IRPEF, saldo 2022 e primo acconto 2023 con doppia scadenza: quando pagare e come fare il calcolo

IRPEF, saldo e primo acconto 2023 con doppia scadenza, per effetto della proroga prevista per le partite IVA che applicano gli ISA. Il dettaglio dei termini di pagamento alla luce delle ultime novità e delle regole per il calcolo delle somme dovute

IRPEF, saldo 2022 e primo acconto 2023 con doppia scadenza: quando pagare e come fare il calcolo

IRPEF a doppia scadenza, effetto della proroga di saldo e primo acconto 2023 disposta per le partite IVA soggette agli ISA.

Le imposte emerse dalla dichiarazione dei redditi chiamano alla cassa sia i titolari di partita IVA che i lavoratori dipendenti e i pensionati. Nel primo caso il pagamento dell’IRPEF si esegue mediante il modello F24, mentre per i contribuenti con sostituto d’imposta l’addebito di saldo e primo acconto è effettuato in busta paga o sulla pensione.

Stando alle regole ordinarie, il termine per il versamento dell’IRPEF è fissato al 30 giugno 2023. La scadenza è stata tuttavia prorogata al 20 luglio per le partite IVA che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale, inclusi i forfettari.

Nessuna novità invece sul fronte della possibilità di differimento: si può pagare entro il 31 luglio, con maggiorazione dello 0,40 per cento, così come è possibile optare per la rateizzazione delle somme dovute.

Per il calcolo dell’acconto IRPEF 2023 sono due i metodi che è possibile adottare, quello storico o il previsionale, facendo in quest’ultimo caso particolare attenzione a non versare un importo inferiore a quanto effettivamente dovuto, pena l’applicazione di sanzioni.

IRPEF, saldo 2022 e primo acconto 2023 con doppia scadenza: quando pagare e come fare il calcolo

Entro la scadenza del 30 giugno 2023 è necessario eseguire il versamento del saldo 2022 e del primo acconto dell’IRPEF dovuto per l’anno in corso, sulla base di quanto emerso dalla dichiarazione dei redditi. Da segnare in rosso sul calendario anche la successiva scadenza del 30 novembre, termine peer il versamento del secondo acconto.

La scadenza di fine giugno è oggetto di proroga per le partite IVA che esercitano attività per le quali si applicano gli ISA, inclusi i soggetti esclusi quali i contribuenti che appartengono al regime forfettario.

A comunicare il rinvio della scadenza al 20 luglio è stato il Ministero dell’Economia, con il comunicato stampa del 14 giugno. Resta fermo in calendario il termine per i versamenti con maggiorazione, da eseguire entro il 31 luglio.

La regola generale prevede che a dover versare l’acconto IRPEF sono i contribuenti che sulla base di quanto indicato nella dichiarazione dei redditi 2023 sono titolari di un’imposta superiore a 51,65 euro, al netto di detrazioni, crediti d’imposta, ritenute ed eccedenze.

L’acconto IRPEF è pari al 100 per cento dell’imposta dovuta, e si paga secondo le seguenti scadenze:

  • unico versamento entro il 30 novembre se l’acconto è inferiore a 257,52 euro;
  • due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro; la prima è pari al 40 per cento e va versata entro il 30 giugno (insieme al saldo dell’anno precedente), la seconda è pari al restante 60 per cento e va versata entro il 30 novembre. I soggetti che applicano gli Indici sintetici di affidabilità (ISA), compresi i forfettari, pagano due rate uguali pari al 50 per cento dell’importo dovuto.

La prima rata di acconto e il saldo IRPEF possono essere rateizzati, mentre si paga in un’unica soluzione il secondo acconto del 30 novembre.

Il contribuente può scegliere di versare l’imposta dovuta entro i successivi 30 giorni, con maggiorazione dello 0,40 per cento da applicare all’importo dovuto.

Regole che non cambiano e che si applicano anche in vista della scadenza di saldo e acconto IRPEF 2023 e che dovranno essere riadattate alla luce della proroga al 20 luglio prevista per i titolari di partita IVA.

IRPEF 2023, calcolo storico o previsionale per l’acconto

Due i metodi per calcolare l’importo dell’acconto IRPEF dovuto, quello storico e il previsionale.

Con il metodo storico l’imposta dovuta è calcolata sulla base delle somme versate nel corso del periodo d’imposta precedente.

L’utilizzo del metodo previsionale per il calcolo dell’IRPEF consente invece di calibrare l’imposta da versare tenuto conto del reddito che si prevede di conseguire nel corso dell’anno.

Il metodo previsionale è particolarmente indicato nel caso in cui si prevede di incassare nel corso del periodo d’imposta un reddito inferiore rispetto all’anno precedente, al fine di versare un acconto di importo inferiore.

