Coronavirus, smart working: modello di autocertificazione per il lavoro agile semplificato. Nell'approfondimento della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro sulle ultime disposizioni del governo, il focus sugli obblighi delle aziende e la normativa di riferimento.
Coronavirus, smart working: autocertificazione per il lavoro agile semplificato, le istruzioni per redigere il documento che attesti gli elementi essenziali delle attività svolte al di fuori della sede ordinaria a causa dell’emergenza nell’approfondimento a cura della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro sulle ultime disposizioni del governo, che lasciano ancora spazio a qualche dubbio applicativo.
Come previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° marzo all’articolo 4, la modalità di lavoro agile può essere applicata a ogni rapporto di lavoro subordinato su tutto il territorio nazionale, anche in assenza di accordi individuali e per tutta la durata dello stato di emergenza e quindi fino alla fine di luglio 2020.
Il documento di studio si sofferma sulle modalità per applicare lo smart working in questi mesi di emergenza coronavirus.
- Fondazione Studi Consulenti del Lavoro - Approfondimento del 2 marzo 2020
- Covid-19, come applicare il lavoro agile semplificato.
Coronavirus, smart working più semplice: informativa e autocertificazione per il lavoro agile
Come sottolinea lo stesso testo del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri datato il 1° marzo - Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, i datori di lavoro che intendono applicare il lavoro agile sono tenuti comunque a rispettare gli obblighi di informativa previsti della legge numero 81 del 2017 che lo regola.
L’INAIL, infatti, ha messo a disposizione delle aziende un documento pronto da personalizzare ed utilizzare per mettere nero su bianco le misure di sicurezza sul lavoro da adottare e per invitare i lavoratori a cooperare all’attuazione delle misure di prevenzione, anche fuori dai confini delle sedi ordinarie, come previsto dalla normativa.
In questo particolare momento di emergenza, gli obblighi di informativa possono essere assolti anche in via telematica.
Se da questo punto di vista le indicazioni appaiono chiare, secondo quanto sottolineato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nell’approfondimento del 2 marzo, più problematica è l’eccezione che riguarda la possibilità di lavorare in smart working anche in assenza di specifici accordi.
“La pur chiara previsione della superfluità della forma scritta per l’accordo di lavoro agile pone dei problemi applicativi, sia di natura formale che sostanziale, conseguenti alla evidenziata centralità della funzione dell’accordo e della sua formalizzazione in regime ordinario”.
Coronavirus, smart working più semplice: informativa e autocertificazione per il lavoro agile
In ogni caso, la via da seguire per le aziende è quella di produrre un modello di autocertificazione con cui si attesta che il rapporto di smart working si riferisca ad un lavoratore assunto con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato/a tempo determinato e sia in linea con la Legge numero 81 del 2017.
Nella disciplina che regola lo smart working e la modalità di attuazione resta sempre centrale l’accordo tra le parti, sottolinea il documento redatto dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
Primi fra tutti, è necessario mettere in chiaro alcuni aspetti:
- le modalità di esercizio delle prerogative datoriali;
- il controllo per evitare il superamento dell’orario massimo di lavoro;
- il diritto alla disconnessione;
- i canoni di parità e garanzia della progressione professionale;
- l’applicazione delle norme di tutela della salute.
“L’indisponibilità di un qualsiasi ancoraggio scritto, di riferimento delle modalità di attuazione della prestazione di lavoro agile, pur inequivocabilmente consentita dalla legge per il periodo transitorio di emergenza riconosciuto, può essere occasione di incertezze applicative concrete, prima ancora che interpretative teoriche”.
In questa ottica e in attesa di ulteriori chiarimenti sulle modalità di applicazione dello smart working per tutta la durata dell’emergenza coronavirus, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro mette a disposizione un modello di autocertificazione da utilizzare.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Coronavirus, smart working più semplice: autocertificazione per il lavoro agile