Il Governo Meloni tocca un record sul tasso di adozione dei decreti attuativi da approvare per rendere operativi bonus e altre novità: ne servono “solo” 555. Ma dagli esoneri per le assunzioni alle misure della Legge di Bilancio, le scadenze restano invisibili

Fatta la legge, comincia l’attesa: si potrebbe riassumere così l’iter che seguono una serie di novità che non sono pronte all’uso. Una volta delineate sulla carta devono essere definite nel dettaglio da Ministeri e altri enti istituzionali e rimangono a lungo nel limbo che si crea tra la teoria e la pratica.
Con l’ultimo monitoraggio che arriva dal Dipartimento per il programma di Governo, pubblicato il 7 aprile, il Governo Meloni segna un record positivo dall’inizio della Legislatura: il tasso di tasso di adozione dei provvedimenti attuativi è al 60,7 per cento. Sono “solo” 555 i provvedimenti da adottare che risultano al 31 marzo 2025, considerando la Legislatura attuale e la precedente.
Chi non segue con assiduità le sorti di bonus, agevolazioni e altre misure potrebbe pensare di aver letto male, e invece no: nonostante gli arretrati da smaltire siano più di 500, l’andamento è positivo. D’altronde, negli anni passati in emergenza Covid, lo stock ha sfiorato quota mille.
Ma se è vero che la mole di testi da adottare si riduce, è anche vero che le date di scadenza indicate nelle norme continuano ad essere invisibili: i bonus assunzione ne sono un esempio, i lavori di attuazione della Legge di Bilancio 2025 ne sono l’ennesima conferma.
Diminuiscono i decreti attuativi da smaltire per attuare bonus e altre novità, ma restano i ritardi
Dalle agevolazioni ai tavoli tecnici, dai contributi economici agli adeguamenti dei regolamenti, come nel caso dell’ISEE, da anni la sorte delle misure non autoapplicative è la stessa: non si sa mai quando diventano concrete, anche quando la norma primaria stabilisce i tempi da rispettare.
Prevedere dei provvedimenti secondari, dopo l’approvazione della legge che regola le novità, spesso è necessario per definire i meccanismi da applicare dal punto di vista operativo, chiamando in causa gli enti e i Ministeri coinvolti in prima linea. La procedura, che dovrebbe garantire adeguatezza, spesso si traduce in uno stallo che mette a rischio anche l’efficacia delle misure adottate.
La lentezza, frutto dei proverbiali tempi elefantiaci dei ministeri, può essere aggirata aumentando il numero di novità pronte all’uso. Ed è proprio in questa direzione che prova a muoversi il Governo Meloni. Una soluzione che, però, non elimina il problema dei tempi di attesa quando il decreto attuativi è necessario.
Lo stock dei provvedimenti da adottare si riduce a ritmi più serrati, ma le date di scadenza fissate dalle stesse norme continuano a non essere rispettate.
Dai bonus assunzione del DL Coesione alle novità della Legge di Bilancio: decreti oltre la scadenza
Tra i casi più eclatanti e più attuali c’è, senza dubbio, quello dei bonus assunzione che derivano dal DL Coesione.
Annunciando le misure il 1° maggio 2024, la premier Giorgia Meloni parlava di impiego delle risorse stanziate in “tempi certi e veloci”. Ma di certo e veloce gli esoneri contributivi finalizzati a favorire l’occupazione femminile e giovanile non hanno nulla.
Entro la scadenza del 5 settembre 2024 si sarebbero dovute stabilire le regole per applicare l’esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi a carico dei datori di lavoro privati per l’assunzione di giovani e donne.
Lo scorso 27 febbraio, con 5 mesi di ritardo, è stato pubblicato nel database del Dipartimento per il programma di Governo il provvedimento per applicare il bonus giovani, ma il testo prevedeva regole restrittive rispetto alla norma originaria ed è stato poi ritirato. Il decreto per dare concretezza al bonus donne, invece, non è mai comparso e attualmente risultano entrambi non adottati.
Ma non sono gli unici: sono 7 i provvedimenti del DL Coesione scaduti nel corso del 2024 e non ancora adottati.
Ma le novità approvate in occasione del 1° maggio dello scorso anno non sono una eccezione. Lo dimostrano anche i dati sui lavori di attuazione della Legge di Bilancio 2025.
In totale servono 110 decreti attuativi per poter chiudere il cantiere della Manovra e poter applicare tutti i bonus, le agevolazioni e le altre novità previste.
Quasi la metà dovevano essere adottati entro una data di scadenza prevista dal 1° gennaio ad oggi, 8 aprile. Soltanto 9 testi sono stati firmati in linea con le previsioni e per 44 provvedimenti gli enti coinvolti sono già fuori tempo massimo.
La sabbia nella clessidra è finita da più di un mese per 29 decreti attuativi: l’ennesima prova che le date di scadenza, fissate in fase di stesura della norma, restano invisibili, anche per il Governo Meloni che porta a casa buoni risultati sulla mole di testi da firmare.
E le novità in stand by non sono misure formali o di nicchia: lo stallo riguarda, ad esempio, il bonus previsto per le madri lavoratrici, che gli esponenti di Governo hanno più volte menzionato tra le novità rilevanti della Manovra.
Ci sono il bonus per le attività sportive di figli o figlie fino a 14 anni, ma anche aspetti del credito d’imposta ricerca e sviluppo, il bonus affitto 2025 legato ai casi di morosità incolpevole, e poi ancora le misure in stallo riguardano settori chiave come il turismo e la sanità.
Non c’è record che tenga, le scadenze per Ministeri ed enti coinvolti restano teoriche. Ma l’attesa ha un impatto pratico e rende a lungo inaccessibili novità che, almeno sulla carta, fanno già parte del sistema normativo.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: “Solo” 555 decreti da smaltire per attuare bonus e altre novità: le scadenze sono invisibili