Direttiva europea sul copyright, approvata oggi in Parlamento a un passo dalla fine della legislatura. Con quali obiettivi nasce, le tappe dell'iter e cosa succede nei singoli stati dopo l'approvazione.
Direttiva europea sul copyright: approvata oggi in Parlamento, a un passo dalla fine della legislatura, con 348 voti favorevoli, 274 contrari e 36 astenuti. La serrata delle pagine di Wikipedia, che nei giorni scorsi ha oscurato i suoi contenuti, ha rappresentato la protesta dei colossi del web, che si sono opposti fino all’ultimo all’intervento europeo sul diritto d’autore, ma non sono riusciti a fermarlo.
Con le novità sul diritto d’autore si troveranno a negoziare con creativi, editori, giornalisti, autori, interpreti per l’utilizzo, in varie forme, dei contenuti prodotti.
Da quali sfide nasce la necessità di adottare una direzione congiunta sul diritto d’autore? quali sono le tappe dell’ iter della direttiva? E cosa succede dopo l’ok dell’UE?
Nell’ambito della settimana Amministrazione Aperta 2019 dall’11 al 15 marzo 2019, l’evento Il ruolo del Dipartimento Informazione ed Editoria di fronte alle grandi sfide del diritto d’autore , organizzato dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria, ha risposto a queste e ad altre domande sul diritto d’autore.
“L’industria creativa in Italia vale 47.9 miliardi di euro. L’Italia è produttore di contenuti, parlare di diritto d’autore è rilevante perché l’industria è importante per l’economia. Noi produciamo molto, siamo un paese che deve pensare a difendere i contenuti che produce e garantire l’economia che ne deriva.”
Ha sottolineato in apertura Alessandra De Marco, Direttore Ufficio per l’informazione e la comunicazione istituzionale e per la tutela del diritto d’autore.
Il tema, in Italia e in Europa, diventa sempre più complesso se si pensa che ormai tutti siamo produttori di contenuti:
“La stessa massa di materiali prodotta dalla nascita dell’umanità fino al 2003 viene prodotta oggi in 10 minuti sul web. Bisogna prendere atto che quello che viene pubblicato online concorre oggi con l’industria creativa”
Direttiva europea sul copyright, approvata in Parlamento: come nasce e a quali sfide risponde
Ed è proprio alle sfide dell’attualità che risponde l’Europa con la direttiva sul copyright, approvata il 26 marzo 2019. Durante la mattinata al Dipartimento per l’informazione e l’editoria, Benedetta Stratta, Dirigente Servizio per il diritto d’autore, nel team europeo che ha lavorato sul tema, ha ripercorso le tappe della sua nascita.
L’approvazione arriva dopo anni di lavoro. Il punto di partenza della riflessione, fuori e dentro i confini degli stati europei, sono stati proprio i cambiamenti in atto nel sistema di produzione dei contenuti. Tra quelli che hanno un impatto maggiore:
- la convergenza tecnologica: ogni espressione creativa può convertirsi in un file, per dirlo drasticamente;
- il cambiamento dei modelli di produzione e consumo: cresce la disintermediazione e si affermano sempre più le piattaforme peer to peer, si sfumano i confini delle figure della filiera;
- la creatività è in concorrenza: creatività di artisti e scrittori entra in concorrenza con i contenuti creati dagli utenti sul web, solo per fare l’esempio più macroscopico.
Da qui è nata una riflessione importante, sottolinea Benedetta Stratta:
“C’è un crescendo di contenuti ma cambia l’oggetto del mercato. Al centro non è più il contenuto ma ci sono le pubblicità e i dati”.
In questo panorama di sfide e novità si inseriscono ci sono le istituzioni, che hanno un ruolo fondamentale:
“Scegliere gli strumenti, la scelta non è banale. Nella cassetta degli attrezzi non c’è solo il diritto d’autore, ma anche elementi di fiscalità, altri da mettere a punto per regolare la concorrenza, ad esempio”.
Direttiva europea sul copyright, approvata in Parlamento: il lungo iter dal 2016 ad oggi
In questa ottica, nel 2016, alla Commissione Europea ha preso forma una proposta di direttiva per adeguare la tutela del diritto d’autore ai nuovi scenari.
Così, sottolinea Benedetta Stratta, è cominciato un iter lungo che ha generato un grande dibattito tra e su tanti attori:
“Utenti, editori piccoli e grandi con esigenze diverse, over the top, strat up, giornalisti, autori”.
Per tutti in campo c’è la libertà di espressione e la tutela del diritto d’autore.
“Non c’è ragione e torto, proprio per questo è difficile trovare il punto di equilibrio tra tutto ciò. Ancor di più se si parla di una materia in evoluzione”.
Da settembre fino ad oggi, l’ultima tappa del percorso, l’iter della direttiva è stato molto complesso con innumerevoli riunioni tecniche tra i rappresentanti di 27 paesi.
Solo lasciando ampia la definizione dei principi è stato possibile arrivare a un punto di accordo e anche sugli articoli più dibattuti si è arrivati a un compromesso, spiega Benedetta Stratta che ha seguito i lavori in prima persona.
In particolare il negoziato ha portato a mettere punti fermi su alcune questioni cruciali per il diritto d’autore. Solo per fare due esempi:
- Ex articolo 11 (ora articolo 15) sulla protezione delle pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di utilizzo online: si introduce il diritto per gli editori, la durata è di 2 anni e non si applica ai collegamenti ipertestuali e all’utilizzo di singole parole e di estratti molto brevi di una pubblicazione giornalistica.
- Ex articolo 13 (ora articolo 17) sull’utilizzo di contenuti protetti da parte di prestatori di servizi di condivisione di contenuti online: si ribalta l’impianto stabilito con la direttiva e-commerce, le piattaforme sono responsabili per la comunicazione al pubblico di contenuti caricati dagli utenti, responsabilità mitigata se si dimostra di aver compiuto il massimo sforzo per ottenere l’autorizzazione.
Direttiva europea sul copyright, approvata in Parlamento: cosa succede ora nei singoli stati
La direttiva europea sul Copyright, approvata oggi 26 marzo al Parlamento europeo, ha avuto una nascita sofferta ma nei tempi previsti.
L’accordo fra Parlamento e Consiglio Europeo è stato raggiunto il 13 febbraio 2019 e l’iter di approvazione si è concluso prima della fine della legislatura, nonostante le proteste dei colossi del web.
Cosa succede ora nei singoli stati? Comincia un nuovo percorso per dare forma concreta, a livello locale, alle norme che regolano il diritto d’autore: gli Stati membri dovranno recepire la direttiva nell’ordinamento nazionale entro 24 mesi. Sarà l’occasione per intervenire sugli aspetti che l’Europa ha lasciato ancora troppo generici per arrivare a un compromesso che mettesse d’accordo tutti.
La tutela del diritto d’autore in Europa ha seguito una strada lunga e tortuosa, il pericolo è che il traguardo si sia spostato già più avanti, come ha sottolineato Benedetta Stratta, Dirigente Servizio per il diritto d’autore del Dipartimento Informazione ed Editoria, ripercorrendo tutte le tappe:
“Entro il 2021 entrerà nella legislatura dei singoli Paesi, dall’inizio dell’iter sono passati 5 anni che è un tempo lunghissimo nel contesto che viviamo”.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Direttiva europea sul copyright, approvata in Parlamento dopo un lungo iter