Una guida ai controlli sulle erboristerie e le principali metodologie di evasione
Il settore Erboristerie riguarda il commercio al dettaglio di prodotti che rientrano nelle seguenti categorie:
- prodotti ed integratori alimentari;
- cosmetici;
- erbe ed altri elementi naturali utilizzati a scopo curativo che possono essere commercializzati a peso o a pezzi e, comunque in forma sfusa, ovvero in confezioni già preparate dai produttori, dai grossisti o dagli stessi erboristi.
I prodotti venduti dalle erboristerie, sono quelli suscettibili di uso diverso da quello terapeutico, non configurabili come specialità farmaceutiche ma in grado tuttavia di manifestare, anche a fini preventivi, effetti benefici e salutari che favoriscano funzioni fisiologiche, stimolando organi e apparati dell’organismo, o effetti cosmetici sul corpo.
Tali prodotti sono costituiti da piante officinali o da parti di esse, singole o miscelate, trattate in modo da conservare proprietà e principi attivi.
La maggioranza delle aziende è di piccole dimensioni, la cui gestione è affidata di solito al solo titolare. Le aziende più grandi, organizzate in forma societaria, si caratterizzano per la presenza di personale dipendente e di locali destinati a magazzino merce.
Nel settore è limitata la presenza di operatori che utilizzano marchi noti, legati ai titolari del marchio stesso da contratti di franchising. L’attività commerciale si caratterizza per la:
- vendita di prodotti provenienti o direttamente dai produttori ovvero da aziende grossiste, alle quali si ricorre generalmente per l’acquisto di prodotti di marca a diffusione nazionale (un’alta percentuale di piante officinali consumate in Italia è importata dall’estero);
- vendita di prodotti realizzati da terzi ma commercializzati con proprio marchio, ovvero realizzati in proprio in laboratorio. In tale ultimo caso è riscontrabile la presenza di macchinari specifici, quali ad esempio, macchina per taglio ed estrazione, macchina comprimitrice, macchina etichettatrice;
- effettuazione di test personalizzati (ad esempio, mineralogramma), al fine di calibrare al meglio il prodotto consigliato. Inoltre, nel settore, è frequente la presenza di attività collaterali quali iridologia, crittologia, test del pendolino, massaggi, che esulano dall’attività erboristica vera e propria;
- presenza incidentale di attività svolta per corrispondenza, attraverso l’invio periodico di cataloghi a clienti potenzialmente interessati all’acquisto.
I controlli fiscali prioritari
Sinteticamente indichiamo i più significativi controlli prioritari che in genere vengono effettuati.
Principali controlli |
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Controllo della cassa | Rilevazione del numero dei dipendenti | Inventario di magazzino | Rilevazione prezzi medi |
Individuazione delle ultime operazioni fiscali effettuate | Ricerca di eventuale documentazione extracontabile | Acquisizione dei supporti magnetici rinvenuti | Rilevazione dell’eventuale presenza di un’attività di trasformazione e lavorazione delle erbe |
Rilevazione e controllo dei dati utilizzati e dichiarati ai fini degli studi di settore | Modalità di approvvigionamento delle merci | Modalità di gestione della cassa e l’entità dei prelievi da parte del titolare | Misura e modalità di riconoscimento degli sconti eventualmente praticati |
Il rapporto diretto che intercorre con il consumatore finale facilita la possibilità di occultare i corrispettivi. In particolare si possono distinguere tre tipologie di comportamento strumentali al suddetto fine, che possono essere adottate anche congiuntamente.
Principali metodologie di evasione fiscale |
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Metodo della sottofatturazione (contabilizzazione di prezzi di vendita più bassi) | Tale tipologia di evasione consente:
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Metodo del magazzino gonfiato (attribuendo alle merci invendute un valore superiore a quello effettivo). In pratica, si fa apparire tra le rimanenze finali anche parte delle merci vendute | Tale tecnica viene adottata quando nel corso dell’esercizio non sono stati correttamente contabilizzati tutti i ricavi per vendite e quindi il risultato d’esercizio configura un ricarico percentuale (rapporto tra utile operativo e costo del venduto) particolarmente basso, che può costituire pertanto un sintomo di evasione. Con la sopravvalutazione delle rimanenze finali si perseguono i seguenti risultati: non far emergere perdite civilistiche e fiscali (peraltro non veritiere) che potrebbero, rispettivamente, deteriorare i rapporti con le banche e “insospettire” il fisco; non ridurre la percentuale di ricarico risultante dalla contabilità rispetto a quella effettiva; i non fare emergere tutto l’utile effettivamente realizzato; evadere l’I.V.A. sulle vendite |
Metodo degli acquisti e vendite in nero (non facendo transitare gli acquisti e le vendite dalla contabilità) | Tale “tecnica” consente di non ridurre la percentuale di ricarico risultante dalla contabilità rispetto a quella effettiva; non fare emergere tutto l’utile effettivamente realizzato; evadere l’IVA sulle vendite in nero |
Gli indizi di evasione attuata con il metodo della cd. sottofatturazione possono essere individuati attraverso una serie di controlli.
