Blocco del pagamenti della pubblica amministrazione: entreranno in vigore il 1° marzo le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2018. Nuova stretta anti-evasione, con la riduzione a 5.000 euro della soglia che fa scattare i controlli.
A partire dal 1° marzo 2018 entreranno in vigore le nuove disposizioni previste dai commi da 986 a 989 della Legge n. 205/2017 sul blocco dei pagamenti della PA.
Si tratta di una delle novità fiscali della Legge di Bilancio 2018 che, in ottica di contrasto all’evasione, rappresenta un nuovo rischio per le imprese: si estendono i casi in cui le pubbliche amministrazioni dovranno effettuare la verifica degli inadempimenti prima dell’erogazione del pagamento.
Nel caso di cartelle esattoriali di importo pari almeno all’ammontare del pagamento dovuto dalla PA l’importo sarà pignorato dallo Stato, di modo da consentire all’Agenzia delle Entrate - Riscossione, di riscuotere la somma evasa.
La novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2018 riguarda la nuova soglia di importo che farà scattare i controlli, ridotta da 10.000 euro a 5.000 euro a partire dal 1° marzo.
Nuove regole che, accanto alla sospensione preventiva delle deleghe di pagamento in caso di compensazioni “sospette”, rappresentano una delle maggiori criticità per i contribuenti titolari di partita Iva della nuova strategia dello Stato per il recupero dell’evaso.
Blocco pagamenti PA: dal 1° marzo 2018 nuova stretta contro l’evasione
A partire dal 1° marzo 2018 per effetto delle novità introdotte con la Legge di Bilancio 2018 verrà ridotto da 10.000 euro a 5.000 euro il limite al di sopra del quale le pubbliche amministrazioni e le società a prevalente partecipazione pubblica dovranno effettuare la verifica degli inadempimenti preventiva ai pagamenti.
Nel caso in cui la partita Iva titolare del pagamento risulterà esser inadempimente e titolare di una o più cartelle esattoriali per debiti erariali scatterà il blocco dei pagamenti.
La Legge di Bilancio 2018 non ha soltanto ridotto la soglia di pagamento ma ha altresì previsto che, nel caso in cui l’esito del controllo preventivo dovesse esser positivo, i soggetti pubblici potranno potranno sospendere il pagamento fino a 60 giorni, per consentire all’Agenzia delle Entrate - Riscossione di pignorare la somma.
Si ricorda che, fino alla fine del mese di febbraio e ai sensi di quanto previsto dall’articolo 48-bis del DPR n. 602/1973, il termine di sospensione era fissato ad un massimo di 30 giorni, periodo utile per il pignoramento della somma da parte dell’agente di riscossione.
Verifica inadempimenti: così la PA blocca i crediti delle imprese
Al netto delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2018 circa le nuove soglie limite e i tempi di sospensione dei pagamenti per verifica degli inadempimenti, la procedura che gli enti pubblici dovranno seguire sarà la stessa.
Nel caso in cui un contribuente dovesse risultare titolare di un credito di importo pari a 5.000 euro o superiore, sarà necessario per le PA effettuare la verifica dei carichi pendenti accedendo al portale CONSIP dedicato.
Le regole sulla procedura relativa al blocco dei pagamenti della PA restano quelle previste dal decreto MEF n. 40/2008: a seguito della verifica degli inadempimenti la PA potrà pagare subito nel caso in cui il sistema dovesse dare esito negativo.
Nel caso in cui l’esito del controllo dovesse invece far emergere debiti erariali, il pagamento potrà essere sospeso fino ad un massimo di 60 giorni, periodo entro il quale l’Agenzia delle Entrate Riscossione notificherà il pignoramento al contribuente e chiederà l’accredito della somma.
L’obiettivo è chiaro: evitare che nei confronti di contribuenti debitori la pubblica amministrazione disponga pagamenti di quei crediti quando mai necessari per lo Stato, oggi più che mai, per il recupero dell’evaso.
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