Il decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020, Cura Italia, ha messo in atto una serie di misure di sostegno economico, sociale e fiscale per le imprese ed i cittadini senza dimenticare però il settore no profit estremamente prolifico nel nostro paese. Ma il risultato è un rallentamento per la riforma ETS e per la nuova gestione smart delle associazioni.
Un nuovo freno alla riforma ETS, causato da un terzo slittamento dei termini stabiliti per l’adeguamento con procedure semplificate degli statuti, come previsto dal d.lgs 117/2017, implementazione di procedure di governance aziendale in modalità smart, indennità per collaboratori sportivi e sospensioni contributive e fiscali.
Queste sono alcune delle novità introdotte dal decreto Cura Italia pensate per andare incontro alle esigenze degli attori che orbitano nel mondo associativo.
L’emergenza Coronavirus ha, difatti, travolto il mondo del no profit che stava vivendo già un momento di crisi e riflessione dovuta alla valutazione della convenienza relativa al passaggio al terzo settore o meno, e l’interminabile attesa dell’effettiva costituzione del nuovo registro unico RUNTS, al fine di poter conoscere definitivamente le normative da dover applicare in ordine fiscale, economico ma anche a livello gestionale.
Rallentamento della riforma ETS: la nuova scadenza per adeguare gli statuti
La nuova configurazione del mondo associativo italiano stenta a prendere forma.
Dopo la proroga attuata con l’art. 43, comma 4-bis del decreto crescita n. 34/2019, la quale vedeva la procedura di adeguamento degli statuti con iter semplificato spostarsi dal 3 agosto 2019 al 30 giugno 2020, adesso il decreto Cura Italia ha concesso un ulteriore respiro a coloro che stavano portando a termine tale adempimento, fornendo loro un’altra data entro la quale poter usufruire di tale beneficio.
Sarà infatti possibile approvare i cambiamenti strutturali delle organizzazioni attraverso la semplice assemblea ordinaria entro il 31 ottobre 2020, con particolare riferimento alle ONLUS, APS e ODV.
La decisione del legislatore, di concedere alle associazioni un regime semplificato di adeguamento alle nuove norme stabilite dal codice del terzo settore, può declinare le sue motivazioni diversificandole e seguendo le ragioni intrinseche al diverso contesto storico in cui esse erano effettivamente incanalate.
Pensando infatti alla genesi della riforma, avendo essa un impatto forte su una larga fetta dell’ecosistema economico del paese doveva altresì contenere una previsione applicativa di ampio respiro, che potesse essere recepita lentamente e in modo consapevole dalle organizzazioni che ne erano interessate.
Ad oggi invece l’ulteriore rallentamento ha come principale obiettivo quello di sostenere le misure di contenimento dell’emergenza Coronavirus, ed evitare così assembramenti dovuti ad esigenze assembleari.
Una nuova governance in modalità smart
Tra le previsioni del decreto Cura Italia vi è anche un completo ripensamento delle logiche di gestione dell’andamento delle organizzazioni, in particolar modo di uno dei momenti più importanti della vita degli enti associativi, le riunioni assembleari.
L’art. 73 comma 4 del d.l 18/2020 prevede, infatti, notevoli azioni di snellimento per gli organi collegiali, permettendo loro di riunirsi con modalità telematiche in videoconferenza, pur mantenendo gli obblighi relativi alle procedure di convocazione e pubblicità richieste dalle normative di riferimento.
In particolare, si stabilisce che
“Le associazioni private anche non riconosciute e le fondazioni che non abbiano regolamentato modalità di svolgimento delle sedute in videoconferenza, possono riunirsi secondo tali modalità, nel rispetto di criteri di trasparenza e tracciabilità previamente fissati, purché siano individuati sistemi che consentano di identificare con certezza i partecipanti nonché adeguata pubblicità delle sedute, ove previsto, secondo le modalità individuate da ciascun ente.”
Proroga approvazione bilanci: ODV, APS e ONLUS
L’aspetto più evidente delle disposizioni contenute nel decreto Cura Italia è la ricorrente specifica fatta in ordine a tre categorie associative alle quali in particolare si riferisce il legislatore, le ODV, APS ed ONLUS, per le quali è stata anche prevista una proroga alla scadenza relativa all’approvazione dei bilanci dell’esercizio in corso.
L’art. 35 comma 3 del d.l 18/2020 prevede infatti che le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le ONLUS, “per le quali la scadenza del termine di approvazione dei bilanci ricade all’interno del periodo emergenziale, come stabilito dalla delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, possono approvare i propri bilanci entro la medesima data di cui ai commi 1 e 2, anche in deroga alle previsioni di legge, regolamento o statuto. ”
Tale assunto stabilisce quindi che al 31 ottobre 2020 data entro la quale potranno anche adeguare i propri statuti, le associazioni dovranno approvare i loro bilanci.
Tali previsioni di natura procrastinatrice potrebbero, però, non aiutare concretamente il naturale svolgersi della vita associativa, in quanto esse non hanno l’obiettivo di diminuire od annullare obblighi gestionali o procedurali, ma ne rimandano solamente il compimento, con il rischio di sovraccaricare il motore organizzativo delle associazioni nel momento della loro riapertura anziché alleggerirlo per consentire loro una piena rinascita sociale e strutturale come invece il panorama economico si aspetterebbe.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Decreto Cura Italia, freno a riforma ETS e nuova gestione smart per le associazioni