Introduzione quota 100, proroga dell'Ape sociale e dell'Opzione donna, sconto sul riscatto della laurea. Vediamo nel dettaglio quali misure sono state inserite nel decreto legge approvato dal CdM.
Il Consiglio dei Ministri qualche giorno fa ha approvato il decreto legge su quota 100 e reddito di cittadinanza, all’interno del quale sono stati inseriti tutti i provvedimenti per mitigare gli effetti della Legge Fornero.
Nel decreto, oltre alle informazioni relative a quota 100 sono state inserite altre importanti misure in materia previdenziale.
Tra queste la proroga dell’Opzione donna e dell’Ape sociale, la pace contributiva ed infine il blocco dell’aumento dell’età pensionabile.
Tutti questi provvedimenti hanno l’obiettivo di favorire il ricambio generazionale e di incrementare l’occupazione, consentendo ai giovani di entrare a far parte del mondo del lavoro.
Riforma pensioni, ultime novità quota 100: requisiti, calendario e limitazioni
Il Governo per superare la Legge Fornero, tra le altre misure, ha deciso di adottare quota 100 che consentirà a tutti i lavoratori che hanno compiuto 62 anni di età e che hanno versato almeno 38 anni di contributi di andare in pensione anticipatamente.
Tale misura sarà valida a partire da aprile 2019 fino al 2021, per poi lasciare il posto a quota 41, che permetterà a tutti i lavoratori di andare in pensione anticipata una volta raggiunti i 41 anni di contributi versati a prescindere dall’età anagrafica.
I lavoratori privati che hanno raggiunto i requisiti per aderire a quota 100 al 31 dicembre 2018, potranno lasciare il loro posto di lavoro ad aprile 2019, mentre i dipendenti pubblici dovranno attendere agosto 2019 per andare in pensione anticipata.
Tempi ancora più lunghi per il personale scolastico, che potrà iniziare a beneficiare di quota 100 a partire da settembre 2019.
Confermato il divieto di cumulo che impedirà ai lavoratori che decideranno di aderire a quota 100 di cumulare altri redditi da lavoro.
Il Governo ha stimato che nel triennio 2019-2021 circa 1 milione di contribuenti potrebbero decidere di beneficiare di Quota 100, favorendo così il ricambio generazionale.
Riforma pensioni: proroga dell’Ape sociale e dell’Opzione donna per un anno
Nel testo del decreto legge su quota 100 e reddito di cittadinanza, approvato lo scorso 17 gennaio dal CdM, è stata inserita la proroga per tutto il 2019 dell’opzione donna e dell’Ape sociale, misure che consentono ad alcune categorie di lavoratori e lavoratrici di andare in pensione anticipatamente.
Con la proroga dell’opzione donna il Governo non solo ha posticipato la decorrenza del termine per raggiungere i requisiti necessari ad andare in pensione anticipata, ma ha anche incluso le lavoratrici che compiono 59 anni di età a patto che queste abbiano versato almeno 35 anni di contributi.
Le lavoratrici, dipendenti ed autonome, che decideranno di beneficiare dell’opzione donna andranno incontro al calcolo dell’assegno con il metodo contributivo che le penalizzerà dal punto di vista economico visto che con il suddetto metodo si stima una decurtazione della pensione di circa il 30%.
Confermata anche la proroga dell’Ape sociale che consentirà ad alcune categorie di lavoratori che si trovano in una situazione di difficoltà, come i disoccupati o gli invalidi, di andare in pensione anticipatamente.
Si ricorda che per beneficiare dell’Ape sociale bisognerà aver compiuto 63 anni di età e aver versato almeno 30 anni di contributi.
Riforma pensioni: blocco dell’aumento dell’età pensionabile
Il Governo, per riformare il sistema previdenziale, ha deciso di inserire nel decreto legge su quota 100 e reddito di cittadinanza anche il blocco dell’aumento dell’età pensionabile.
Il blocco di 5 mesi riguarda però solo la pensione anticipata e la quota 41 per i lavoratori precoci.
Ciò vuol dire che per le suddette misure i requisiti non cambiano e quindi nel caso della pensione anticipata le donne potranno lasciare il mondo del lavoro una volta compiuti i 41 anni e dopo aver versato almeno 10 mesi di contributi mentre gli uomini dovranno aver compiuto 42 anni ed aver versato almeno 10 mesi di contributi.
Nessuna variazione anche per i lavoratori precoci (disoccupati, caregiver) che potranno andare in pensione anticipata con quota 41 una volta versati 41 anni di contributi.
Riforma pensioni: la pace contributiva
Il Governo nel decreto legge ha inserito anche importanti novità che riguardano la possibilità di riscattare i contributi.
Tra queste l’opportunità, per chi non ha ancora compiuto i 45 anni di età, di riscattare gli anni di studi universitari con una riduzione sull’onere di riscatto.
Possibile inoltre riscattare in modo agevolato fino a cinque anni di periodi, anche non continuativi, non coperti da contribuzione. L’onere di riscatto potrà essere diviso in 60 rate ed il 50% dello stesso potrà essere portato in detrazione, in cinque quote annuali di pari importo.
Per beneficiare della suddetta possibilità i lavoratori non dovranno avere contributi versati prima del 31 dicembre 1995.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Riforma pensioni: tutte le misure contenute nel decreto approvato dal CdM