Sostenibilità significa anche pari opportunità. L'occupazione delle donne è stato uno dei temi al centro della presentazione del Secondo Rapporto Annuale dell’EsgCultureLAB presso Adnkronos che si è tenuta mercoledì 29 novembre 2023. Fondamentale la collaborazione tra privati e istituzioni per arrivare a riforme di carattere strutturale
Il 97 per cento dei cittadini e delle cittadine italiani che ha sentito parlare di sostenibilità la intendono solo in riferimento all’ambiente, mentre la sostenibilità sociale emerge solo se sollecitata.
Questo uno dei dati del Secondo Rapporto Annuale dell’EsgCultureLAB, presentato a Roma presso il Palazzo dell’Informazione di Adnkronos il 29 novembre 2023.
La sostenibilità, infatti, non è solo quella ambientale, c’è anche quella sociale, associata prevalentemente ai temi dell’inclusione, dell’equità e della parità.
C’è ancora molta strada da fare, però, per raggiungere la parità di genere anche nel lavoro. Una delle soluzioni la collaborazione tra pubblico e privato che possa portare a riforme di carattere strutturale.
Gender gap e occupazione: pubblico e privato insieme per riforme strutturali
Tra i temi affrontati durante la presentazione del Secondo Rapporto Annuale dell’EsgCultureLAB, a cui ha partecipato anche Informazione Fiscale, è quello della parità di genere.
L’evento dal titolo “Le nuove sfide della sostenibilità”, infatti, ha visto protagonista la trasformazione sostenibile, spaziando dagli obiettivi dell’Agenda 2030 ai temi della parità di genere sul lavoro e dell’attrazione dei giovani talenti, con particolare attenzione al ruolo delle aziende e al contributo apportato dalle Istituzioni. Un Focus sui risultati dell’indagine nazionale e le esperienze di grandi aziende e organizzazioni a cura di Eikon Strategic Consulting Italia in collaborazione con il Gruppo Adnkronos.
Uno dei dati principali che emerge dal rapporto riguarda la percezione della sostenibilità. Quasi la totalità degli italiani che ne ha sentito parlare si riferisce spontaneamente all’ambiente. La sostenibilità sociale, invece, viene citata solo se sollecitata.
Non solo riciclo, consumo responsabile e attenzione ai cambiamenti climatici, dunque, la sostenibilità ha anche aspetti di carattere sociale e la parità di genere è appunto una delle tematiche che rientrano in questa sfera.
La presenza di una leader donna, si sottolinea nella ricerca, è il punto di forza riconosciuto alle Istituzioni ed è considerata come un passo importante verso la parità di genere, quello che viene descritto come un “effetto Meloni”, che fa crescere del 5 per cento la valutazione sulla sostenibilità sociale delle istituzioni.
Un valore che però non coincide con il coinvolgimento di lavoratori e lavoratrici, dove il 33 per cento non trova tempo per impegnarsi in prima persona e il 18 per cento si dice indifferente. Si scontra anche con il giudizio più negativo sulle opportunità di carriera nelle organizzazioni, con la difficoltà a mobilitarsi per chi lavora e la questione della cosiddetta “work life balance”, l’equilibrio tra vita e lavoro.
In generale, le persone si percepiscono meno coinvolte rispetto agli obiettivi sociali sia nella vita quotidiana che in quella professionale e attribuiscono a organizzazioni e istituzioni i giudizi meno positivi su questi aspetti.
Come sottolineato da Cristiana Scelza, Presidente di Valore D nel corso del suo intervento, in Italia c’è ancora molta strada da fare.
“Questo per diverse ragioni: barriere culturali, divari finanziari e segregazione occupazionale. Il PNRR è una grande occasione per il nostro Paese. L’empowerment femmine non è presente su una sola mission ma presente dappertutto.”
Parità di genere: le possibili vie di intervento da parte della politica
Uno dei punti fondamentali è la collaborazione tra pubblico e privato. Una questione sottolineata anche da Elena Bonetti, Presidente Popolari Europeisti Riformatori ed ex Ministra per le Pari Opportunità, nel suo intervento in collegamento.
La politica ha un ruolo importante per la realizzazione di un processo strutturale di miglioramento:
“la politica deve attivare delle leve di un processo strutturale di miglioramento per il raggiungimento di quegli obiettivi prioritari sulla parità di genere.”
Per farlo, sottolinea Bonetti, una delle soluzioni è realizzare in Italia riforme di carattere strutturale, introducendo strumenti che promuovono la parità di genere. Il family act, ad esempio, ha introdotto congedi paritari per entrambi i genitori e una condivisione dei carichi di cura.
Un’altra questione è rappresentata dalla necessità di un forte investimento sul lavoro femminile.
“Si fa con più azioni. Certamente abbassando il costo del lavoro che ancora oggi per le aziende è troppo alto, ma anche sostenendo il reddito delle lavoratrici con salari troppo bassi.”
Infine, secondo Bonetti, c’è anche la necessità di fare investimenti che riconoscano nel mondo economico il valore della promozione della carriera femminile, come la certificazione della parità di genere.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Gender gap e occupazione: pubblico e privato insieme per riforme strutturali