Nuovi strumenti digitali, sicurezza informatica e tutela della privacy: tre ingredienti fondamentali per il futuro degli studi professionali. La terza mattinata del Forum dei Commercialisti 2020 si apre con una fotografia del presente e delle prospettive future.
Nuovi strumenti digitali, sicurezza informatica e tutela della privacy, tre ingredienti fondamentali per il futuro degli studi professionali. Aprire nuove finestre su ambiti trasversali e ad uscire dai confini tradizionali non è più una scelta, ma una necessità.
La terza mattinata del 3° Forum Commercialisti, organizzato dal quotidiano Italia Oggi a Milano dal 13 al 15 gennaio, con il panel Il Marketing degli studi professionali nell’era dei social media traccia una fotografia del presente e delle prospettive future degli studi professionali.
“Negli anni ’80 le competenze lavorative duravano 30 anni, nel 2014 durano 5 anni”.
Esordisce Claudio Rorato, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Professionisti Innovazione Digitale, Politecnico Milano, sottolineando l’evoluzione delle professioni e degli strumenti necessari per muoversi al meglio nel contesto di riferimento.
Digitale, sicurezza e privacy: presente e futuro degli studi professionali
Tenere il passo con l’evoluzione della normativa non è più sufficiente. Tenere il passo con i tempi è il nuovo diktat.
Un esempio? Basti pensare alle ultime novità della rivoluzione digitale in atto nel mondo del fisco, fattura elettronica e scontrino elettronico. Tecnologia e novità della normativa fiscale sono legate a doppio filo e diventano indissolubili tra loro.
I professionisti sono già abituati a una formazione continua, ma rispetto al passato l’ecosistema in cui si opera ha assunto un peso sempre più rilevante.
“Il contesto competitivo in cui oggi ci muoviamo è sempre diverso rispetto a 10, 15, 25 anni fa. I professionisti che prima si confrontavano con se stessi, per la deontologia e rispetto alla competitività, oggi devono considerare nuovi attori”.
Sottolinea Claudio Rorato del Politecnico di Milano. Ci si muove in un contesto più ricco, ma anche più eterogeneo, che utilizza su nuovi canali.
“Oggi ci sono start up e software house che sviluppano anche servizi come quello della formazione. Poi c’è l’Agenzia delle Entrate che è un soggetto pubblico e che nel momento in cui mette a disposizione dei servizi può potenzialmente diventare un concorrente”.
Nel panorama non mancano gli insospettabili, come i colossi del web, che operano anche nel campo sei servizi.
Da qui nasce un nuovo concetto di competitività tra professionisti, secondo Claudio Rorato: “dobbiamo portare dentro gli studi il concetto di mercato”. E andare oltre una comunicazione con l’esterno che definisce comunque “autarchica”, ovvero che rimane tra addetti ai lavori.
Ma qual è il punto di partenza per questa evoluzione?
Osservatorio Professionisti Innovazione Digitale scatta una fotografia del presente degli studi professionali:
- solo il 4% degli studi fa attività di marketing;
- nel 61% delle figure che si occupano di comunicazione e marketing sono i titolari dello studio e il 31% non lo gestisce affatto;
- nel 97% dei casi i nuovi clienti arrivano tramite il passaparola, solo il 7% usa i social network come strumento principale.
I numeri sulle tecnologie presenti negli studi di commercialisti sono ancora molto bassi.
Tecnologia | Percentuale |
---|---|
Fatturazione elettronica | 50% |
Sito web | 32% |
Controllo di gestione | 22% |
Pagine social di studio | 22% |
Gestione elettronica documentale | 20% |
Conservazione digitale a norma | 19% |
Portale condivisione documenti | 17% |
Workflow | 7% |
Business Intelligence, Customer Relationship Management e Artificial Intelligence | meno del 7% |
Il panorama è complesso, ma ci sono strategie per muoversi al meglio secondo Claudio Rorato:
“Fare massa critica, aumentare le dimensione, mettere in discussione i propri modelli di business, aggregarsi tra professionisti, anche i dispositivi normativi dovrebbero aggiornarsi e favorirlo per presidiare meglio anche altre attività come la comunicazione”.
Digitale, sicurezza e privacy: presente e futuro degli studi professionali
Ogni passo in più sul digitale, però, deve essere anche un passo in più nel campo della sicurezza informatica e della tutela della privacy.
Mette in guardia Daniele De Paoli che, durante l’ultima mattinata di lavori del 3° Forum dei Commercialisti, rappresenta l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali.
“Voi come studio professionale siete soggetto collettore utilizzatore dati personali e dati personali delicati.”
Parla direttamente alla platea ponendo l’accento su una parola chiave: “consapevolezza”, dei dati trattati e della loro rischiosità. Ma anche del fatto che siano molto appetibili dall’esterno. Bisogna tenere alto il livello di guardia e saper gestire al meglio gli episodi di data breach, fuoriuscita di dati, ad esempio.
“Il tema della sicurezza nel trattamento e nella conservazione dei dati, della sicurezza informatica, è un punto su cui siamo stati chiamati a sorvegliare. E abbiamo trovato smagliature a tutti i livelli, ma soprattutto in questo ambito”.
Non usa mezzi termini Daniele De Paoli. Il consiglio per i professionisti è chiaro:“concentrare l’attenzione e aprire il portafoglio: la sicurezza informatica
è la grande sfida del presente e del futuro”.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Digitale, sicurezza e privacy: presente e futuro degli studi professionali