Congedo di paternità 2022: come funziona per i dipendenti pubblici? Grazie alle regole in vigore dal 13 agosto è possibile richiedere 10 giorni di astensione dal lavoro da due mesi prima del parto e fino a 5 mesi dopo la nascita. Tutte le istruzioni da seguire.
Congedo di paternità 2022 anche per i dipendenti pubblici: come funziona? Con le regole introdotte a partire dal 13 agosto 2022, i lavoratori del settore pubblico che diventano papà possono beneficiare di 10 giorni di astensione retribuita dal lavoro a partire da due mesi prima della data presunta del parto e fino a 5 mesi dopo la nascita o l’ingresso in famiglia in caso di adozioni o affidamento.
Si tratta di un diritto autonomo del padre, spetta in maniera aggiuntiva al congedo di maternità e può essere anche contemporaneo a quello della neo mamma.
Congedo di paternità 2022: come funziona per i dipendenti pubblici
Sebbene la Legge di Bilancio 2022 avesse già stabilizzato questo strumento di tutela per i neo genitori, il recepimento della direttiva 2019/1158 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza, ne ha ampliato la portata. Una delle novità riguarda proprio l’inclusione nella platea di beneficiari dei neo padri dipendenti pubblici.
La strada, in ogni caso, è ancora lunga: siamo lontani dai tre mesi promessi dalla Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti durante il Women’s Forum G20 Italy dello scorso ottobre, ma un potenziamento graduale si va via via concretizzando.
Nel frattempo, però, al pari di chi opera nel settore privato, i dipendenti pubblici possono richiedere il congedo di paternità 2022 e beneficiare dell’astensione dal lavoro ricevendo un’indennità pari al 100 per cento della retribuzione a cui hanno diritto.
Le nuove regole sono in vigore dal 13 agosto e sono contenute nell’articolo 27 bis del Testo Unico in materia di tutela e sostegno della maternità e delle paternità che è stato aggiunto dal Decreto legislativo numero 105 del 2022.
La norma prevede la possibilità di richiedere 10 giorni di astensione nell’arco temporale che va dai due mesi precedenti la data presunta del parto e fino ai cinque mesi successivi alla nascita.
Congedo di paternità 2022 dipendenti pubblici: come richiederlo
Anche ai padri adottivi e affidatari, infatti, spettano le stesse tutele e il calcolo va effettuato a partire dall’ingresso in famiglia o Italia, in caso di adozioni nazionali e internazionali, oppure dall’affidamento o dal collocamento temporaneo.
Lo stesso arco temporale deve essere considerato anche in caso di morte perinatale del figlio.
I giorni di astensione retribuita dal lavoro, con le novità introdotte, arrivano a 20 in caso di parto plurimo.
Il calcolo dei 10 o dei 20 giorni viene effettuato considerando solo le giornate lavorative ed è possibile usufruire del periodo a cui si ha diritto anche in maniera discontinua, ma non è possibile frazionarlo a ore.
Come indicato dall’INPS nella pagina informativa dedicata alla tutela, i dipendenti pubblici devono sempre presentare domanda all’amministrazione datrice di lavoro per beneficiare del congedo di paternità 2022.
In linea generale, il neo papà deve comunicare in forma scritta al datore di lavoro i giorni in cui intende fruire del congedo almeno cinque giorni prima della data presunta del parto, “fatte salve le condizioni di miglior favore previste dalla contrattazione collettiva”, specifica l’INPS.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Congedo di paternità 2022: come funziona per i dipendenti pubblici