Stretta sull'accesso alla NASpI in caso di dimissioni volontarie da un precedente lavoro. Un emendamento al testo della Legge di Bilancio interviene sui requisiti
In arrivo una stretta sui requisiti per l’accesso all’indennità di disoccupazione.
Un emendamento al testo della Legge di Bilancio 2025 interviene sui criteri per poter ottenere la NASpI nel caso in cui i dipendenti abbiano dato le dimissioni nell’ultimo anno.
Per poter ottenere l’indennità sarà infatti necessario rispettare alcune precise condizioni. Vediamo quali.
La novità fa coppia con le nuove disposizioni in arrivo con il DDL Lavoro.
NASpI: dal 2025 stretta sui requisiti per ottenere la disoccupazione
Dal prossimo anno potrebbero arrivare importanti novità anche per l’indennità di disoccupazione. A prevederle è uno degli emendamenti presentati dalla maggioranza al testo della Legge di Bilancio 2025, attualmente all’esame della Camera.
Nello specifico, la nuova disposizione va a modificare in chiave più restrittiva i requisiti di accesso alla NASpI, la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, elencati all’articolo 3, comma 1, del decreto legislativo n. 22 del 2015.
Si tratta, ricordiamo, dell’indennità di disoccupazione riconosciuta mensilmente dall’INPS, su apposita domanda, ai lavoratori e alle lavoratrici che perdono il lavoro involontariamente.
Ebbene, la proposta di intervento prevede di precludere la tutela in alcuni specifici casi con l’obiettivo di contrastare il fenomeno delle rioccupazioni finalizzate ad ottenere la NASpI, ovvero i casi in cui il dipendente si dimette dal posto di lavoro, trova un nuovo impiego e viene poi licenziato (si fa licenziare) dopo poco tempo così da poter fare domanda per la disoccupazione (che ricordiamo non spetta in caso di dimissioni volontarie).
In particolare, dal 1° gennaio 2025 si chiude l’accesso alla NASpI ai dipendenti che hanno dato dimissioni volontarie, anche a seguito di risoluzione consensuale, a un lavoro a tempo indeterminato nell’ultimo anno e richiedono l’indennità dopo essere stati licenziati dal nuovo impiego.
Questi potranno invece beneficiare dell’indennità nel caso in cui possano far valere almeno 13 settimane di contribuzione nel nuovo lavoro (dal quale sono stati licenziati).
In questo modo si chiude la porta alla possibilità di ottenere la NASpI a chi sfrutta la rioccupazione con licenziamento lampo. Sono escluse le dimissioni per giusta causa.
Ad ogni modo, anche se l’emendamento al testo arriva dalla maggioranza di Governo, per l’ufficialità si attende la conclusione dell’iter parlamentare e la pubblicazione della Legge di Bilancio 2025 sulla Gazzetta Ufficiale.
NASpI 2025: le novità in arrivo dal DDL Lavoro
Le novità in materia di NASpI per il 2025 non finiscono qui. Nuove disposizioni sono in arrivo con il DDL Lavoro, approvato definitivamente e in fase di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il quale introduce alcune misure per contrastare il fenomeno dei cosiddetti “furbetti della NASpI”.
Si tratta di alcuni specifici casi in cui i dipendenti invece di dimettersi spingono il datore di lavoro a procedere con il licenziamento così da poter beneficiare dell’indennità di disoccupazione. Questo perché, come detto, la NASpI non spetta in caso di dimissioni volontarie.
Come previsto dal nuovo provvedimento, i dipendenti che faranno assenze ingiustificate per un periodo superiore al termine previsto dal CCNL applicato oppure, quando non indicato, per un periodo superiore a 15 giorni, il datore di lavoro invierà una segnalazione all’Ispettorato del Lavoro e per il dipendente in questione scatterà la risoluzione del rapporto per volontà del lavoratore con conseguente perdita del diritto alle tutele previste per legge in caso di licenziamento.
In questi casi, dunque, non si avrà più diritto a ricevere la NASpI. Una vera e propria stretta, tra le due novità in arrivo, per contrastare i “furbetti” che puntano ad ottenere il sussidio.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: NASpI: dal 2025 stretta sui requisiti per ottenere la disoccupazione