IRPEF: il 45 per cento degli italiani ufficialmente senza redditi

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Il 15 per cento degli italiani paga l'IRPEF per quasi tutti gli altri. Il 63 per cento dell'IRPEF è versata da poco più di 6 milioni di persone. I dati emersi dall’Osservatorio annuale di Itinerari Previdenziali, che lancia l'allarme per la tenuta del sistema previdenziale

IRPEF: il 45 per cento degli italiani ufficialmente senza redditi

Quanto è ancora sostenibile il sistema di sicurezza sociale italiano?

A fornire una panoramica su chi paga effettivamente per mantenere il welfare e sulla sostenibilità della spesa per sanità e assistenza è l’XI Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2024, presentato ieri alla Camera da Itinerari Previdenziali.

Il 45 per cento dei cittadini e delle cittadine italiane non ha reddito o non lo dichiara e il 63 per cento dell’IRPEF totale è pagato dalla minoranza (15,2 per cento) con redditi sopra i 35.000 euro.

IRPEF: il 45 per cento degli italiani ufficialmente senza redditi

Itinerari Previdenziali, il 29 ottobre 2024, ha presentato alla Camera l’XI Indagine sulle entrate fiscali “Le dichiarazioni dei redditi 2022: l’analisi IRPEF e delle altre imposte dirette e indirette per import, tipologia dei contribuenti e territori negli ultimi 15 anni”, l’osservatorio dedicato alle entrate fiscali e al finanziamento del welfare che analizza le dichiarazioni individuali dei redditi IRPEF e le altre principali imposte dirette e indirette del Paese e offre un quadro d’insieme sulle prospettive di tenuta di medio e lungo termine del sistema di protezione sociale.

Sono proprio i dati relativi alle entrate fiscali a far riflettere sulla sostenibilità finanziaria del welfare italiano. In riferimento ai redditi generati nel 2022, emerge come sono i 19,7 milioni di italiani che hanno dichiarato redditi dai 20.000 euro in su a contribuire al 93,7 per cento del gettito complessivo. In questo contesto è il 15,2 per cento degli italiani (circa 6 milioni di persone con redditi oltre i 35.000 euro) a pagare oltre il 63 per cento delle imposte totali.

Su 59 milioni di abitanti, si legge nel rapporto, solo 32,3 milioni di cittadini hanno presentato per il 2022 una dichiarazione dei redditi positiva, il che significa che 45,16 per cento degli italiani non ha redditi (o non li dichiara) e di conseguenza vive a carico di qualcuno.

Non una critica al principio di progressività dell’imposta ma un monito per la sostenibilità del sistema di welfare.

“Come facciamo a garantire la sostenibilità del nostro sistema di protezione sociale se il grosso del carico fiscale grava su una minoranza? Negli ultimi 15 anni i redditi dichiarati sono aumentati del 21,44%, mentre la spesa per il welfare è cresciuta di circa il 38%. Basta questo semplice confronto per capire come si sia davanti a un onere molto gravoso.”

Questo il commento di Alberto Brambilla, presidente del centro studi Itinerari Previdenziali come riportato dal Corriere della Sera.

Una redistribuzione così marcata rischia, in assenza di opportune contromisure, di compromettere lo sviluppo e tenuta dei conti pubblici dello Stato.

IRPEF: il grosso del carico fiscale a carico di una minoranza, i rischi per il sistema di welfare

A far preoccupare è dunque la tenuta del sistema di sicurezza sociale, delle pensioni, della sanità pubblica e della scuola. Il 53,1 per cento dei contribuenti (31,4 milioni di persone) versa solo il 6,2 per cento dell’IRPEF totale (circa 11 miliardi).

Per garantire a tutti loro la sanità, si legge nel rapporto, occorrono 60 miliardi, i quali sono invece a carico soprattutto del 15,27 per cento della popolazione che, come detto, dichiara redditi da 35.000 euro in su e che versano il 63,4 per cento dell’IRPEF.

Il paradosso è che più tasse si pagano meno servizi pubblici si ricevono, mentre al contrario, meno tasse si pagano e maggiori sono le prestazioni sociali e i servizi ricevuti da Stato, Regioni e comuni.

“È in questa semplice constatazione la spiegazione della gran parte dell’evasione ed elusione fiscale e contributiva di massa che caratterizza il nostro Paese e anche la spiegazione del perché il 65% dei nostri concittadini dichiara redditi inferiori a 25mila euro lordi l’anno e il 53,19% addirittura meno di 20mila euro (redditi 2022).”

La maggior parte delle deduzioni, detrazioni e bonus spetta infatti a chi dichiara da 0 a 15.000 euro e poi in misura decrescente a chi guadagna di più.

Per arginare questa situazione e l’evasione fiscale nel report sono avanzate alcune proposte e iniziative, a partire dalla riduzione dei bonus e dalla profonda revisione dell’ISEE, che “incentiva a dichiarare il meno possibile (e quindi anche a fare lavori irregolari) per beneficiare delle numerosissime agevolazioni e benefici collegati al reddito”.

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