Metodo della cd. sottofatturazione |
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Dal controllo della cassa effettuato al momento dell’accesso | confrontando il denaro e gli altri valori rilevati al momento dell’accesso con gli scontrini emessi a partire dal giorno dell’ultimo prelievo effettuato dal titolare. Una piccola differenza può essere giustificata da esigenze di funzionamento della cassa che richiedono una giacenza minima (per dare il “resto”, per esigenze improvvise, ecc.). Inoltre, ad ogni assegno rinvenuto o ricevuta di carta di credito dovrebbe corrispondere uno scontrino di pari importo |
Dai conti cassa e banche | l’esistenza di finanziamenti all’impresa provenienti dai soci o dal titolare può rappresentare la spia di vendite in precedenza non contabilizzate. Particolarmente significativi sono la registrazione di finanziamenti del titolare nel conto cassa per evitare un saldo negativo della stessa |
Dal confronto del ricarico | fra quello che emerge dalla contabilità con quello che scaturisce dal raffronto tra i prezzi di acquisto delle merci e i corrispondenti prezzi di vendita al pubblico, rilevati dalle etichette apposte sugli articoli |
Gli indizi di evasione attuata con il metodo del “magazzino gonfiato” possono essere individuati attraverso una serie di riscontri.
Il metodo del magazzino gonfiato |
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Dall’inventario fisico al momento dell’accesso | è possibile riscontrare una consistenza (quantità e valore) effettiva inferiore a quella ricostruita contabilmente; minori giacenze di merci rinvenute sono la prova di una sopravvalutazione del magazzino |
Dal libro inventari, dal bilancio e dalle schede contabili | una descrizione sommaria delle rimanenze finali ed uno scarso dettaglio nella loro classificazione rappresentano un indizio del tentativo di mascherare una sopravvalutazione del magazzino |
Dall’indice di rotazione del magazzino | se particolarmente basso, evidenzia un importo troppo elevato delle rimanenze finali in rapporto al costo del venduto, ed è un indizio della sopravvalutazione del magazzino attuata per occultare vendite non contabilizzate |
Gli indizi di evasione attuata con il metodo degli “acquisti e vendite in nero” possono essere svelati attraverso una serie di esami.
Il metodo degli acquisti e vendite in nero |
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Dall’inventario fisico al momento dell’accesso | è possibile riscontrare una consistenza (quantità e valore) effettiva superiore a quella ricostruita contabilmente (il rinvenimento di maggiori quantità di merci dimostra l’esistenza di acquisti non contabilizzati) |
Dal conto cassa e dagli estratti conto bancari | rilevanti giacenze di cassa inutilizzate o consistenti prelievi bancari del titolare o dei soci, privi di una plausibile giustificazione, sono sintomatici di acquisti senza fatture. Non sempre, infatti, è possibile finanziare “spese non documentabili” o “acquisti in nero” con fondi extracontabili; ragioni contingenti possono costringere l’impresa a ricorrere alle risorse finanziarie “ufficiali” |
Dal conto “prelevamenti del titolare” | la mancata movimentazione conto “prelevamenti del titolare” può costituire un indizio di evasione qualora il contribuente, che non abbia altri redditi oltre quelli provenienti dall’attività commerciale, non sia in grado di indicare le fonti finanziarie disponibili alle quali attinge normalmente per fronteggiare le esigenze della vita quotidiana e per il mantenimento della famiglia |
Da archivi informatici | al momento dell’accesso, è possibile acquisire, da supporti magnetici o da file registrati sull’hard disk di personal computer: elenchi di incassi, pagamenti, vendite, acquisti, nomi e consegne non risultanti dalla contabilità e quant’altro sia sintomatico di una contabilità parallela “in nero”. Ciò rappresenta un indizio molto circostanziato di facile approfondimento e di notevole forza probatoria |
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Le erboristerie al test fiscale