Chi è Marina Calderone, Ministra del Lavoro del nuovo Governo Meloni che da anni promuove un taglio del cuneo fiscale. E anche sul reddito di cittadinanza ha le idee molto chiare. Da quasi vent'anni guida il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro, ma ricopre anche altre posizioni apicali.
Chi è Marina Calderone, Ministra del Lavoro del nuovo Governo Meloni? Alla guida del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro dal 2005, rientra tra i profili più tecnici del nuovo Esecutivo.
Da anni promuove un taglio del cuneo fiscale, convinta sostenitrice di una legge sull’equo compenso per i professionisti e le professioniste, ha le idee chiare anche sul reddito di cittadinanza.
Con l’incarico conferito dalla prima premier donna, Marina Calderone passa dalla parte di chi promuove le proposte a quella di chi le mette in pratica.
Chi è Marina Calderone, Ministra del Lavoro del nuovo Governo Meloni
Nata a Bonorva, in provincia di Sassari, il 30 luglio 1965, Marina Calderone ha senza dubbio una lunga carriera in materia di Lavoro.
Dopo essersi laureata in Economia Aziendale Internazionale, si è iscritta all’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Cagliari nel 1994 e presiede il Consiglio Nazionale da novembre 2005.
È una figura che negli anni ha operato in prima linea per farsi portavoce delle istanze della categoria. Ma non è l’unica carica che ricopre: la neo Ministra del Lavoro Marina Calderone è abituata a stare ai vertici.
Da anni è anche presidente del Comitato unitario permanente degli Ordini e dei Collegi professionali ed è stata anche nel Consiglio di Amministrazione di Leonardo, ex Finmeccanica.
Più volte ha ospitato la neo premier Giorgia Meloni che l’ha scelta per guidare il Ministero di via Veneto al Festival del Lavoro, l’evento che vede confrontarsi sul tema istituzioni, aziende, sindacati, professionisti, politici e lavoratori.
La posizione di Marina Calderone, neo Ministra del Lavoro del nuovo Governo Meloni sul taglio del cuneo fiscale
Ed è proprio in una di queste occasioni che Marina Calderone ai microfoni di Informazione Fiscale illustrava la sua posizione su salario minimo e taglio del cuneo fiscale, legando la possibilità di introdurre la prima misura soltanto garantendo anche la seconda.
Era il 2019: un altro mondo, un’altra Italia e un’altra carica per la neo Ministra del Lavoro. Ma si parlava già di un tema del tutto attuale:
“In un contesto in cui vediamo rallentare l’economia, e quindi rallentare le possibilità di nuova occupazione, è necessario che ci sia un investimento complessivo del paese in una riduzione del cuneo fiscale contributivo. Ecco perché se si deve parlare di salario minimo, bisogna guardare con attenzione a quanto questo principio vada a impattare sui costi delle imprese”.
La necessità di operare un taglio del cuneo fiscale è l’unico punto che ha messo d’accordo tutti i partiti in campagna elettorale e che i lettori di Informazione Fiscale tramite un sondaggio dedicato hanno indicato come priorità assoluta per il nuovo Governo.
Anche il primo partito, Fratelli d’Italia, ha indicato la necessità di ridurre il costo del lavoro nel suo programma di Governo senza, però, specificare nel dettaglio la possibile strada da intraprendere per continuare il lavoro già avviato dal Governo Draghi.
Con Marina Calderone alla guida del Ministero del Lavoro, la direzione si fa più chiara.
“Valutare una «tassa piatta» su componenti di retribuzione specifici, come la premialità, per rendere le retribuzioni più adatte al contesto in cui devono essere spese, recuperare sul fronte dei consumi e, in parallelo, permettere alle imprese un margine operativo meno oneroso sul fronte del costo del lavoro”.
È questa la strategia da attuare secondo la neo Ministra, come si legge nella notizia pubblicata il 12 ottobre sul portale dei Consulenti del Lavoro che riassume i contenuti dell’intervista rilasciata al TG2.
In ogni caso ridurre il cuneo fiscale e contributivo che pesa su imprese e lavoratori, e insieme investire sul dialogo con le parti sociali, viene indicata come priorità assoluta.
Ma si tratta di una questione da valutare con cura su cui si confermano le posizioni già espresse in passato:
“Un tema delicatissimo perché se legato alla produttività significa parlare di crescita, mentre se declinato esclusivamente in chiave protettiva, in termini di salario minimo garantito, diventerebbe più complicato in un contesto di crisi economica globale”.
La posizione di Marina Calderone, neo Ministra del Lavoro del nuovo Governo Meloni sul Reddito di cittadinanza
Ma anche sul Reddito di Cittadinanza Marina Calderone sembra avere le idee chiare: più volte ha sottolineato la necessità di rendere più snelle le procedure che riguardano le politiche attive collegate al sussidio, la fase di ricerca del lavoro per i beneficiari del sostegno economico.
In passato la neo Ministra ha indicato una serie di possibili correttivi: un maggiore coinvolgimento delle aziende e delle associazioni di rappresentanza, ma anche una riduzione dei tempi di avvio del processo che dovrebbe portare i cittadini e le cittadine a rientrare nel mondo del Lavoro e, infine, una revisione del numero di offerte di lavoro che possono essere rifiutate e dei criteri di congruità che rendono accettabili le stesse proposte.
Oltre ai temi che l’attualità impone, la neo Ministra del Lavoro del nuovo Governo Meloni parte anche con dei cavalli di battaglia di cui si è fatta portavoce negli ultimi anni.
Tra questi c’è sicuramente la legge sull’equo compenso dei professionisti, su cui si attendeva questa estate l’approvazione definitiva, che non è mai arrivata: il ddl è rimasto arenato al Senato a causa della crisi politica.
A febbraio 2021, in un’intervista rilasciata a Radio24, Marina Calderone chiedeva al Ministro del Lavoro in arrivo con il Governo Draghi semplificazione e chiarezza normativa ma anche valorizzazione delle politiche attive del lavoro.
Ora lo stesso Andrea Orlando passa il testimone a Marina Calderone che, da presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro a Ministra del Lavoro, passa dalla parte di chi avanza richieste e proposte a quella di chi le mette in pratica, un banco di prova non da poco.
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