Decreto liquidità, con l'approvazione del Senato del 4 giugno 2020 la misura del Governo viene convertita in legge. Sono previste novità e modifiche per i finanziamenti con garanzia statale alle banche in favore di piccole, medie e grandi imprese con oltre 5000 dipendenti. I prestiti per pmi salgono da 25.000 a 30.000 euro e si deve presentare un'autocertificazione, che prende il posto dell’istruttoria delle banche.
Il decreto Liquidità è stato convertito in legge il 4 giugno 2020 con l’ultima votazione del Senato. Con 156 voti favorevoli, 119 contrari e nessuna astensione viene approvato il nuovo testo che contiene diverse novità.
Le principali novità consistono nell’innalzamento delle somme per cui possono richiedere prestiti le PMI fino a 499 dipendenti.
Il limite dei prestiti viene portato a 30.000 euro da 25.000 euro, la cifra stabilita inizialmente. Per tali prestiti non è prevista alcuna valutazione di merito, né andamentale né di natura economico-finanziaria del credito e la garanzia copre il 100% delle somme.
Si prevede, inoltre, la presentazione di un’autocertificazione, che permette l’accesso ai fondi in sostituzione dell’istruttoria delle banche.
Nel complesso l’intervento mette in campo 400 miliardi di euro, 200 dei quali sono destinati a piccole, medie e grandi imprese per favorire la liquidità del mercato interno.
La garanzia statale, sui prestiti di banche, è prevista per aziende di ogni dimensione.
La manovra consiste in un doppio intervento:
- il potenziamento del Fondo di garanzia per PMI;
- le garanzie statali attraverso la società SACE Simest, del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, in favore di banche che effettuano finanziamenti alle imprese.
La prima linea di intervento prevede una garanzia statale tra il 90% e il 100% delle somme.
La seconda, invece, stabilisce garanzie che coprono tra il 70% e il 90% dei prestiti a seconda della dimensione dell’impresa.
Decreto liquidità, 200 miliardi per il mercato interno: le misure per piccole e medie imprese
Il decreto Liquidità, che ha ottenuto parere favorevole del Senato ed è stato convertito in legge, mobilità 400 miliardi di euro per far fronte alle conseguenze economiche del Coronavirus.
L’iter di conversione ha previsto alcune novità rispetto a quanto aveva anticipato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella conferenza stampa del 6 aprile scorso.
Vengono stanziati 200 miliardi di euro per sostenere il mercato interno e la liquidità delle imprese di qualunque dimensione.
Per le piccole e medie imprese, per gli artigiani, i professionisti e per i lavoratori autonomi il punto centrale dell’intervento è il potenziamento del Fondo di garanzia per pmi.
Già con il decreto Cura Italia erano state introdotte novità per favorire l’accesso alle garanzie statali sui finanziamenti degli istituti di credito per le aziende.
Con la nuova misura vengono ampliate le garanzie e semplificati i requisiti per sfruttare l’agevolazione.
Nello specifico i prestiti per le imprese si articolano in una manovra a tre corsie:
- prestiti fino a 30.000 euro, in precedenza 25.000 euro: non sarà prevista alcuna valutazione di merito, né andamentale né di natura economico-finanziaria del credito e la garanzia coprirà il 100% delle somme;
- prestiti fino a 800.000 euro: la garanzia statale coprirà il 90% degli importi ma si arriva al 100% alla controgaranzia dei Confidi. In questo caso è prevista una valutazione di merito del credito;
- prestiti fino a 5 milioni di euro: garanzia statale fino al 90%.
Un’importante novità è inoltre la presentazione di un’autocertificazione per l’accesso ai fondi, che sostituisce l’istruttoria delle banche.
Il primo punto è pensato soprattutto per imprese di piccole dimensioni, artigiani, professionisti e lavoratori autonomi che possono così ottenere liquidità nell’immediato, sfruttando un meccanismo già ampiamente utilizzato.
Tali misure, nel loro complesso, sono destinate ad aziende con il numero massimo di 499 dipendenti.
Il decreto liquidità, tuttavia, prevede interventi anche per grandi aziende, con un numero di dipendenti superiore a 5000.
Decreto liquidità, 200 miliardi per il mercato interno: le misure per grandi aziende
Il decreto Liquidità stanzia 200 miliardi di euro per sostenere il mercato interno e, nello specifico, le garanzie statali concesse alle imprese in favore di banche che effettuino finanziamenti sotto qualsiasi forma.
Tali garanzie prevedono il tramite della società SACE Simest, del gruppo Cassa Depositi e Prestiti e provvedono a coprire una percentuale variabile tra il 70% e il 90% delle somme messe a disposizione delle aziende.
La porzione di finanziamento garantito dallo stato dipende dalle dimensioni dell’azienda, come esposto di seguito:
- le imprese con meno di 5.000 dipendenti in Italia e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro ottengono una copertura pari al 90% dell’importo del finanziamento richiesto ed è prevista una procedura semplificata per l’accesso alla garanzia;
- le imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro hanno una copertura garantita dell’80%;
- le imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato oltre i 5 miliardi di euro sono coperte per il 70% degli importi.
In linea generale, l’importo della garanzia non può superare il 25% del fatturato registrato nel 2019 o il doppio del costo del personale dell’azienda.
30 miliardi di euro della manovra sono inoltre riservati anche alle piccole e medie imprese, aziende individuali o partite IVA.
L’accesso alla garanzia con l’intermediazione di SACE in questo caso sarà gratuito ma può essere richiesta solo dopo aver esaurito le risorse del credito del Fondo di garanzia per pmi.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Decreto liquidità: le misure per grandi imprese e pmi per 200 miliardi di euro