Il presidente del CNDCE Massimo Miani a tutto campo nella prima giornata del forum commercialisti 2018 di ItaliaOggi parla di fattura elettronica e futuro della professione di dottore commercialista ed esperto contabile.
Il presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili Massimo Miani è intervenuto ieri nella seconda giornata del forum nazionale commercialisti 2018 organizzato da ItaliaOggi.
Molti i temi trattati: la fattura elettronica obbligatoria, per la quale le Pmi non sono ancora pronte; l’evoluzione della professione, con le evidenti esigenze di specializzazione ed aggregazione.
Miani è intervenuto in una tavolta rotonda insieme a Claudio Rorato, Direttore Osservatori professionisti e innovazione digitale – Politecnico di Milano e Carla Ruocco, parlamentare M5S e presidente della commissione finanze della Camera. A moderare la discussione ci ha pensato Francesco Giorgino, conduttore TG1.
Rorato (Politecnico di Milano): conoscenza del mercato e investimento in digitale sono i fattori di successo delle professioni
Il primo intervento è quello di Claudio Rorato, Direttore Osservatori professionisti e innovazione digitale – Politecnico di Milano, che ha parlato della necessità di operare con una visione di sistema.
In particolare, secondo Rorato occorre:
“Un sistema che consideri davvero la necessità di approfondire la conoscenza delle moderne tecnologie dell’informazione e del mercato. Occorre però investire tanto in digitale. Imprese e professionisti investono troppo poco in ricerca, innovazione ma anche nei servizi digitali di base.
Fino a pochi anni fa il mercato delle professioni era facilmente individuabile. Oggi il contesto competitivo è estremamente frazionato, basti pensare ai servizi IVA di Amazon ovvero alle app che si propongono di far scomparire commercialisti e avvocati.
Oggi sul mercato esistono molti operatori che - conoscendo la tecnologia - hanno molto disintermediato il professionista, industrializzando processi lavorativi estremamente standardizzati.
Pensiamo poi alle startup: il 35% dichiara apertamente di voler offrire servizi di disintermediazione dei professionisti.
Di conseguenza, oggi le skills professionali e la deontologia non sono più sufficienti per operare come si faceva prima. Occorre studiare e trovare nuove modalità di approccio e cambi di paradigma.”
A questo punto Giorgino chiede a Rorato cosa significhi esattamente cambiare il modello organizzativo, passando dal cartace ad un flusso di dati dematerializzati.
Ecco la risposta di Rorato:
“Si fa presto a dire cambiamo da un pdf ad un xml... La fattura elettronica inizia l’innesto di un processo virtuoso. La fe vuol dire dematerializzare gli ordini, i processi, la gestione caratteristica. La fe consente di risparmiare tempi e costi.
Per gli studi professionali, in particolare, non si tratterà piu di gestire documenti ma di gestire dati. In questo modo - sviluppando nuovi servizi - le abilità richieste saranno richieste, sia per i titolari dello studio che per i collaboratori. Lo studio diventa così una leva per far crescere le persone che ci lavorano, oltre che - di conseguenza - i clienti”
L’intervento del Presidente Miani
L’intervento del presidente Miani segue ad una domanda del moderatore Giorgino:
“Le donne professioniste aumentano, i giovani no. Prevale l’individualismo nello svolgimento delle professioni, con tutto ciò che comporta in termini di specializzazioni. Rispetto all’articolazione della popolazione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili come affrontare questi temi?”
Ecco la risposta di Miani:
“Scusi, ma riprendendo l’intervento di Rorato voglio partire dalla fattura elettronica, analizzando le reali opportunità. Non dimentichiamo un fatto, tutte queste considerazioni dovrebbero far nascere un evoluzione per le imprese. In realtà, tutto il discorso della fattura elettronica si è sviluppato così rapidamente per per motivi di gettito. Non può essere questo il fattore propulsivo di un evento epocale come la fattura elettronica.
Le micro imprese non sono assolutamente pronte per organizzarsi ed investire nella fattura elettronica.
La nostra richiesta di introduzione scaglionata è per fare in modo che nasca una cultura della fattura elettronica diversa da quella che sta emergendo e - di conseguenza - assistere molti studi professionali, che stiamo cercando di organizzare in questo senso (si pensi al portale della professione).
Questo lo dico all’Onorevole Ruocco (che siede accanto a Miani). Sentiamo il dovere di rappresentare il 75% delle imprese che operano in Italia, mettendo all’attenzione del mondo politico il concreto rischio di non essere pronti il prossimo primo gennaio.
Purtroppo non siamo stati ascoltati. Ma proseguiamo convinti. Avevamo peraltro segnalato già le criticità dello spesometro 2017 e tutti sappiamo com’è andata.
Nel prosieguo - dopo un periodo di transizione - potremo anche vedere qualche risultato, ma nel breve periodo si avranno più difficoltà che benefici”
A questo punto Giorgiono chiede quale sia la richiesta specifica per la politica.
E Miani risponde che:
“Noi continuiamo a formulare la proposta dell’introduzione graduale: dalle imprese più grandi alle più piccole, utilizzando come parametro quello dei dipendenti.
C’è poi la questione dei costi: non si parla mai di credito d’imposta per esempio, ovvero della possibilità che lo Stato storni una parte (anche piccola) dei costi della fe.
Occorre poi eliminare le sanzioni per il primo anno”
Miani prosegue poi analizzando la futura evoluzione della professione che, inevitabilmente dovrà passare attraverso due grandi questioni:
- aggregazione e superamento dell’individualismo studi. L’individualismo, in particolare, si giustifica con il fatto che ormai per un giovane che si iscrive diventa quasi impossibile svolgere autonomamente l’attività. La tendenza in futuro dovrà essere per forza quello di studi associati, proprio per l’ampiezza delle competenze necessarie, soprattutto digitali, per assistere il cliente e stare sul mercato. Occorrono poi degli incentivi all’aggregazione. Per esempio, l’estensione del regime forfettario non aiuta a risolvere la questione dell’individualismo;
- specializzazioni: sono necessarie, soprattutto considerando la riduzione dei margini derivanti dalle attività base di assistenza contabile e fiscale. Ciò porta giustamente a dire che i commercialisti vorrebbero avere le nuove esclusive, l’equo compenso, ecc. Il Cndcec ha anticipato questa evoluzione attraverso le SAF, anche se su questo la politica continua a non ascoltarci.
Ruocco: primo periodo senza sanzioni per la fattura elettronica
Ultimo intervento della tavola rotonda che chiude la prima giornata del forum commercialisti 2018 è quello di Carla Ruocco.
Giorgino chiede se ci sia possibilità che venga modificata la normativa sulla fattura elettronica.
Ecco la risposta dell’Onorevole Ruocco:
“Mi sento di poter rappresentare bene i commercialisti, proprio perché provengo dal mondo delle professioni. Lavoriamo per un fisco più trasparente, più equo e più giusto.
Sulla fatturazione elettronica abbiamo sollecitato Sogei con un ciclo di audizioni, la predisposizione delle app, e all’articolo 15 della mia proposota di legge dove si prevede una riduzione delle sanzioni, oltre ad alleggerire gli altri adempimenti. Occorre il giusto tempo, e il Parlamento lo ha, per affrontare a passo spedito per migliorare il testo
Nel decreto semplificazioni è menzionata, occorre verificarla anche rispetto anche a come si svilupperà il tema della flat tax, visto che i forfettari saranno esclusi”
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Miani al forum commercialisti: “Pmi non pronte per la fattura elettronica”