Sono oltre 138.000 gli avvisi di accertamento sulla TARI inviati dal Comune di Roma. Come riporta Confprofessioni, le verifiche sono state effettuate su banche dati non aggiornate, causando una pioggia di ricorsi da parte dei contribuenti
TARI, a Roma è caos sui controlli avviati dal Comune.
Sono più di 138.000 gli avvisi di accertamento inviati negli scorsi mesi, a seguito dell’avvio della campagna di recupero della tassa sui rifiuti istituita dal 2018 al 2023.
A segnalarlo è Confprofessioni Lazio, evidenziando però che l’ingente numero di ricorsi deriverebbe da errori sui controlli effettuati da AMA che, operando su banche dati non recenti, ha causato l’invio di atti di accertamento anche ai contribuenti pienamente in regola.
TARI, caos controlli a Roma: oltre 138.000 accertamenti, è pioggia di ricorsi
Le modalità con cui il Comune di Roma sta conducendo le operazioni di recupero della TARI stanno suscitando malcontento e criticità.
Il Comune ha infatti inviato numerosi avvisi di accertamento contro i presunti “evasori” della tassa sui rifiuti. Come riporta il presidente di Confprofessioni Lazio, Marco Roberti:
“Oltre 138.000 sono gli avvisi di accertamento esecutivo già notificati dal Comune di Roma - Dipartimento delle risorse economiche per il recupero della TARI nei confronti di utenze domestiche e commerciali, ivi compresi gli studi professionali.”
In particolare, le notifiche inviate sono relative ad utenze risultate non iscritte nella banca dati TARI, oppure già iscritte alla TARI ma non in regola, per omesso o parziale pagamento della tassa oppure per omessa dichiarazione di disponibilità dell’immobile.
Tuttavia, come sottolineato dal comunicato stampa diffuso da Confprofessioni, gli avvisi in questione sono stati inviati senza un contraddittorio preventivo e, in aggiunta, i controlli effettuati da Ama sono avvenuti su banche dati non aggiornate messe a disposizione dall’Agenzia delle Entrate/Territorio.
In seguito alla notifica, numerosi contribuenti hanno deciso di rivolgersi a professionisti del settore per fare ricorso, richiedendo l’annullamento totale o parziale degli avvisi di accertamento.
Secondo Confprofessioni, sono diverse migliaia le istanze depositate presso la Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di Roma.
Ricorsi contro gli avvisi Ama: il numero di istanze rallenta le risposte del Comune
A causa dell’ ingente flusso di ricorsi, gli uffici comunali competenti si trovano in difficoltà nel garantire risposte tempestive e di conseguenza i contribuenti, per tutelarsi, si vedono costretti a impugnare l’avviso di pagamento, operazione che deve essere effettuata entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso stesso.
A tal proposito il Presidente Roberti ha segnalato la criticità, affermando:
“Il problema principale sta nel fatto che il termine per presentare l’istanza di autotutela, come da regolamento TARI approvato con deliberazione di Assemblea Capitolina n. 33 del 18 luglio 2014, è di 90 giorni dalla notifica dell’atto, mentre il termine per il ricorso giudiziario è di soli 60 giorni”.
Infine, il Presidente di Confprofessioni Lazio ha dichiarato che si auspica un potenziamento su due fronti: da un lato relativamente ai controlli interni da parte del Comune di Roma, dall’altro sulla maggior efficienza dei servizi di risposta rispetto alle istanze di autotutela.
Un miglioramento in tal senso permetterebbe di limitare gli errori sui controlli di accertamento ed eviterebbe un massiccio approccio ai ricorsi.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: TARI, caos controlli a Roma: oltre 138.000 accertamenti, è pioggia di ricorsi