IRPEF 2025, tre aliquote e scaglioni strutturali: la conferma nello schema di DdL di Bilancio approvato il 15 ottobre. Addizionali da rivedere, con il rischio di un aumento del peso delle imposte locali
Conferma dell’IRPEF a tre aliquote e scaglioni per il 2025, con un impatto diretto anche sul fronte delle addizionali locali.
Come già annunciato nelle scorse settimane, con il DdL di Bilancio approvato il 15 ottobre in Consiglio dei Ministri viene reso strutturale l’accorpamento su tre scaglioni delle aliquote IRPEF.
Se per la struttura dell’imposta nazionale si tratterà di una conferma, per le addizionali comunali e regionali sarà un anno di novità: scatta l’obbligo di adeguare gli scaglioni e le aliquote da parte degli Enti locali.
IRPEF 2025, la conferma di aliquote e scaglioni impatta sulle addizionali
Il testo del DdL di Bilancio 2025 approvato in Consiglio dei Ministri è atteso in Parlamento entro il 20 ottobre, per l’avvio dell’iter di discussione che porterà al varo della Manovra entro fine anno.
Le misure contenute nello schema approdato sul tavolo del Governo il 15 ottobre non sono quindi ancora ufficiali, ma rappresentano indubbiamente i cardini attorno ai quali si svilupperanno le novità in materia di fisco e lavoro per il prossimo anno.
Per l’IRPEF è ormai chiaro che si va verso la conferma delle regole già applicate per l’anno in corso. Anche nel 2025, e in via strutturale, saranno tre le aliquote e gli scaglioni di reddito alla base del calcolo dell’imposta dovuta:
- aliquota del 23 per cento per i redditi fino a 28.000 euro (primo scaglione IRPEF);
- aliquota del 35 per cento per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro (secondo scaglione IRPEF);
- aliquota del 43 per cento per i redditi che superano 50.000 euro (terzo scaglione IRPEF).
Nessuna novità, salvo che per Comuni e Regioni. Le addizionali IRPEF dovranno essere adeguate alla nuova struttura dell’imposta e, questa volta, non si intravedono deroghe.
Lo scorso anno agli Enti è stata concesso di lasciare invariata la struttura delle addizionali. Ora, anche alla luce della conferma strutturale delle nuove aliquote e dei nuovi scaglioni reddituali, scatterà l’obbligo di allinearsi alla normativa prevista dal TUIR.
Addizionali IRPEF 2025, Comuni e Regioni dovranno adeguare aliquote e scaglioni. Perché si rischia un aumento della pressione fiscale
L’adeguamento delle aliquote e degli scaglioni delle addizionali IRPEF non sarà a costo zero: gli Enti saranno chiamati a individuare le risorse a copertura della rimodulazione dell’imposta, per salvaguardare gli equilibri di bilancio.
Il problema dell’impatto della nuova IRPEF sui conti degli Enti era già emerso lo scorso anno e a evidenziarlo era stata la Conferenza Stato Regioni.
L’accorpamento dei primi due scaglioni IRPEF e, conseguentemente, l’applicazione dell’aliquota del 23 per cento fino alla soglia dei 28.000 euro di reddito, non sarebbe quindi “indolore”. Il rischio è di dover (paradossalmente) aumentare la pressione fiscale locale, a salvaguardia degli equilibri di bilancio e dei servizi relativi ai livelli essenziali delle prestazioni.
È in ogni caso evidente che per valutare in maniera più dettagliata l’impatto delle novità bisogna attendere il testo della Manovra. Quel che è certo è che anche sul fronte dell’IRPEF locale si va verso una ridefinizione delle regole, non più rinviabile.
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