente ridotto.
Diritto camerale 2020, ipotesi riduzione importi o proroga dell’incremento al 20%
Sarà il MISE a dire l’ultima parola sulla possibilità che il 2020 si apra all’insegna di un piccolo passo nell’ottica delle misure per la riduzione del carico fiscale che grava su imprese e professionisti.
Come anticipato, le ipotesi sono due:
- la prima, che venga prorogata mediante un nuovo decreto l’autorizzazione all’incremento del 20% dell’importo del diritto camerale;
- la seconda invece è che, in mancanza di un decreto di rinnovo, l’aumento del 20% arrivi a naturale scadenza il prossimo 31 dicembre 2019.
È ovviamente la seconda ipotesi quella auspicata da parte di imprese e professionisti. A trarne vantaggio sarebbero soprattutto le partite IVA con fatturati maggiori.
Più inverosimile è invece la possibilità che nel 2020 venga introdotta una riforma complessiva del diritto CCIAA, un “balzello” che contribuisce a rendere ormai insostenibile il livello di pressione fiscale che grava sulle imprese.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Diritto camerale: riduzione degli importi dal 2020?