Pensione giovani: contributi extra per chi inizia a lavorare nel 2025

Francesco Rodorigo - Pensioni

Spunta la possibilità per i neoassunti nel 2025 di versare più contributi all’INPS per irrobustire la pensione. Come funziona la novità in Legge di Bilancio?

Pensione giovani: contributi extra per chi inizia a lavorare nel 2025

La Manovra 2025 non prevede molte misure in favore dei più giovani e quelle previste guardano tutte alla pensione.

Tra queste spunta anche la possibilità, per i giovani che iniziano a lavorare nel 2025, di versare più contributi all’INPS così da incrementare il montante su cui si calcolerà l’assegno.

A prevedere la novità è un emendamento al testo della Legge di Bilancio 2025 inserito durante l’esame alla Camera.

Vediamo quindi quale sarebbe il funzionamento di questo nuovo meccanismo.

Pensione giovani: contributi extra per chi inizia a lavorare nel 2025

La novità prevista dal testo della Manovra 2025 interessa i giovani lavoratori e lavoratrici che dal prossimo anno entrano nel mercato del lavoro. L’obiettivo è quello di garantire un montante contributivo maggiore su cui calcolare l’assegno della pensione.

Nello specifico, i giovani che iniziano a versare i primi contributi nel 2025 potranno scegliere di versare all’INPS una maggiorazione sui contributi dovuti, quindi oltre a quelli obbligatori previsti per legge.

Si potrà versare quindi una quota pari la massimo a due punti percentuali, e cioè pari al 2 per cento della quota a proprio carico trattenuta in busta paga.

Una possibilità che ora come ora sembrerebbe riservata solamente ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti e agli iscritti alla Gestione separata.

Questi saranno deducibili dal reddito complessivo per il 50 per cento dell’importo totale versato. I contributi versati a titolo di maggiorazione dunque non saranno deducibili dal reddito al 100 per cento come quelli ordinari.

L’obiettivo, come detto, è quello di aumentare il montante contributivo sul quale si andrà a calcolare l’importo dell’assegno della pensione.

Attenzione però: la quota di pensione che deriva da questi versamenti extra non sarà erogata in automatico. Sarà corrisposta su apposita domanda dell’interessato e soprattutto al momento della maturazione del requisito per la pensione di vecchiaia: quindi a 67 anni (requisito attuale per la vecchiaia).

I contributi versati a titolo di maggiorazione, inoltre, non andranno a contribuire al raggiungimento dell’importo soglia per l’accesso alla pensione anticipata nel sistema contributivo, che dal 2024, ricordiamo, è fissato a 3 volte l’assegno sociale (1.603,23 euro per il 2024). La soglia poi scende a 2,8 volte per le donne con 1 figlio e 2,6 per le donne con 2 o più figli.

La contribuzione extra quindi si tradurrebbe in pensione solo al compimento dei 67 anni e senza favorire in alcun modo il pensionamento anticipato a 64 anni. Una misura che lascia più di qualche perplessità viste le già precarie condizioni dei giovani lavoratori e lavoratrici.

Pensione giovani: uscita anticipata nel contributivo più facile ma con più contributi da versare

A tale misura si aggiunge la possibilità sempre per i giovani nel sistema contributivo, di raggiungere più facilmente la pensione anticipata a 64 anni.

Nello specifico, si prevede il cumulo della rendita derivante dai versamenti ai fondi di pensione complementare all’assegno pensionistico ordinario.

L’obiettivo è quello di favorire il raggiungimento del citato importo soglia per l’accesso al trattamento e quindi l’accesso alla pensione anticipata.

La versione attuale dell’emendamento al testo della Legge di Bilancio che prevede la misura però introduce anche un aumento del requisito contributivo. I 20 anni di contribuzione richiesti per accedere al trattamento anticipato a 64 anni salgono infatti a 25 anni. Saranno poi 30 nel 2030.

Ad ogni modo, per l’ufficialità si attende la conclusione dell’iter parlamentare e la pubblicazione della Legge di Bilancio 2025 sulla Gazzetta Ufficiale.

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