Il metodo previsionale di calcolo dell’acconto IRPEF 2023 deve però essere utilizzato facendo particolare attenzione: se a consuntivo dovesse risultare un calcolo errato - nel senso che il reddito conseguito sia, a posteriori, maggiore di quello atteso - allora l’Agenzia delle Entrate avrebbe titolo per contestare l’insufficiente versamento, pari al 30 per cento delle somme dovute.

Saldo e acconto IRPEF 2023: differimento e rateizzazione per la scadenza del 30 giugno e del 20 luglio

Il saldo e il primo acconto 2023 dell’IRPEF, così come per le altre imposte emerse dalla dichiarazione dei redditi, possono essere versati in un’unica soluzione o mediante rateizzazione.

Per il versamento del saldo d’imposta e di prima rata di acconto IRPEF è ammessa la rateizzazione fino a un massimo di 6 rate, da completare entro il mese di novembre.

Tutti i contribuenti possono versare in rate mensili le somme dovute a titolo di saldo e acconto delle imposte sui redditi, compresi i contributi risultanti dal quadro RR sulla quota di reddito eccedente il minimale.

L’unica scadenza non rateizzabile è quella del 30 novembre, relativa al secondo acconto delle imposte e dei contributi.

Due gli scadenzari da seguire, differenziati per titolari o non titolari di partita IVA.

Nel dettaglio, per i non titolari di partita IVA le scadenze in caso di rateizzazione di saldo e primo acconto 2023 sono le seguenti:

RATAVERSAMENTOINTERESSI %VERSAMENTO (*)INTERESSI %
30 giugno 0,00 31 luglio 0,00
31 luglio 0,33 31 luglio 0,00
31 agosto 0,66 31 agosto 0,33
2 ottobre 0,99 2 ottobre 0,66
31 ottobre 1,32 31 ottobre 0,99
30 novembre 1,65 30 novembre 1,32

(*) In questo caso l’importo da rateizzare deve essere preventivamente maggiorato dello 0,40 per cento.

Per i titolari di partita IVA il calendario delle scadenze è invece il seguente:

RATAVERSAMENTOINTERESSI %VERSAMENTO (*)INTERESSI %
30 giugno 0,00 31 luglio 0,00
17 luglio 0,18 21 agosto 0,18
21 agosto 0,51 18settembre 0,51
18 settembre 0,84 16 ottobre 0,84
16 ottobre 1,17 16 novembre 1,17
16 novembre 1,50

(*) In questo caso l’importo da rateizzare deve essere preventivamente maggiorato dello 0,40 per cento.

Alla luce della proroga al 20 luglio, il calendario per le partite IVA interessate dal rinvio è così ridefinito:

RATAVERSAMENTOINTERESSI %VERSAMENTO (*)INTERESSI %
20 luglio 0,00 31 luglio 0,00
17 luglio (si attendono conferme sulla possibilità di effettuare anche il versamento della seconda rata entro il 20 luglio) 0,18 21 agosto 0,18
21 agosto 0,51 18settembre 0,51
18 settembre 0,84 16 ottobre 0,84
16 ottobre 1,17 16 novembre 1,17
16 novembre 1,50

(*) In questo caso l’importo da rateizzare deve essere preventivamente maggiorato dello 0,40 per cento.

In caso di rateizzazione delle imposte sui redditi in scadenza il 30 giugno 2023 è necessario aggiungere all’importo dovuto gli interessi del 4 per cento annuo, a partire dal giorno successivo alla scadenza della prima rata e fino a quella successiva.

La scadenza del 30 giugno o del 20 luglio può inoltre essere differita di 30 giorni. Si può pagare quindi entro il 31 luglio 2023 (il 30 luglio è domenica), previa maggiorazione delle somme dovute dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo.

IRPEF 2023, come pagare saldo e acconto con modello F24

Come evidenziato in apertura, per i contribuenti con sostituto d’imposta l’IRPEF è addebitata sullo stipendio o sulla pensione.

In tutti gli altri casi, così come per i titolari di partita IVA, saldo e primo acconto 2023 dovranno essere versati utilizzando il modello F24, indicandovi i seguenti dati:

  • codice fiscale;
  • dati anagrafici;
  • domicilio fiscale;
  • anno d’imposta per il quale si versa il saldo o l’acconto;
  • codice tributo per imputare correttamente le somme versate.

I codici tributo IRPEF da indicare nel modello F24 sono i seguenti:

  • 4001: IRPEF - Saldo
  • 4033: IRPEF - Acconto prima rata
  • 4034: IRPEF - Acconto seconda rata o unica soluzione
  • 1668: Interessi pagamento dilazionato. Importi rateizzabili Sez. Erario

In merito alle istruzioni per la compilazione del modello F24, si ricorda che gli interessi relativi agli importi a debito rateizzati di ciascuna sezione dovranno essere esposti cumulativamente in un unico rigo all’interno della stessa sezione, utilizzando l’apposito codice tributo.

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