Nella circolare n. 135 del 22 dicembre 2022, l'INPS comunica di aver concluso la rivalutazione delle pensioni per il 2023 e spiega nel dettaglio le operazioni effettuate. Il prossimo anno le pensioni aumenteranno del 7,3 per cento. Visti gli interventi di rimodulazione previsti dalla Legge di Bilancio l'Istituto rivaluterà al 100 per cento tutti i trattamenti fino a 2.100 euro
Le pensioni saranno più alte nel 2023 grazie alla rivalutazione annuale, che per il prossimo anno sarà del 7,3 per cento, come stabilito dal decreto emanato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze dello scorso novembre.
L’INPS tramite la circolare n. 135 del 22 dicembre 2022, annuncia di aver concluso le operazioni di perequazione necessarie per il pagamento delle prestazioni previdenziali e assistenziali nel 2023.
Nel documento, sono riportate nel dettaglio tutte le attività effettuate dall’Istituto e le varie tabelle con gli importi. Viste le importanti novità previste dal disegno della Legge di Bilancio 2023, che modificano le modalità di attribuzione della rivalutazione, l’INPS erogherà l’aumento pieno a tutti i trattamenti fino a quattro volte quello minimo, cioè 2.101,52 euro.
Per il 2023, l’età per accedere alla pensione di vecchiaia e all’assegno sociale è pari a 67 anni. Gli importi saranno pagati dal 3 gennaio del prossimo anno.
Pensioni 2023: requisiti e tabelle per la rivalutazione, le istruzioni INPS
L’INPS nella circolare n. 135 del 22 dicembre 2022 comunica di aver terminato tutte le attività relative alla rivalutazione delle pensioni e dei trattamenti assistenziali per il 2023.
Nel documento sono forniti tutti i dettagli sulle operazioni effettuate.
Secondo quanto stabilito dal decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze dello scorso 10 novembre (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 271 del 19 novembre 2022), la percentuale di variazione da utilizzare per il calcolo della perequazione delle pensioni, cioè la rivalutazione, per il 2023 è stata determinata nella misura del 7,3 per cento.
I trattamenti pensionistici, dunque, saranno rivalutati a partire dal 1° gennaio del prossimo anno.
Il disegno della Legge di Bilancio 2023, però, prevede importanti cambiamenti relativi alle modalità di attribuzione della rivalutazione automatica per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il trattamento minimo.
Vengono eliminate le tre fasce di reddito per la rivalutazione, 100 per cento per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo, 90 per cento per quelli fino a 5 volte il minimo e 75 per cento per quelli superiori a quest’ultima soglia, per lasciare il posto a sei nuove fasce.
Rivalutazione | Importo del trattamento | Euro |
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85 per cento | pari o inferiori a 5 volte il minimo | tra 2.100 e 2.625 euro |
53 per cento | pari o inferiori a 6 volte il minimo | tra 2.626 e 3.150 euro |
47 per cento | pari o inferiori a 8 volte il minimo | tra 3.151 e 4.200 euro |
37 per cento | pari o inferiori a 10 volte il minimo | tra 4.201 e 5.250 euro |
32 per cento | superiore a 10 volte il minimo | oltre 5.251 |
Per evitare di erogare somme potenzialmente indebite, dunque, l’INPS rivaluterà pienamente (del 7,3 per cento) tutti i trattamenti fino a 4 volte il minimo pagato nel 2022, cioè fino a 2.101,52 euro.
“Per i pensionati il cui trattamento pensionistico cumulato è superiore al predetto limite, la rivalutazione sarà attribuita sulla prima rata utile dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2023.”
Pensioni 2023: le tabelle con la rivalutazione e prima data di pagamento degli importi
Aumentano anche pensione sociale, che passa a 414,76 euro, e assegno sociale, portato a 503,27 euro.
Inoltre, la perequazione, definitiva per l’anno 2022 e previsionale per l’anno 2023, è stata applicata anche alle pensioni e agli assegni a favore dei mutilati, invalidi civili, ciechi civili e sordomuti.
Nell’allegato n. 2 alla circolare dell’INPS sono riportate nel dettaglio tutte le tabelle con gli importi del trattamento minimo, delle prestazioni assistenziali e i limiti di reddito per il diritto alle diverse prestazioni collegate al reddito, costruiti come multipli dell’importo del trattamento minimo per il 2023.
Inoltre, l’INPS ricorda che per il 2023, l’età di accesso alla pensione di vecchiaia e all’assegno sociale è di 67 anni e che questo limite è stato applicato per il rinnovo nei casi previsti.
I pagamenti di trattamenti pensionistici, assegni, pensioni e indennità di accompagnamento e di rendite vitalizie dell’INAIL sono effettuati nel primo giorno lavorativo del mese ad eccezione del mese di gennaio.
Per il 2023, dunque, il primo pagamento sarà disposto il 3 gennaio. Per le prestazioni previdenziali e assistenziali, il certificato di pensione per il 2022 sarà pubblicato tra i servizi on line disponibili sul sito istituzionale.
Per tutti i dettagli si rimanda al testo integrale della circolare n. 135 e ai suoi allegati.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Pensioni 2023: requisiti e tabelle per la rivalutazione, le istruzioni INPS