Dichiarazione dei redditi 2025, debutta l'IRPEF a tre aliquote ma per calcolare l'acconto tornano in campo le vecchie regole. L'impatto pratico

L’IRPEF a tre aliquote è una delle novità della dichiarazione dei redditi 2025 che, però, rischia di rimanere solo su carta.
Per il calcolo dell’acconto tornano in campo le vecchie regole e, in particolare, sui redditi fino a 28.000 euro la tassazione si sdoppia e bisognerà applicare le aliquote del 23 per cento fino a 15.000 euro e del 25 per cento superata questa soglia.
Una regola che l’Agenzia delle Entrate mette nero su bianco nelle istruzioni per la compilazione della dichiarazione dei redditi, e che avrà l’effetto di aumentare il conto dovuto a giugno e a novembre.
Dichiarazione dei redditi 2025, debutto solo su carta per l’IRPEF a tre aliquote
La riforma fiscale diventa un rebus, per effetto della norma prevista dall’articolo 1 del decreto legislativo n. 216/2023 che per molti dipendenti, pensionati e non solo, porterà a dover anticipare imposte non dovute.
L’introduzione dell’IRPEF a tre aliquote sconta gli effetti della previsione che, per i periodi d’imposta 2024 e 2025, prevede che gli acconti vengano calcolati secondo le regole previgenti.
Una regola che l’Agenzia delle Entrate evidenzia nelle istruzioni per la compilazione del modello Redditi, specificando che nel calcolo degli acconti IRPEF e delle relative addizionali:
- si assume quale imposta del periodo, quella che si sarebbe determinata applicando gli scaglioni di reddito vigenti per il periodo d’imposta 2023;
- non si dovrà tener conto dell’aumento a 1.955 euro, in luogo dell’importo di euro 1.880, della detrazione per lavoro dipendente.
La riforma IRPEF che, dal 1° gennaio scorso, ha portato all’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito e alla previsione di un’aliquota unica del 23 per cento, dal punto di vista dichiarativo non partirà quindi nell’immediato.
Aliquote IRPEF 2023 | Aliquote IRPEF dal 2024 | Scaglioni di reddito |
---|---|---|
23 per cento | 23 per cento | Fino a 15.000 euro |
25 per cento | 23 per cento | Da 15.001 a 28.000 euro |
35 per cento | 35 per cento | Da 28.001 a 50.000 euro |
43 per cento | 43 per cento | Da 50.001 |
Dichiarazione dei redditi 2025, IRPEF più alta con successivo rimborso
La sterilizzazione degli effetti della riforma fiscale avrà l’effetto di portare a un conto aggiuntivo fino a 260 euro, creando un sistema per il quale i contribuenti si troveranno di fatto ad erogare un “prestito” allo Stato.
L’IRPEF in più versata applicando le vecchie regole non sarà infatti persa: con la dichiarazione dei redditi 2026 le somme non dovute saranno riconosciute a rimborso.
Una constatazione che però non risolve la questione più immediata, ovvero quella per la quale molti contribuenti, anche in caso di redditi non elevati, si troveranno a dover far fronte ad una situazione di debito d’imposta in dichiarazione.
Un problema che, dopo le segnalazioni della CGIL, arriva anche sul tavolo dei partiti di Maggioranza. Se da un lato Marco Osnato, responsabile economico di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Finanze della Camera, sulle pagine di Affari Italiani minimizza la questione e parla di una situazione temporanea, dall’altro il responsabile Fisco della Lega Alberto Gusmeroli, intervenuto alla trasmissione Restart su Rai3, annuncia che “il Governo interverrà tempestivamente” per sistemare la questione.
Due dichiarazioni che evidenziano come non vi sia una condivisione sul “peso” di una norma che, seppur temporanea, avrà un effetto importante sulle tasche di cittadini e cittadini. La stagione della dichiarazione dei redditi 2025 non è ancora cominciata e già si intravedono possibili cambi di regole in corsa.
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