L'INPS nel comunicato stampa del 21 febbraio 2023 fornisce i dati su malattie e visite fiscali in relazione al secondo semestre 2022. I certificati di malattia sono aumentati del 30 percento rispetto al 2021
Nel secondo semestre 2022 i certificati di malattia sono aumentati del 30 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021.
Questo il dato saliente dell’Osservatorio statistico sul Polo unico di tutela della malattia INPS, diffuso tramite il comunicato stampa del 21 febbraio 2023.
In totale i certificati emessi sono stati 16,4 milioni, per oltre 78 milioni di giorni di malattia. Per il 77 per cento provengono dal settore privato.
Le visite fiscali sono state in totale 558.000. In aumento, rispetto al 2021, per quanto riguarda il terzo trimestre 2022, mentre si registra un calo in relazione al quarto.
Malattia e visite fiscali: nel 2° semestre 2022 i certificati sono aumentati del 30 per cento
L’INPS con il comunicato stampa del 21 febbraio 2023 fornisce una panoramica sulle malattie e le visite fiscali relative al secondo semestre del 2022.
I dati sono quelli dell’osservatorio statistico sul Polo unico di tutela della malattia, il cui obiettivo è monitorare il fenomeno dell’astensione dal lavoro da parte dei lavoratori dipendenti privati e pubblici a causa di malattia.
Per l’analisi, infatti, vengono presi in considerazione i certificati inviati dal medico e le visite di controllo effettuate dall’Istituto.
Nel secondo semestre del 2022 l’INPS ha ricevuto un totale di 16,4 milioni di certificati, per un aumento complessivo del 30 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. Il 77,9 per cento di questi proviene dal settore privato.
Nello specifico, per il terzo trimestre 2022 (luglio, agosto e settembre) si registra un incremento del 41,4 per cento dato che si è passati dai 4,7 milioni di certificati emessi nel 2021 ai 6,7 milioni del 2022.
Per il quarto trimestre (ottobre, novembre e dicembre), invece, si registra un aumento più contenuto ma comunque consistente, 23 per cento. Si è passati da 7,9 milioni di certificati a 9,7 milioni.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, per il terzo trimestre l’aumento è maggiore nelle regioni del Sud e del Centro, mentre nel quarto l’incremento più ampio è stato registrato al Nord.
In entrambi i periodi la fascia d’età più interessata è quella degli ultracinquantenni e l’incremento riguarda più le donne che gli uomini.
L’INPS sottolinea come negli anni precedenti l’emergenza sanitaria, si sia sempre verificato un aumento dei certificati di malattia di circa il 50 per cento tra il terzo e il quarto trimestre, dovuto alla stagionalità.
“anche in questi ultimi due anni si osserva lo stesso andamento dei certificati tra i due periodi, ma di maggiore entità nel 2021 (più 66,7 per cento) rispetto alla variazione congiunturale riscontrabile nel 2022 (più 45 per cento).”
Le variazioni, spiega l’Istituto, sono riconducibili ad una serie di fattori collegabili alla pandemia e soprattutto alle diverse misure introdotte per il suo contenimento.
Visite fiscali: nel 2° semestre 2022 aumento maggiore per i lavoratori sotto i 29 anni
L’Osservatorio INPS riporta anche i tutti i dati relativi alle visite fiscali effettuate nel secondo semestre del 2022.
Si tratta delle visite di controllo effettuate dal medico fiscale INPS presso il domicilio del lavoratore, indicato nel certificato di malattia, per verificare il suo stato di salute.
Nel terzo trimestre 2022 le visite fiscali sono state 278.000, con un incremento del 7,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. L’aumento si registra sia nel privato (in forma maggiore) sia nel pubblico.
Cala, però, il numero medio di visite per mille certificati, che passa da 55 a 42.
Per quanto riguarda il quarto trimestre 2022, invece, le visite fiscali effettuate sono state 280.000, una diminuzione del 10 per cento rispetto allo stesso periodo 2021. Una diminuzione più accentuata nel privato rispetto al pubblico.
I lavoratori fino a 29 anni sono stati la categoria maggiormente sottoposta al controllo fiscale, in particolare quelli del settore pubblico (più 8,8 per cento). Per le altre classi d’età, invece, si è registrata una diminuzione di circa l’11 per cento.
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