Bonus liberi professionisti, reddito di ultima istanza per gli iscritti a Casse di previdenza di categoria e ad ordini. Ecco le novità contenute nel decreto Cura Italia per l'emergenza coronavirus pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 marzo 2020.
Bonus anche per i liberi professionisti iscritti agli ordini e a Casse private di previdenza: per le partite IVA escluse all’indennizzo di 600 euro arriva il reddito di ultima istanza.
Il testo del decreto economico per l’emergenza coronavirus, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 marzo 2020, prevede un aiuto economico anche per i professionisti non iscritti all’INPS.
Nello specifico, l’articolo 44 del decreto Cura Italia con le prime misure economiche per l’emergenza coronavirus introduce il reddito di ultima istanza, che potrà essere riconosciuto anche ai titolari di partita IVA iscritti agli ordini.
Commercialisti, consulenti del lavoro, così come giornalisti, ingegneri o avvocati potranno accedere, sulla base dei requisiti che saranno disposti con Decreto del Ministero del Lavoro e del MEF, ad un bonus di importo ancora da definire.
Il contributo economico verrà riconosciuto ai professionisti titolari di partita IVA esclusi dal bonus di 600 euro, rivolto esclusivamente ai lavoratori autonomi iscritti all’INPS.
Al reddito di ultima istanza potranno accedere anche i lavoratori dipendenti che, a seguito dell’emergenza coronavirus, hanno ridotto o sospeso la propria attività.
Il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale parla però di un’eventuale quota delle risorse stanziate che potrà essere attribuita ai professionisti iscritti ad ordini. Nessuna certezza.
Bonus liberi professionisti, nel decreto Cura Italia il reddito di ultima istanza: chi ne ha diritto
Il decreto legge Cura Italia n. 18 del 17 marzo 2020, emanato per fornire le prime risposte economiche per l’emergenza coronavirus, istituisce un Fondo per il reddito di ultima istanza con una dotazione di 300 milioni di euro.
Le risorse stanziate potranno essere utilizzate anche per l’introduzione di una sorta di bonus monetario per tutti i professionisti esclusi dall’indennizzo di 600 euro, tra cui i liberi professionisti iscritti agli ordini.
Commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro, così come giornalisti ed altri iscritti ad enti di previdenza di categoria, non hanno diritto all’indennità una tantum introdotta dal decreto economico per l’emergenza coronavirus.
Il bonus di 600 euro viene infatti riconosciuto esclusivamente ai lavoratori autonomi o titolari di partita IVA iscritti all’INPS (collaboratori in gestione separata, artigiani, commercianti, ecc..). Una platea di quasi 5 milioni di persone, dalla quale sono tuttavia esclusi gli iscritti ad ordini professionali.
Reddito di ultima istanza, bonus liberi professionisti: chi ne avrà diritto
Non è chiaro quali saranno i parametri per determinare quali tra i tanti professionisti iscritti ad ordini e a casse di previdenza di categoria potranno accedere al reddito di ultima istanza.
Il testo ufficiale del decreto Cura Italia pubblicato in Gazzetta Ufficiale prevede quanto segue all’articolo 44:
“Al fine di garantire misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti e autonomi che in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID 19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro è istituito, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un Fondo denominato “Fondo per il reddito di ultima istanza” volto a garantire il riconoscimento ai medesimi soggetti di cui al presente comma, di una indennità, nel limite di spesa 300 milioni di euro per l’anno 2020.
Con uno o più decreti del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro trenta giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, sono definiti i criteri di priorità e le modalità di attribuzione dell’indennità di cui al comma 1, nonché la eventuale quota del limite di spesa di cui al comma 1 da destinare, in via eccezionale, in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica, al sostegno del reddito dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n. 509 e 10 febbraio 1996, n. 103.”
La destinazione di una quota dei 300 milioni stanziati per i professionisti iscritti alle Casse private e quindi ad ordini professionali è definita come un’eventualità. Una formula tutt’altro che chiara e che diverge notevolmente rispetto alle ultime bozze circolate.
Inizialmente era previsto che il bonus per l’emergenza coronavirus fosse destinato ai professionisti senza cassa, accanto ai lavoratori dipendenti e agli autonomi esclusi dall’indennizzo di 600 euro, in possesso dei seguenti requisiti:
- un limite relativo al reddito da lavoro prodotto nel 2019, pari a 10.000 euro;
- la sospensione, riduzione o cessazione dell’attività o del rapporto di lavoro a seguito dell’emergenza coronavirus.
Il testo ufficiale del Decreto Cura Italia rimanda invece ad uno o più provvedimenti attuativi per la definizione di criteri di priorità e modalità di attribuzione dell’indennità.
Quel che preoccupa è quell’eventale quota da attribuire ai professionisti iscritti agli ordini, formula che non lascia ben sperare (anche considerando il limite di risorse stanziate).
Insomma, uno scenario che si presenta tutt’altro che chiaro e che non risponde alla richiesta di aiuto dei tanti titolari di partita IVA non iscritti all’INPS che soffrono l’emergenza economica dovuta al coronavirus.
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