Parcella avvocato, dovrà essere sempre pagata se manca la contestazione delle singole voci. Questa la sentenza della Corte di Cassazione in materia di tariffe dei legali.
La parcella di un avvocato può essere contestata solo in relazione a singole voci. È quanto emerge dalla sentenza della Cassazione n. 13786 del 2017. L’obbligo è stato fatto valere nei confronti di un Comune che riteneva non vi fosse stato alcuna attività del legale che comprovasse la richiesta di pagamento.
L’ordinanza della Cassazione ha infatti imposto come la parcella dell’avvocato sia da considerarsi alla stregua di un rendiconto. L’avvocato va sempre pagato quindi, a meno che non si possano contestare le singole voci della tariffa.
Ecco le novità sul pagamento della parcella di avvocati dall’ordinanza della Corte di Cassazione n. 13786/2017.
Parcella avvocato: va sempre pagata. La sentenza della Cassazione
La sezione seconda civile della Corte di Cassazione ha imposto novità in materia di pagamento della parcella di un avvocato. L’ordinanza n. 13786/2017 ha infatti dichiarato come le tariffe del difensore non possano essere contestate unicamente in generale.
L’ordinanza ha come oggetto una contesa tra un Comune italiano e il suo avvocato difensore. Con il terzo motivo del ricorso veniva denunciato dall’Ente pubblico (ai sensi dell’art. 360, co. 1 del codice di procedura civile), la violazione e falsa applicazione degli artt. 2697 e 115 del c.p.c..
Nel dettaglio, il Comune sosteneva come l’avvocato non avesse depositato alcun atto difensivo che provasse l’attività compiuta. Per tale motivo la parcella non sarebbe dovuta essere pagata. In particolare veniva denunciato il difetto di prova delle prestazioni eseguite, con una conseguente tariffa giudicata eccessiva rispetto all’attività svolta.
Alla pubblica amministrazione è stato imposto il pagamento della parcella. Secondo la sentenza della Cassazione, la contestazione non può essere accolta se è ‘generica’. La tariffa dell’avvocato può essere messa in discussione solo con riguardo a singole voci della prestazione complessiva.
Parcella avvocato, Cassazione: non contestabile in via generale
Per la parcella dell’avvocato sussiste secondo la Corte un’equiparazione con un rendiconto. Se v’è richiesta in tal senso, il professionista è tenuto a dimostrare le proprie pretese di pagamento in relazione ai soli singoli capitoli della parcella. In mancanza di tali requisiti, la tariffa dell’avvocato deve essere considerata provata per fondamento di fatto.
In mancanza di opposizione dettagliata quindi, la parcella dell’avvocato va sempre pagata. L’ordinanza della Cassazione ha inoltre descritto come ‘ingiustificata’ la pretesa del Comune, che ha sostenuto una contestazione della tariffa in via generale.
Nel caso in questione infatti erano state depositate unicamente le parcelle vistate dall’Ordine. Anche in una situazione tale però l’avvocato dovrà vedersi corrisposto il pagamento per la propria prestazione.
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