Decontribuzione Sud 2025: proroga in arrivo ma con esonero ridotto

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Decontribuzione Sud sarà prorogata a tutto il 2025. Le imprese però potranno beneficiare di un esonero in misura ridotta

Decontribuzione Sud 2025: proroga in arrivo ma con esonero ridotto

Anche per il 2025 le imprese del Mezzogiorno potranno beneficiare della Decontribuzione Sud.

La misura sembrava ormai destinata a terminare a fine anno ma un emendamento al testo della Legge di Bilancio 2025 presentato dalla maggioranza la rimette in gioco.

L’aiuto sarà però rimodulato. Diminuisce infatti la percentuale dello sgravio che spetta alle imprese che assumono a tempo indeterminato. Si introducono inoltre parametri diversi a seconda della dimensione dell’impresa.

Decontribuzione Sud 2025: proroga in arrivo ma con esonero ridotto

Dal disegno della Legge di Bilancio 2025 attualmente all’esame della Camera arrivano possibili novità anche per il sostegno all’occupazione, in particolare Decontribuzione Sud, l’agevolazione che concede un esonero contributivo del 30 per cento per ogni contratto stipulato nelle regioni Mezzogiorno.

Attualmente la misura è attiva fino al 31 dicembre 2024 ma solamente per i contratti già in essere al 30 giugno, compresi eventuali rinnovi e trasformazioni oltre tale data.

Ebbene, un emendamento al testo del DDL Bilancio presentato dalla maggioranza di Governo prevede la proroga della misura a tutto il 2025 e agli anni successivi, fino al 2029 proprio come previsto originariamente.

Dal prossimo anno, dunque, si fa concreta la possibilità per tutte le imprese del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna) di beneficiare dello sgravio contributivo per i contratti attivi nei limiti del regolamento de minimis.

Ci sono però alcune importanti novità, a partire dalla percentuale di esonero riconosciuta alle imprese che dal 30 per cento scende al 25 per cento per il 2025.

Nello specifico, il prossimo anno le imprese possono beneficiare, per ciascun lavoratore a tempo indeterminato assunto al 31 dicembre 2024, di un esonero contributivo del 25 per cento per un importo massimo di 145 euro su base mensile per dodici mensilità.

La percentuale di esonero va poi a scalare per gli anni successivi (per le assunzioni al 31 dicembre dell’anno precedente):

  • 20 per cento per il 2026, per un importo massimo di 125 euro;
  • 20 per cento per il 2027, per un importo massimo di 125 euro;
  • 20 per cento per il 2028, per un importo massimo di 100 euro;
  • 15 per cento per il 2029, per un importo massimo di 75 euro.

L’agevolazione sarà poi rivolta solamente ai datori di lavoro privati di micro, piccole e medie imprese, con esclusione del settore agricolo e dei contratti di lavoro domestico. Si considerano tali le aziende con massimo 250 dipendenti.

Per le grandi imprese l’agevolazione è la stessa ma il datore di lavoro deve dimostrare anche, al 31 dicembre di ogni anno, un incremento occupazionale dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato rispetto all’anno precedente.

I requisiti per accedere alla Decontribuzione Sud nel 2025

Come si legge nel testo dell’emendamento alla Manovra 2025, l’esonero previsto dalla nuova Decontribuzione Sud non si applica:

  • ai rapporti di apprendistato;
  • agli enti pubblici economici;
  • agli istituti autonomi case popolari trasformati in enti pubblici economici ai sensi della legislazione regionale;
  • agli enti trasformati in società di capitali, ancorché a capitale interamente pubblico, per effetto di procedimenti di privatizzazione;
  • alle ex istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza trasformate in associazioni o fondazioni di diritto privato, in quanto prive dei requisiti per la trasformazione in aziende di servizi alla persona (ASP), e iscritte nel registro delle persone giuridiche;
  • alle aziende speciali costituite anche in consorzio ai sensi degli articoli 31 e 114 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali;
  • ai consorzi di bonifica;
  • ai consorzi industriali;
  • agli enti morali;
  • agli enti ecclesiastici.

Il diritto alla fruizione degli incentivi, inoltre, è legato al rispetto delle norme DURC e delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, fermi restando gli altri obblighi di legge ed il rispetto degli accordi e contratti collettivi.

L’esonero, inoltre, non spetta ai datori di lavoro che non siano in regola con gli obblighi di assunzione previsti dalla legge n. 68/1999.

Da sottolineare anche il fatto che l’agevolazione non sarà compatibile con i bonus assunzione previsti dal decreto Coesione (giovani, donne, Sud e incentivi all’autoimpiego nei settori strategici).

Come per la vecchia decontribuzione Sud, l’agevolazione è subordinata all’autorizzazione della Commissione europea.

Ad ogni modo, anche se l’emendamento al testo arriva dalla maggioranza di Governo, per l’ufficialità si attende la conclusione dell’iter parlamentare e la pubblicazione della Legge di Bilancio 2025 sulla Gazzetta Ufficiale.

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