Affitti brevi: i primi effetti del CIN

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Il CIN produce i suoi primi effetti sui numeri relativi agli affitti delle case

Affitti brevi: i primi effetti del CIN

Da gennaio il CIN, il codice identificativo nazionale, è diventato obbligatorio e sta già producendo i primi effetti.

I numeri relativi agli affitti brevi nelle grandi città mostrano un calo dell’11 per cento degli annunci.

A marzo i codici registrati ammontano a circa 591.000, l’85 per cento delle strutture registrate nella banca dati del Ministero del Turismo e dotate dei codici regionali.

A pesare sono soprattutto l’introduzione del nuovo adempimento e il calo della redditività.

Affitti brevi: i primi effetti del CIN

Gli affitti brevi sono in calo per la prima volta dopo il Covid. A fornire il quadro della situazione è lo studio dell’Aigab, l’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi, riportato dal Sole24Ore.

I numeri sono in calo in tutte le grandi città: a febbraio è stato registrato un calo dell’11 per cento rispetto al mese precedente per cui gli annunci sono passati da 75.000 a 66.600. Ad esempio a Roma l’offerta è calata del 9%, a Milano dell’8 per cento e a Firenze addirittura del 20 per cento.

Un fattore determinante spiega l’Associazione è quindi anche il CIN, obbligatorio dal 2 gennaio per gli alloggi destinati all’affitto breve.

Codice che quest’anno dovrà anche essere indicato nel modello 730.

A metà marzo, i CIN rilasciati erano 519.000, pari all’85% delle strutture registrate nella banca dati del ministero del Turismo e dotate dei codici regionali.

Uno scarto in linea con il calo delle inserzioni online nel 2025. Ad esempio, Airbnb, uno dei principali portale per gli affitti brevi, da gennaio ha disattivato gli annunci privi del codice.

A contribuire allo scoraggiamento dei locatori sono anche i nuovi costi da sostenere, come gli obblighi in materia di sicurezza che impongono l’acquisto e il mantenimento a norma di estintori e rilevatori di monossido.

A questo si aggiungono anche gli altri obblighi individuati dalla circolare del ministero dell’Interno del 18 novembre 2024, in particolare l’obbligo di identificare i clienti di persona, che ha scatenato il dibattito sulle famose Keybox.

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