Le pensioni del prossimo biennio saranno più alte. Chi uscirà nel 2023 o nel 2024 riceverà un trattamento di importo maggiore. Il Ministero del Lavoro ha pubblicato il decreto con l'aggiornamento biennale dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo
Il Ministero del Lavoro ha pubblicato il decreto del 1° dicembre 2022 con la revisione biennale dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo.
Questi rappresentano i valori utilizzati per calcolare la pensione sulla base dei contributi accumulati dal lavoratore negli anni di attività e variano a seconda dell’età anagrafica e della speranza di vita.
La revisione favorevole permetterà ai lavoratori che andranno in pensione nei prossimi due anni di beneficiare di trattamenti con un importo maggiore. Il rovescio della medaglia è che l’aumento dei coefficienti è direttamente attribuibile all’incremento della mortalità.
Pensioni in aumento: aggiornati i coefficienti di trasformazione 2023/2024
I lavoratori che andranno in pensione nel biennio 2023/2024 riceveranno un importo maggiore rispetto agli ultimi anni.
Questo perché i coefficienti di trasformazione del montante contributivo, che vengono revisionati ogni due anni, risultano più favorevoli. Il Ministero del Lavoro ha pubblicato i nuovi valori nel decreto direttoriale del 1° dicembre.
L’aggiornamento biennale è stato introdotto dalla riforma Dini, legge n. 335/1995. Questa stabilisce che ai fini del calcolo dell’importo della pensione bisogna applicare i coefficienti al montante contributivo, cioè il totale dei contributi accumulati. Questi variano in base all’età anagrafica del lavoratore e alla speranza di vita registrata dall’ISTAT.
Secondo tale sistema di calcolo contributivo, infatti, l’importo della pensione annua si ottiene moltiplicando il montante individuale dei contributi per il coefficiente di trasformazione.
In sostanza, più è elevata l’età del lavoratore, maggiore sarà l’importo della pensione, dato che avrà un’aspettativa di vita minore. Dal 2019 questi valori sono aggiornati sulla base della speranza di vita dei cittadini con 65 anni d’età.
Le pensioni sono più alte ma la speranza di vita scende
La revisione aggiorna la Tabella A dell’allegato 2 della Legge n. 247/2007 e la Tabella A della Legge n. 335/1995. I nuovi valori sono indicati nella tabella del Ministero.
Pertanto a parità di montante contributivo, chi andrà in pensione nel prossimi due anni prenderà di più rispetto a chi ha lasciato il lavoro negli anni scorsi.
La novità avrà effetto per tutte le gestioni INPS, per i trattamenti con decorrenza dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024, sono escluse le casse professionali. In particolare, questo sistema riguarda:
- chi non ha contributi al 31 dicembre 1995;
- chi ha l’assegno determinato con il sistema contributivo;
- chi ha meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 o ha iniziato a versare dal 1996;
- chi ha più di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e contributi dal 1° gennaio 2012.
L’aumento per il prossimo biennio è dovuto al fatto che per la prima volta dall’introduzione, i coefficienti sono aumentati anziché diminuiti. Questi, infatti, variano sulla base della speranza di vita registrata dall’ISTAT negli ultimi due anni.
L’aumento dei coefficienti di trasformazione, dunque, è interamente dovuto all’aumento della mortalità.
Tutti i dettagli sul calcolo dei coefficienti di trasformazione sono contenuti nella nota tecnica del Ministero del Lavoro.
- Ministero del Lavoro - Decreto Direttoriale del 1° dicembre 2022
- Revisione biennale dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo (art. 1, comma 11, della legge 8 agosto 1995, n. 335 come modificato dall’art. 1, comma 15 della legge 24 dicembre 2007, n. 247 e dall’art. 24, comma 16, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214)
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