Dall'ISTAT arriva l'analisi dell'impatto della riforma dell'IRPEF e delle nuove agevolazioni sugli stipendi. Positivo l'impatto delle novità fiscali del 2024, ma lo stop al reddito di cittadinanza continua a pesare

La riforma dell’IRPEF, così come la nuova struttura dei bonus sugli stipendi, produce un effetto positivo per 11,8 milioni di famiglie, con un aumento dei redditi pari in media a 586 euro.
Questo l’impatto delle novità fiscali introdotte nel 2024 per le famiglie in cui almeno uno dei componenti percepisce redditi da lavoro dipendente e beneficia del taglio del cuneo fiscale e contributivo o del bonus mamme.
Il passaggio da quattro a tre aliquote IRPEF, per il 36,8 per cento delle famiglie non interessate dai bonus contributivi sugli stipendi, comporta invece un guadagno pari in media a 251 euro annui.
A fornire i dati è l’ISTAT, con le simulazioni pubblicate il 17 marzo 2025. Nel report sulla redistribuzione del reddito in Italia per effetto delle politiche introdotte nel corso del 2024 pesa però lo stop al reddito di cittadinanza, compensato solo in parte dall’avvio dell’assegno di inclusione.
IRPEF e bonus stipendi, aumenti fino a 586 euro. Sono 300.000 le famiglie in perdita
Con le simulazioni pubblicate il 17 marzo l’ISTAT certifica gli effetti della riforma dell’IRPEF.
L’accorpamento delle prime due aliquote IRPEF e il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti e per le lavoratrici madri, ha prodotto per il 45 per cento delle famiglie un aumento del reddito disponibile pari a 586 euro annui.
Nel gruppo di 11,8 milioni di famiglie che maggiormente hanno risentito degli effetti delle misure introdotte rientrano quelle in cui vi è almeno un percettore di reddito da lavoro dipendente, valutando congiuntamente gli effetti della riforma IRPEF e delle decontribuzioni.
Se si considerano invece solo gli effetti della riforma IRPEF (9,6 milioni di famiglie, pari al 36,8 per cento delle famiglie residenti), l’impatto in termini di reddito disponibile è pari a 251 euro annui, con un aumento complessivo dello 0,5 per cento.
Dati positivi che si affiancano a quelli delle 300 mila famiglie circa che registrano una perdita, pari in media a 426 euro, riconducibile al venir meno del diritto al bonus IRPEF, il trattamento integrativo in busta paga.
Interessante notare che, sul fronte della distribuzione dei benefici, sono le famiglie più ricche ad aver guadagnato di più (720 euro e 866 euro, rispettivamente per il penultimo e ultimo quinto). In termini relativi, l’aumento è in ogni caso maggiore per le famiglie che appartengono ai quinti più poveri.
Andando ancora più a fondo nei dati, un elemento interessante è relativo all’impatto del bonus mamme, la decontribuzione per le lavoratrici madri. Il maggior beneficio ha interessato le dipendenti con RAL superiori a 35.000 euro che, in assenza di misure ad hoc, non avrebbero beneficiato di agevolazioni sugli stipendi.
Il guadagno è pari a 1.800 euro, contro i 760 euro di quante invece avrebbero comunque beneficiato del taglio del cuneo contributivo previsto per la generalità dei dipendenti.
- La redistribuzione del reddito in Italia 2024
- Scarica le simulazioni ISTAT pubblicate il 17 marzo 2025
Lo stop al reddito di cittadinanza depotenzia la riforma IRPEF
Se sul fronte fiscale gli effetti della riforma sono positivi, lo stesso non si può dire per le misure adottate in materia di lavoro.
L’ISTAT mette sotto esame l’impatto dell’abolizione del reddito di cittadinanza. Il passaggio all’assegno di inclusione ha portato un peggioramento dei redditi disponibili per circa 850.000 famiglie, soprattutto quelle più povere, con una perdita media annua di 2.600 euro circa.
Di queste sono circa 620.000 quelle che hanno perso il diritto al beneficio. Alte 230.000 hanno visto peggiorare il proprio reddito per effetto del riconoscimento di un importo inferiore, dovuto alla diversa valorizzazione dei componenti del nucleo familiare.
Il passaggio dal RDC all’ADI ha avuto impatto zero per circa 400.000 famiglie passate al nuovo strumento di sostegno al reddito, mentre solo un gruppo ridotto pari a circa 100.000 famiglie ha tratto un beneficio concreto, pari a circa 1.200 euro e dovuto al diverso trattamento dei componenti con disabilità nel calcolo dell’importo spettante.
L’addio al reddito di cittadinanza ha quindi un peso rilevante sul fronte degli effetti delle politiche redistributive messe in campo nel 2024. Le modifiche al sistema di tasse e agevolazioni introdotte nel corso del 2024 diminuiscono di poco la diseguaglianza, che passa dal 30,25 per cento al 30,40 per cento.
Il passaggio all’assegno di inclusione impatta soprattutto sulle famiglie con reddito disponibile più basso, con un effetto peggiorativo che è solo in parte compensato dalla riforma dell’IRPEF.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: IRPEF e bonus stipendi, aumenti fino a 586 euro. Pesa lo stop al reddito di cittadinanza