Il Governo ha attivato con il Decreto Legge Cura Italia un percorso agevolato per l'acquisto di beni e servizi digitali per i cittadine e le imprese e per consentire lo smart working ai dipendenti della Pubblica Amministrazione. Previsto il coinvolgimento di startup e PMI.
Coronavirus e Pubblica Amministrazione: un iter semplificato per la digitalizzazione.
Tra i provvedimenti presi dal Governo per contrastare l’epidemia c’è anche l’attivazione di un iter semplificato per l’attivazione rapida di servizi digitali per i cittadini e le imprese e per consentire ai propri dipendenti di lavorare a distanza, con il coinvolgimento di startup e piccole e medie imprese.
Si tratta delle misure incluse nel Decreto legge Cura Italia n. 18 del 17 marzo 2020, che consentono fino al 31 dicembre 2020 un processo di acquisto facilitato di servizi, con particolare riferimento a quelli che operano in modalità cloud (servizi di hosting, per il telelavoro o anche direttamente mirati all’utenza).
In pratica, le amministrazioni possono acquisire con una procedura negoziata attrezzature e servizi senza bando di gara e in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale, l’unica eccezione rimanendo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia.
“Di fronte all’urgenza che stiamo vivendo in questi giorni” - ha dichiarato in proposito il ministro per l’Innovazione Tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano - le misure introdotte oggi permetteranno di accelerare molto la modernizzazione della dotazione tecnologica della Pubblica Amministrazione, consentendo il rapido acquisto di servizi che possano garantire il lavoro agile dei dipendenti e l’erogazione di servizi online per i cittadini e le imprese”.
Coronavirus e Pubblica Amministrazione: le condizioni necessarie per la procedura negoziata
Tuttavia, il Decreto legge prevede comunque delle condizioni necessarie all’attivazione della procedura negoziata di acquisto. Esse sono:
- il fornitore dei servizi venga selezionato tra almeno quattro operatori economici, di cui una startup innovativa o una piccola e media impresa innovativa;
- gli acquisti di beni e servizi riguardino progetti coerenti con il Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione e debbano essere integrati (quando possibile) con le piattaforme abilitanti come Spid, pagoPA o ANPR.
Nonostante l’iniziativa sia volta ad affrontare la situazione di emergenza sanitaria, viene richiesto che tutti i beni e i servizi acquisiti rispondano alle indicazioni contenute nel Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione 2019-2021, in modo da sfruttare l’occasione per accelerare l’opera di modernizzazione digitale.
Una leva per sostenere startup e Pmi
Ovviamente non si tratta dell’unico strumento attivato in questo contesto con le caratteristiche della chiamata rapida all’azione: si può citare ad esempio le “Fast Call” per la collaborazione tra istituzioni e aziende in vista del confronto con le emergenze.
L’ultima di queste iniziative in ordine di tempo è quella promossa dal ministro per l’Innovazione Pisano, da responsabile dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e da quello Università e ricerca Gaetano Manfredi.
Una caratteristica essenziale da sottolineare, però, delle misure incluse nel Decreto del 16 marzo è che con esse si cerca di affrontare insieme i due aspetti della crisi attuale: quello del contenimento dell’epidemia e quello della sopravvivenza del tessuto economico nazionale.
Il provvedimento, infatti, offre un sostegno economico alle startup e alle piccole e medie imprese operanti nel settore dell’innovazione tecnologica: realtà preziose per il Paese in un momento come questo, ma anche fragili e a rischio di sopravvivenza dato l’impatto economico della crisi indotta dal COVID-19.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Coronavirus e Pubblica Amministrazione, un percorso agevolato per la digitalizzazione