Quali saranno le priorità fiscali del nuovo Governo di centro destra? Ecco l'analisi dei prossimi possibili provvedimenti in attesa che il Presidente della Repubblica nomini Giorgia Meloni come Presidente del Consiglio incaricato.
Dalla flat tax alla riforma del reddito di cittadinanza: quali saranno i tasselli che traineranno l’azione del nuovo Governo?
Chiuse le urne e sancita la vittoria del Centro Destra alle elezioni politiche del 25 settembre 2022, è tempo di riprendere in mano i contenuti che hanno animato la rapida e aggressiva campagna elettorale per capire cosa potrebbe cambiare, con un focus particolare alle tematiche fiscali e del lavoro.
Con oltre il 44 per cento di voti, la coalizione di Centro Destra ottiene la maggioranza assoluta del nuovo Parlamento e a trainare i risultati delle elezioni è il partito di Fratelli d’Italia, con oltre il 25 per cento di preferenze.
L’iter che porterà alla formazione del nuovo Governo non sarà certo rapido, ma quel che è certo è che all’orizzonte ci sono alcuni importanti appuntamenti legislativi, primo tra tutti l’approvazione della Legge di Bilancio 2023.
Dalle novità in materia di flat tax, fino all’annunciata revisione del reddito di cittadinanza, sarà quindi la Manovra la sede ideale delle prime novità firmate dal nuovo Governo.
Dalla flat tax alla riforma del reddito di cittadinanza, cosa farà il nuovo Governo
Fisco e lavoro sono indubbiamente i due macro temi che hanno caratterizzato la campagna elettorale e sui quali resta alta l’attenzione di famiglie e imprese.
Chiuse le urne e sancita la vittoria del Centro Destra alle elezioni politiche del 25 settembre 2022, è quindi tempo di capire cosa potrebbe fare il nuovo Governo trainato dal partito di Giorgia Meloni.
La flat tax è indubbiamente uno dei cavalli di battaglia della coalizione, che vede nell’imposta sostitutiva una delle vie per ridurre la pressione fiscale su famiglie, imprese e lavoratori autonomi.
Difficile arrivare al traguardo della flat tax del 15 per cento per tutti. Più plausibile invece che la “tassa piatta” già ad oggi in vigore, ossia il regime forfettario, venga gradualmente esteso ai redditi fino a 100.000 euro.
È questa tra l’altro una delle proposte in materia fiscale di Fratelli d’Italia, partito che forte dei consensi ottenuti si appresta a guidare le scelte della nuova formazione di Governo, e che nel proprio programma elettorale prevede inoltre l’introduzione della flat tax sull’incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti.
Una proposta che non è poi una novità e i cui contenuti sono già racchiusi in una proposta di legge presentata negli scorsi anni dalla Lega.
Alla flat tax, rivolta principalmente alle partite IVA, si affianca poi la proposta di riforma dell’IRPEF, che nei piani del partito di Giorgia Meloni prevede la progressiva introduzione del quoziente familiare, parametro che calibrerebbe l’aliquota d’imposta alle condizioni del nucleo di riferimento.
Non solo flat tax: pace fiscale e saldo e stralcio al centro del programma del Centro Destra
Ma non c’è solo la flat tax nelle proposte del Centro Destra.
Altro cavallo di battaglia della coalizione è la pace fiscale, e nel programma condiviso figura la previsione di un nuovo saldo e stralcio, ossia un accordo tra cittadini ed Erario per la risoluzione del pregresso.
Anche in questo caso risulta utile soffermarsi sui dettagli contenuti nel programma di Fratelli d’Italia.
Per le cartelle in essere si propone un saldo e stralcio fino a 3.000 euro per le persone in difficoltà.
Per gli importi superiori è invece previsto il pagamento dell’intera imposta dovuta, maggiorata del 5 per cento in luogo di sanzioni e interessi, con rateizzazione automatica in 10 anni.
Tregua fiscale per le “situazioni che precedono la cartella esattoriale”, con la formula del 5+5: imposta dovuta da definire mediante un accordo con l’Agenzia delle Entrate, sanzione forfettaria del 5 per cento e rateizzazione automatica in 5 anni.
Altro fronte caldo quello dei bonus edilizi è il focus del programma del Centro Destra è di salvaguardare le situazioni in essere, ma in parallelo riordinare gli incentivi per la riqualificazione edilizia pubblica e privata.
Reddito di cittadinanza verso la riforma: la possibile ricetta del nuovo Governo
C’è poi il tema del lavoro e degli ammortizzatori sociali e, sul punto, è alta l’attenzione sul destino del reddito di cittadinanza.
Cosa ne sarà dello strumento introdotto dal Governo Conte I a guida M5S e Lega?
Il programma del Centro Destra prevede che venga sostituito con:
“misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro”
Parla apertamente di abolizione il programma di Fratelli d’Italia, che al posto del reddito di cittadinanza propone di introdurre uno strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, fragili e impossibilitati a lavorare o difficilmente occupabili (come disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico).
Potenziamento delle politiche attive e formazione per chi invece è in grado di lavorare.
L’obiettivo comune è quello di superare la logica assistenzialista e passare ad un modello che favorisca l’ingresso o il ritorno nel mondo del lavoro dei disoccupati, e in tal senso si inseriscono anche le misure in programma per le imprese, tra cui il rafforzamento dei meccanismi di decontribuzione per donne, giovani, disabili e per le zone svantaggiate.
Questa la sintesi del programma che ha portato il Centro Destra alla vittoria, e che inevitabilmente vedrà un acceso scontro con le forze d’opposizione che formeranno il nuovo Parlamento e che hanno visioni differenti in materia fiscale e sul lavoro.
La Legge di Bilancio 2023 sarà il primo importante banco di prova del nuovo Esecutivo, per la cui formazione si preannunciano tempi non certo brevi.
Il 13 ottobre è prevista la seduta delle nuove Camere e solo successivamente partiranno le consultazioni, passaggio preliminare al conferimento dell’incarico per la formazione del nuovo Governo da parte del Presidente della Repubblica.
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