La legge sull'equo compenso per i professionisti è in vigore dallo scorso maggio. Al momento però si sta lavorando sull'aggiornamento dei parametri necessari per la determinazione delle retribuzioni
Si continua a lavorare alla legge sull’equo compenso per i professionisti.
Dopo l’entrata in vigore del testo lo scorso maggio, manca ancora un passaggio fondamentale ovvero quello dell’aggiornamento e della definizione dei parametri necessari per determinare i compensi dei professionisti coinvolti.
Da alcuni Ordini professionali arriva la spinta affinché si possa riprendere subito i lavori da settembre per concludere nel minor tempo possibile e rendere pienamente efficace la novità.
Equo compenso professionisti: si lavora per aggiornare i parametri per determinare le retribuzioni
Dopo un lunghissimo iter parlamentare, il DDL sull’equo compenso è finalmente diventato legge ed è in vigore dallo scorso maggio, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 104 del 5 maggio 2023.
La legge n. 49/2023 ha introdotto importanti novità per i professionisti, iscritti o meno ad un Ordine, garantendo loro un compenso economico adeguato, e quindi una soglia minima sotto la quale non è possibile scendere.
Secondo quanto previsto dal provvedimento, infatti, la retribuzione viene erogata ai lavoratori autonomi in modo proporzionato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto e alle caratteristiche della prestazione. Inoltre, deve essere conforme ai parametri individuati da specifici decreti ministeriali.
L’equo compenso per i professionisti si applica nei rapporti contrattuali relativi a prestazioni d’opera intellettuale stipulati con i cosiddetti contraenti forti, cioè quando la controparte è in una posizione dominante e che pertanto potrebbe determinare uno squilibrio nei rapporti con il singolo professionista.
Si tratta, infatti, di committenti come banche o imprese assicurative, che nell’anno precedente al conferimento dell’incarico hanno impiegato più di 50 dipendenti oppure hanno presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro, ma anche della pubblica amministrazione e delle società a partecipazione pubblica.
Manca però ancora un tassello importante per rendere effettivamente concreta la novità. Si tratta dell’aggiornamento dei parametri utilizzati per la determinazione delle remunerazioni.
Equo compenso professionisti: si spinge per l’aggiornamento parametri entro settembre
Ad oggi, per quasi tutte le professioni ordinistiche, i valori di riferimento sono quelli previsti dal decreto ministeriale n. 140 del 2012, i quali devono appunto essere aggiornati.
Sono diversi gli ordini professionali che chiedono una rapida ripresa dei lavori dopo la conclusione della pausa estiva. Da settembre il Ministero della Giustizia dovrebbe provvedere all’aggiornamento dei parametri, così da rendere pienamente operativa la novità.
E se per gli avvocati l’aggiornamento dei parametri ministeriali è previsto ogni due anni dalla riforma dell’ordinamento forense, la legge n. 247/2012, per le altre categorie questo non succede.
Proprio per questo motivo si spinge verso una rapida definizione dei nuovi parametri aggiornati, così da permettere la corretta implementazione della legge.
Per quanto riguarda le professioni non ordinistiche, invece, cioè quelle disciplinate dalla legge n. 4 del 2013, è previsto che i parametri debbano essere stabiliti da un apposito decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Il percorso che porta all’adozione del decreto attuativo è stato avviato e il Ministero ha chiesto alle associazioni professionali iscritte all’elenco ministeriale una partecipazione attiva alla stesura della norma e di indicare anche una preferenza tra compenso fisso, variabile e a tempo e la tariffa consigliata distinguendo a seconda del tipo di prestazione.
Il decreto, infatti, ha l’obiettivo di individuare un tariffario delle varie attività esercitate dai professionisti senza albo.
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