Pignoramento delle pensioni, sale a 1.000 euro il minimo vitale. La novità è parte delle modifiche previste dalla legge di conversione del Decreto Aiuti bis. Un focus su come cambiano i limiti di impignorabilità degli assegni.
Stop al pignoramento delle pensioni fino a 1.000 euro, nuovo minimo vitale fissato per legge.
La novità è parte delle modifiche previste dalla legge di conversione del Decreto Aiuti bis.
Le modifiche in materia di limite di impignorabilità delle pensioni rientrano tra gli emendamenti che hanno ottenuto il via libera da parte del Senato. L’obiettivo è tutelare le categorie più deboli, fissando un nuovo minimo vitale da garantire ai pensionati anche in caso di debiti con lo Stato.
Il parametro da considerare resterà collegato al valore dell’assegno sociale, con il nuovo importo minimo di 1.000 euro relativo a pensioni, indennità e altri assegni di quiescenza.
Pensioni fino a 1.000 euro, stop al pignoramento: novità con la conversione del DL Aiuti bis
Pensioni, indennità e altri assegni di quiescenza sfuggiranno al pignoramento se di valore non superiore al doppio della misura mensile dell’assegno sociale, con un minimo di 1.000 euro.
Questi i nuovi limiti specifici previsti da uno degli emendamenti presentati in sede di conversione del Decreto Aiuti bis.
Con la legge di conversione del Decreto Aiuti bis a cambiare è quanto previsto dall’articolo 545 del Codice di Procedura Civile relativo ai crediti impignorabili.
In merito ai limiti di pignoramento delle pensioni, fino all’entrata in vigore delle novità è previsto il divieto per gli assegni di importo corrispondente alla misura massima mensile dell’assegno sociale, aumentato della metà.
Tradotto in numeri, il valore è pari a 702,42 euro, ossia l’importo mensile dell’assegno sociale (pari a 468,28 per il 2022), aumentato della metà dello stesso.
L’emendamento all’esame del Senato, mantiene il riferimento all’assegno sociale, ma in particolare al doppio dell’importo massimo mensile e fissa un valore minimo pari a 1.000 euro.
Le pensioni che non superano questa soglia saranno quindi impignorabili.
Pensioni superiori a 1.000 euro: le regole sul pignoramento
Restano inalterate le regole sul pignoramento delle pensioni sopra i 1.000 euro.
La parte eccedente tale importo resta pignorabile nei limiti previsti dal terzo, quarto e quinto comma dello stesso articolo 545 del Codice di Procedura Civile che prevedono quanto segue:
“Le somme dovute dai privati a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego comprese quelle dovute a causa di licenziamento, possono essere pignorate per crediti alimentari nella misura autorizzata dal presidente del tribunale o da un giudice da lui delegato.
Tali somme possono essere pignorate nella misura di un quinto per i tributi dovuti allo Stato, alle province e ai comuni, ed in eguale misura per ogni altro credito.
Il pignoramento per il simultaneo concorso delle cause indicate precedentemente non può estendersi oltre alla metà dell’ammontare delle somme predette.”
Facciamo un esempio pratico per capirci di più.
In caso di pensione pari a 1.500 euro, alla luce del nuovo limite al pignoramento in arrivo con la conversione del Decreto Aiuti bis, bisognerebbe innanzitutto sottrarre il limite vitale di 1.000 euro all’importo complessivo del trattamento.
Sull’eccedenza dell’importo si applicherebbe il parametro di 1/5 per determinare il valore delle somme pignorabili, pari quindi a 100 euro mensili.
Nessuna possibilità di pignoramento invece in caso di pensione non superiore a 1.000 euro.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Pensioni fino a 1.000 euro, stop al pignoramento: novità con la conversione del DL Aiuti bis