Riforma IRPEF: tre, due e poi un'unica aliquota. L'obiettivo del Governo resta la flat tax per tutti, in parallelo alla riduzione delle imposte, anche al fine di contrastare l'evasione. Le linee guida del Viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, nell'audizione in Commissione Anagrafe Tributaria del 31 gennaio2024
Riforma IRPEF, obiettivo flat tax per tutti entro la fine della legislatura.
Dalle tre aliquote previste nel 2024, si passerà a due aliquote e successivamente all’aliquota unica, con l’obiettivo di ridurre la tassazione e contrastare conseguentemente l’evasione fiscale.
A parlarne il Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, nel corso dell’audizione del 31 gennaio 2024 in Commissione Anagrafe Tributaria.
La riforma fiscale prosegue il suo cammino e dopo i primi sette decreti legislativi attuativi, entro febbraio sono attesi ulteriori due tasselli per la revisione delle sanzioni e del sistema di riscossione.
Riforma IRPEF, Leo: obiettivo flat tax per tutti e riduzione delle imposte
A partire dal 1° gennaio 2024 l’IRPEF è strutturata su tre aliquote e altrettanti scaglioni di reddito.
Questo il primo modulo di riforma delle imposte sui redditi delle persone fisiche attuato dal Governo, novità che inaugura una serie di ulteriori passi che puntano al graduale superamento delle regole vigenti e all’avvio della “tassa piatta” per tutti i contribuenti.
A dichiararlo il Viceministro del MEF Maurizio Leo, padre della riforma fiscale per la quale ad oggi sono stati emanati i primi sette decreti legislativi attuativi.
Sul fronte dell’IRPEF non è la prima volta che proprio il Viceministro Leo parla dei passi futuri e già negli scorsi giorni è emersa la volontà di procedere per gradi e forse già dal 2025, tenuto conto dei maggiori incassi che deriveranno dall’avvio del concordato preventivo biennale.
Nel disegno del Governo, per arrivare alla flat tax per tutti si dovrà passare da un nuovo intervento intermedio sulle aliquote IRPEF, che da tre dovrebbero diventare due e agevolare questa volta il ceto medio. Poi, “come obiettivo di legislatura e compatibilmente con le risorse si potrà arrivare all’aliquota unica”.
La flat tax per tutti resta quindi l’obiettivo del Governo, con la grande incognita delle risorse a disposizione per smantellare l’attuale struttura dell’IRPEF e dare il via alla tassa unica, con percentuale ancora tutta da definire.
La riduzione del carico fiscale è la leva che l’Esecutivo intende porre in campo anche per contrastare l’evasione, alimentata stando alle dichiarazioni di Leo anche dall’elevata tassazione dei redditi.
Non solo IRPEF: prossimi passi della riforma fiscale con focus sulla riscossione. Magazzino oltre i 1.185 miliardi di euro
Se da un lato si punta ad abbassare le imposte, dall’altro è necessario intervenire in tempi celeri anche sul recupero di quanto non versato.
Il tema della riscossione è attualmente nelle mani del MEF, in vista dell’approdo in Consiglio dei Ministri di un nuovo decreto legislativo in materia di riforma fiscale.
I prossimi due provvedimenti attesi entro febbraio affronteranno il tema della riscossione e delle sanzioni tributarie, due filoni che in un certo senso viaggiano in parallelo.
Si interverrà sul ravvedimento operoso per rendere più conveniente mettersi in regola, rendendo meno onerosa la disciplina sanzionatoria.
In parallelo è in dirittura di arrivo il decreto in materia di riscossione, con il quale si punta ad “aggredire” il magazzino dei debiti tributari che ha superato l’importo di 1.185 miliardi di euro e che, dichiara Leo, “probabilmente in queste ore è cresciuto ancora di più”.
Nella riforma delle regole in merito al recupero dei debiti, il Governo “getterà la spugna” sulle somme non riscuotibili e tra le ipotesi in campo vi è quella di prevedere il discarico automatico dei debiti che dopo un lasso temporale fissato tra i 5 e i 10 non sono stati recuperati.
Si tratta di quelli che vengono definiti come debiti inesigibili, che finiscono solo con l’affollare il lavoro dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Un cantiere ancora in corso di definizione e per il quale si attende quindi l’approdo in Consiglio dei Ministri dello schema di decreto, atteso poi al vaglio delle Commissioni competenti di Camera e Senato prima del via libera definitivo.
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