Dal bonus nascita ai congedi parentali: una Manovra della genitorialità tra proposte e realtà

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Nel giorno di inaugurazione dei lavori sulla Manovra 2025 arrivano le proposte di Manageritalia per favorire la genitorialità condivisa: da un bonus nascite, diverso da quello in arrivo, al potenziamento dei congedi parentali, il pacchetto di novità presentate a Montecitorio

Dal bonus nascita ai congedi parentali: una Manovra della genitorialità tra proposte e realtà

Sul lavoro, ma non solo, è tempo di cominciare a sostituire la parola maternità con genitorialità per bilanciare pesi e opportunità tra uomini e donne: è questa la rivoluzione culturale, da innescare con una spinta normativa, che Manageritalia sostiene proponendo un pacchetto di misure a sostegno di madri e padri, da un bonus nascita al potenziamento dei congedi parentali.

Il tempismo è perfetto: nella giornata del 16 ottobre, infatti, a poche ore e a pochi passi di distanza dalla conferenza stampa di presentazione del Disegno di Legge di Bilancio 2025, la Federazione dei dirigenti ha chiamato a raccolta a Montecitorio sia la maggioranza, con Paola Mancini e Laura Ravetto, che l’opposizione, con Elena Bonetti, Maria Elena Boschi e Lia Quartapelle, per discutere delle novità da mettere in campo.

Chiamare in causa le “istituzioni”, come sottolinea Luisa Quarta coordinatrice Gruppo Donne Manager di Manageritalia, è necessario per attivare un dialogo ampio e aperto: tutte e tutti sono d’accordo sulla necessità di agire, ma ognuno ha la sua ricetta e serve arrivare a una sintesi.

Dal bonus nascite ai congedi parentali: da Manageritalia la Manovra della genitorailità

Il percorso parte proprio dalla Sala stampa della Camera dei Deputati con la presentazione di una Manovra della genitorialità, per usare le parole di Quarta, articolata su 5 punti:

  • un bonus nascita, diverso da quello proposto dal Governo con il Disegno di Legge di Bilancio 2025 appena presentato: la misura strutturale consisterebbe nell’erogazione di 400 euro a coppia di un contributo interamente detassato e a carico dell’azienda per l’acquisto di beni per il nascituro;
  • una estensione del congedo di paternità dagli attuali 10 giorni a un mese con il 100 per cento della retribuzione per il padre lavoratore;
  • un potenziamento del congedo parentale con indennità al 100 per cento quando a richiederlo è il padre per almeno tre mesi;
  • sgravi contributivi per le aziende che migliorano spontaneamente la disciplina dei congedi;
  • contrasto al part time involontario per le assunzioni femminili con nuovi requisiti di accesso all’esonero contributivo attualmente previsto.

Alcune delle misure sono già realtà, garantite alle lavoratrici e lavoratori dalle politiche aziendali delle multinazionali, sottolinea in apertura il Direttore Marketing di ManagerItalia Enrico Pedretti.

Ma non basta: è tempo di portare anche le medie e piccole imprese a innescare meccanismi finalizzati a equilibrare la gestione del tempo familiare e i carichi di cura. E la strada per farlo passa, senza dubbio, dall’intervento normativo.

Dal bonus nascite ai congedi parentali: quali misure potrebbero entrare nella Manovra 2025?

Tra il dire il fare, o meglio tra il proporre e l’approvare nuove norme, però c’è di mezzo il Disegno di Legge di Bilancio 2025 che indica le direzioni degli interventi futuri, anche sulla genitorialità.

L’embrione della prossima Manovra contiene un pacchetto di misure per favorire la natalità che, a parte qualche punto di contatto come il potenziamento dei congedi parentali, si articola su proposte molto diverse e che preoccupano l’opposizione per mancanza di “strutturalità”.

Pacchetto natalità inserito nel Disegno di Legge di Bilancio 2025:

  • Bonus bebè da 1.000 euro;
  • carta dedicata a te anche nel 2025;
  • misure ad hoc per il calcolo delle detrazioni fiscali;
  • esclusione dell’assegno unico dall’ISEE;
  • potenziamento dei congedi parentali.

Osservato speciale, per Bonetti, Boschi e Quartapelle che hanno preso parte alla discussione, è il ripristino del vecchio bonus bebè con un contributo di 1.000 euro per le famiglie con ISEE fino a 40.000 euro in caso di nuove nascite.

Non convince l’idea di una misura “a breve termine”: la formula ideale, per “non fare un passo indietro” rispetto all’assegno unico, sarebbe proprio quella di inserirlo come integrazione dell’assegno erogato attualmente alle famiglie. È questa la posizione di Elena Bonetti, Azione, che è stata Ministra per le pari opportunità e la famiglia proprio ai tempi del Family Act che ha riordinato le misure a sostegno delle genitorialità.

Il bonus per le nascite non convince neanche Quartapelle, PD: “non è una misura trasformativa e costa un sacco di soldi, 400 milioni di euro che sono quelli che servirebbero per rispondere esattamente alle richieste di Manageritalia, per raddoppiare il congedo di paternità e cambiare le famiglie”.

Ma l’impiego delle risorse impone sempre delle scelte e, considerando i primi pilastri già fissati per la prossima Manovra, Paola Mancini, Fratelli d’Italia, apre uno spiraglio su altre proposte segnalate dalla federazione, come il bonus nascite erogato dalle imprese e gli sgravi per le aziende particolarmente virtuose.

Secondo Laura Ravetto, Lega, che allo stesso modo rappresenta la maggioranza, sui congedi parentali, che possono essere richiesti da entrambi i genitori, sembra esserci lo spazio per “insistere”, E lo dimostrano, d’altronde, anche le novità annunciate in occasione dell’apertura dei lavori sulla prossima Manovra.

La porta resterà chiusa, secondo Mancini, su un rafforzamento importante del congedo previsto per i neo papà che pure rappresenta una delle priorità per Manageritalia. Nonostante sia d’accordo al prolungamento, conclude: “voglio anche essere obiettiva, un mese ad oggi secondo me sarà insostenibile”. Si dovrà trovare “un equilibrio diverso”.

Il dialogo sulla genitorialità è aperto e i lavori sulla Legge di Bilancio 2025 sono appena all’inizio. Ma la strada per arrivare alla rivoluzione culturale di una genitorialità condivisa appare ancora lunga e complessa senza una riflessione prioritaria proprio sui padri che, per resistenze culturali e per convenienza retributiva, fanno ancora fatica ad assentarsi dal lavoro in occasione di una nuova nascita.

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