Concordato 2024: le partite IVA stringeranno il patto con l’Agenzia delle Entrate?

Rosy D’Elia - Dichiarazione dei redditi

Da domani, 15 giugno, partiranno le procedure per l'elaborazione del concordato preventivo 2024, novità della riforma fiscale. Il Governo confida nei risultati, ma quante partite IVA pensano di stringere il patto con l'Agenzia delle Entrate? La parola a lettrici e lettori. Risposta al sondaggio online e commenti via mail

Concordato 2024: le partite IVA stringeranno il patto con l'Agenzia delle Entrate?

Tra ritardi operativi, dubbi e questioni ancora aperte, la data in calendario per la partenza del concordato preventivo biennale 2024 è fissata per domani, 15 giugno.

Sulla base dei dati in suo possesso, l’Agenzia delle Entrate elaborerà una proposta per le partite IVA che applicano gli ISA, indici sintetici di affidabilità fiscale, e per quelle in regime forfettario per bloccare il pagamento delle imposte per due anni, nel primo caso, e per un anno, nel secondo.

Per il Governo rappresenta la grande speranza di fare cassa, l’ipotesi (priva, però, di dati) è che dai patti Fisco-contribuenti si possano recuperare risorse per confermare le tre aliquote IRPEF ma anche per andare avanti nel percorso di appiattimento della tassazione.

Il successo del concordato preventivo 2024, però, è tutto nelle mani dei contribuenti e delle scelte che faranno ed è difficile fare delle stime. Quante partite IVA accetteranno il patto proposto dall’Agenzia delle Entrate?

La parola a lettrici e lettori: risposta al sondaggio nel box di seguito e commenti via mail alla redazione scrivendo una mail all’indirizzo [email protected] con oggetto: “concordato”.

Patto con l'Agenzia delle Entrate sul pagamento delle imposte

Pensi di aderire?

Concordato 2024: partenza difficile per il patto tra partite IVA e Agenzia delle Entrate

Le certezze sull’esito del concordato preventivo biennale per ora sono poche. E se da un lato il Governo ha grandi aspettative sulle possibili intese tra le partite IVA e l’Agenzia delle Entrate, dall’altro la macchina organizzativa, necessaria per porre le basi del successo, fatica a ingranare la marcia.

Ad oggi, 14 giugno, mancano ancora tre provvedimenti attuativi su quattro per delineare il quadro di regole su cui il rapporto tra Fisco e partite IVA dovrà basarsi.

Il testo sulla definizione della metodologia per l’elaborazione e l’adesione alla proposta di concordato, su cui è stato chiamato a esprimersi il Garante della privacy, sarebbe in dirittura d’arrivo, in concomitanza o addirittura dopo la data spartiacque del 15 giugno per l’invio dei dati utili all’elaborazione della proposta.

Ma non solo: dovrebbero arrivare in corso d’opera, nel Consiglio dei Ministri del 20 giugno, alcune correzioni sulle regole e sui tempi da rispettare, si parla già di una proroga della scadenza per l’adesione che dovrebbe passare dal 15 al 31 ottobre 2024.

Insomma, si accendono i motori del concordato preventivo biennale ma non si sa con certezza quale sarà il percorso.

Concordato 2024: quante partite IVA aderiranno al patto con l’Agenzia delle Entrate?

Il patto tra Agenzia delle Entrate e partite IVA nasce per i “contribuenti di minori dimensioni che siano titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo derivante dall’esercizio di arti e professioni residenti nel territorio dello Stato”, si legge nel dossier redatto dalla Camera sul decreto legislativo numero 13 del 2024 che lo istituisce, “all’esplicito scopo di razionalizzare gli obblighi dichiarativi e di favorire l’adempimento spontaneo”.

Ma insieme ai vantaggi per chi aderisce ci sono anche una serie di rischi che potrebbero incidere sulla scelta delle partite IVA interessate.

Le variazioni di reddito non entrano nel calcolo delle imposte da versare e questa è la grande novità del concordato. Ma se il reddito aggiuntivo non sarà tassato, al contrario le eventuali perdite non faranno diminuire le imposte da versare.

Il patto decade solo “in presenza di circostanze eccezionali, individuate con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, che determinano minori redditi effettivi o minori valori della produzione netta effettivi, eccedenti la misura del 50 per cento rispetto a quelli oggetto del concordato”.

Come ribadito anche nella conferenza stampa del 30 luglio dal viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo, dal successo del concordato dipende il consolidamento delle tre aliquote IRPEF, attualmente previste solo per il 2024, e la possibilità di spingersi oltre.

Ma alla viglia del debutto delle procedure di adesione, cosa ne pensano le partite IVA, dirette interessate?

La parola passa alle lettrici e ai lettori di Informazione Fiscale: l’invito è quello di partecipare al sondaggio sul tema cliccando su “partecipa al sondaggio” nel box disponibile in testa all’articolo e di approfondire la risposta con commenti, motivazioni e considerazioni inviando una mail con oggetto “Concordato” all’indirizzo [email protected].

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