Sempre più persone in Italia entrano in possesso di criptovalute come i bitcoin. Ma vanno indicate nell’ISEE?

Negli ultimi anni, sempre più persone si sono avvicinate al mondo delle criptovalute, attratti dalle opportunità di investimento offerte da Bitcoin, Ethereum e dalle altre valute digitali.
A questo punto una domanda potrebbe sorgere spontanea: le criptovalute vanno dichiarate nell’ISEE?
La risposta in sintesi è sì. Vediamo come fare.
Criptovalute e Bitcoin vanno nell’ISEE?
L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, l’ISEE, è un documento fondamentale per accedere a prestazioni sociali agevolate, come bonus, borse di studio o riduzioni sulle tasse universitarie.
Il calcolo del valore è basato sui patrimoni e i redditi percepiti da chi presenta la Dichiarazione sostitutiva unica (DSU) e dagli altri componenti del nucleo familiare nei 2 anni precedenti.
Poiché bisogna indicare il proprio patrimonio mobiliare, ne deriva che anche il possesso di criptovalute debba essere dichiarato nella DSU.
A fornire la conferma è anche una FAQ del Ministero del Lavoro datata 13 settembre 2024, nella quale sono fornite tutte le istruzioni per la corretta indicazione nella dichiarazione.
Le criptovalute, infatti, devono essere dichiarate nel Quadro FC2 sez. I o II della DSU con il codice meglio corrispondente al tipo di rapporto finanziario posseduto.
Ad esempio, si legge nel testo, se si ha un conto corrente in criptovalute bisogna dichiarare un rapporto di tipo 1, se si possiede un portafoglio digitale in cripto attività presso un Prestatore di servizi in valuta virtuale (VASP) censito presso l’Organismo degli agenti e mediatori creditizi (DM 13 gennaio 2022) bisogna dichiararli con il tipo 99 inserendo il controvalore in euro.
Criptovalute e Bitcoin vanno dichiarate nel 730
I contribuenti che hanno realizzato plusvalenze finanziarie e da criptoattività possono inserirle nel modello 730/2025.
I dati relativi alle criptoattività devono essere inseriti nel quadro T, per la dichiarazione delle plusvalenze di natura finanziaria.
Nel nuovo quadro devono essere inseriti i redditi diversi di natura finanziaria, comprese le criptovalute per le quali deve essere versata l’imposta sostitutiva al 26 per cento.
Nel quadro W del modello 730/2025 devono invece essere dichiarate le criptoattività che non sono detenute presso intermediario italiano obbligato all’applicazione dell’imposta di bollo del 2 per mille.
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