Cambia ancora la rivalutazione delle pensioni prevista dalla Legge di Bilancio 2023 specialmente per i trattamenti minimi. Questi arriveranno a 600 euro per gli over 75 e solo per il prossimo anno. Resta inalterata la rivalutazione al 120 per cento per gli altri trattamenti minimi ma cambia per le altre fasce individuate in precedenza
Nel disegno della Legge di Bilancio 2023 è previsto un aumento delle pensioni che per i trattamenti minimi sarà del 120 per cento grazie all’indicizzazione rispetto all’inflazione.
Le pensioni minime arriveranno a 600 euro solamente per chi ha più di 75 anni, per gli altri trattamenti minimi a circa 570 euro. Con un emendamento al testo, però, vengono modificate le altre fasce precedentemente individuate.
Lo conferma il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenuto alla Camera il 18 dicembre 2022.
L’aumento sarà proporzionato all’importo dei trattamenti, per i quali sono state individuate nuove fasce.
Aumento pensioni 2023: rivalutazione fino al 120 per cento in arrivo con la Manovra
Priorità alle pensioni minime. Questa è la linea che il Governo intende seguire e che emerge dalla bozza della Legge di Bilancio 2023.
Per quanto riguarda in generale il tema pensioni, nel 2023 sarà introdotta la nuova Quota 103, che rimanda l’entrata in vigore della Legge Fornero e permetterà l’uscita anticipata per i lavoratori con 62 anni d’età e 41 di contributi.
Inoltre, sempre per il prossimo anno, sono prorogate Opzione Donna e Ape Sociale.
Nello specifico, per i trattamenti minimi è prevista una rivalutazione fino al 120 per cento rispetto all’inflazione.
Come sottolineato dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella conferenza stampa del 22 novembre 2022, il Governo ha deciso di aiutare le pensioni minime:
“Rivaluteremo tutti i trattamenti secondo l’indicizzazione ma lo faremo con una percentuale diversa in base a quanto è alta la pensione. ”
Le pensioni pari o inferiori al minimo INPS, dunque, vengono rivalutate del 120 per cento. Saranno perciò le pensioni più basse a beneficiare dell’aumento maggiore in rapporto all’inflazione.
Come confermato dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante l’intervento del 18 dicembre 2022 presso la Commissione Bilancio della Camera, le pensioni minime per i cittadini con più di 75 anni sono portate a quasi 600 euro:
“viene introdotto l’innalzamento a 600 euro delle pensioni minime per tutti coloro che hanno 75 anni.”
La percentuale di rivalutazione, poi, sarà minore quanto più è grande l’importo della pensione. Sono rivalutate quindi anche le pensioni con importi più alti ma con una percentuale minore.
Rispetto a quanto previsto, però, un emendamento al testo della Legge di Bilancio 2023 ha introdotto alcune modifiche per quanto riguarda le fasce individuate in precedenza.
Le novità introducono una rivalutazione più alta per i trattamenti fino a 5 volte il minimo, mentre diminuisce per le altre fasce (oltre 6 volte il minimo).
Aumento pensioni 2023: trattamenti minimi a 570 euro mensili
I titolari di un trattamento pensionistico minimo avrebbero comunque beneficiato dell’adeguamento delle pensioni già previsto per il 2023. Si tratta della perequazione annuale, il cui decreto è stato già firmato dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Come specificato nel comunicato stampa del MEF, la rivalutazione degli assegni per il prossimo anno è pari al 7,3 per cento, secondo il parametro comunicato dall’ISTAT al 3 novembre 2022.
Vengono eliminate le tre fasce di reddito per la rivalutazione, 100 per cento per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo, 90 per cento per quelli fino a 5 volte il minimo e 75 per cento per quelli superiori a quest’ultima soglia. Nella nuova Legge di Bilancio sono individuate sei nuove fasce.
L’aumento, pertanto, sarà pieno (100 per cento) per chi percepisce una pensione fino a quattro volte il trattamento minimo INPS (circa 2.100 euro).
Per i trattamenti superiori a quattro volte il minimo, l’aumento sarà proporzionato in base all’importo complessivo:
Rivalutazione | Importo del trattamento | Euro |
---|---|---|
80 per cento | pari o inferiori a 5 volte il minimo | tra 2.100 e 2.625 euro |
55 per cento | pari o inferiori a 6 volte il minimo | tra 2.626 e 3.150 euro |
50 per cento | pari o inferiori a 8 volte il minimo | tra 3.151 e 4.200 euro |
40 per cento | pari o inferiori a 10 volte il minimo | tra 4.201 e 5.250 euro |
35 per cento | superiore a 10 volte il minimo | oltre 5.251 |
Queste le fasce individuate inizialmente. L’emendamento al testo ha modificato questi valori individuando nuove fasce di rivalutazione. Come sottolineato dal Ministro Giorgetti:
“si è operata una revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni per gli anni 2023 e 2024, in quanto è stata elevata la percentuale della fascia di pensioni da 4 a 5 volte la minima e ridotte conseguentemente quelle a salire per quanto riguarda i redditi più alti.”
Non cambia nulla per pensioni minime e quelle fino a 4 volte l’importo minimo, mentre la rivalutazione sale all’85 per cento per i trattamenti fino a 5 volte il minimo e scende per gli altri.
Nuova rivalutazione | Importo del trattamento | Euro |
---|---|---|
85 per cento | pari o inferiori a 5 volte il minimo | tra 2.100 e 2.625 euro |
53 per cento | pari o inferiori a 6 volte il minimo | tra 2.626 e 3.150 euro |
47 per cento | pari o inferiori a 8 volte il minimo | tra 4.201 e 5.250 euro |
37 per cento | pari o inferiori a 10 volte il minimo | tra 4.201 e 5.250 euro |
32 per cento | superiore a 10 volte il minimo | oltre 5.251 |
Il valore minimo è stato fissato dall’INPS, nella circolare n. 120/2022, a 525,38 euro mensili. Con la rivalutazione del 7,3 per cento questo salirebbe a 563,73 euro al mese (7.328,49 euro annui).
All’importo rivalutato in questo modo si aggiungerà anche l’indicizzazione prevista nella Manovra 2023. All’aumento del 100 per cento (rivalutazione del 7,3 per cento) bisogna sommare, quindi, un ulteriore 20 per cento che comporta una rivalutazione delle pensioni minime dell’8,7 per cento.
L’importo minimo della pensione per il 2023, dunque, sarà di quasi 600 euro, per la precisione 570 euro (7.410 euro annui). Come specificato solo per i cittadini con più di 75 anni questo raggiungerà i 597 euro, quindi una rivalutazione del 13,7 per cento.
Questi aumenti non comportano il superamento, per il biennio 2023-2024, dei limiti reddituali previsti per il riconoscimento di tutte le prestazioni collegate al reddito, né rilevano ai fini della rivalutazione delle pensioni per il 2023 e il 2024.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Aumento pensioni 2023: rivalutazione fino al 120 per cento in arrivo con la Manovra