Bonus anziani: le istruzioni INPS per ottenere l’assegno da 850 euro

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Ecco come ottenere il bonus INPS da 850 euro per gli anziani

Bonus anziani: le istruzioni INPS per ottenere l'assegno da 850 euro

Come funziona la nuova prestazione universale per gli anziani non autosufficienti?

In attesa della pubblicazione del decreto attuativo, che è stato firmato nei giorni scorsi dalla Ministra del Lavoro, dall’INPS arrivano nuove istruzioni operative.

L’Istituto si sofferma in particolare sui controlli per verificare il diritto a ricevere l’assegno da 850 euro.

Definiti in dettaglio anche i servizi sociali e assistenziali che si possono acquistare con la quota integrativa.

Bonus anziani: le istruzioni INPS per ottenere l’assegno da 850 euro

Con il messaggio n. 949 pubblicato il 18 marzo, l’INPS fornisce nuove indicazioni in merito al nuovo bonus anziani, l’assegno di 850 euro che spetta con cadenza mensile agli anziani non autosufficienti e con più di 80 anni.

Si tratta della nuova prestazione universale riconosciuta a sostegno delle spese contrattuali per l’assunzione di badanti e per quelle di cura e assistenza, introdotta dal decreto legislativo n. 29/2024 in attuazione di quanto disposto dalla legge delega n. 33/2023 che prevede il cosiddetto patto per la terza età, ovvero la riforma delle politiche relative all’assistenza alle persone anziane.

La prestazione sarà erogata in via sperimentale per il biennio 2025/2026 e comporterà l’assorbimento dell’indennità di accompagnamento e delle prestazioni fornite dagli ATS.

L’INPS ha fornito i primi dettagli e istruzioni nel messaggio n. 4490 del 30 dicembre 2024. L’assegno spetta agli anziani:

  • con almeno 80 anni d’età;
  • con un valore ISEE sociosanitario non superiore a 6.000 euro;
  • che ricevono l’indennità di accompagnamento o hanno i requisiti per ottenerla;
  • un livello di bisogno assistenziale gravissimo.

Come previsto dalla normativa, per poter essere operativa la misura necessita del decreto attuativo da parte del Ministero del Lavoro. Decreto che è stato firmato ed è attualmente all’esame degli Organi di controllo per la registrazione.

A breve quindi sarà possibile fare domanda per ottenerlo.

L’INPS ricorda che la scelta di ricevere il nuovo assegno è reversibile. Pertanto, i beneficiari possono rinunciarvi e ripristinare l’indennità di accompagnamento. Bisognerà semplicemente presentare una specifica richiesta all’INPS tramite l’apposita funzione disponibile sul portale dell’Istituto.

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I controlli sui requisiti di accesso alla prestazione

Nel nuovo messaggio con le istruzioni, l’INPS si sofferma in particolare sui controlli che vengono effettuati in automatico per verificare il rispetto dei requisiti richiesti per l’accesso all’assegno.

In particolare, vengono rilevati:

  • la presa in carico della domanda, in caso di sussistenza dei requisiti, e l’inoltro della richiesta alla Commissione Medico Legale dell’INPS per l’individuazione del livello assistenziale gravissimo;
  • l’invio alla Struttura territoriale competente nelle ipotesi di insussistenza di uno o più requisiti.

In quest’ultimo caso è la Struttura territoriale ad effettuare ulteriori verifiche. Se anche dopo i nuovi controlli non dovessero risultare soddisfatti i requisiti previsti, la richiesta del bonus sarà respinta.

Uno dei requisiti necessari, come detto, è un valore ISEE non superiore a 6.000 euro. Da marzo, quindi, i beneficiari devono necessariamente essere in possesso dell’ISEE valido per il 2025, pena la sospensione dell’erogazione della prestazione.

Successivamente sarà controllato anche il diritto all’indennità di accompagnamento, altro requisito necessario per poter ottenere l’assegno.

Per i dettagli sul criterio per l’individuazione del livello di bisogno assistenziale gravissimo si rimanda al testo integrale del messaggio INPS.

INPS - Messaggio n. 949 del 18 marzo 2025
Prestazione Universale anziani non autosufficienti. Ulteriori indicazioni operative

Bonus anziani: quali servizi sanitari si possono acquistare

La nuova prestazione universale per gli anziani non autosufficienti è composta da due diverse quote:

  • una quota fissa pari all’indennità di accompagnamento, che viene erogata secondo le modalità già in uso;
  • una quota integrativa definita “assegno di assistenza”, per un importo attualmente pari a 850 euro mensili, che viene erogata tramite uno specifico pagamento predisposto dalla procedura automatizzata tramite la piattaforma “Prestazione Universale”.

Come detto, la quota integrativa può essere utilizzata per:

  • pagare lavoratrici e lavoratori domestici (con mansioni di assistenza alla persona, titolari di rapporto di lavoro conforme ai CCNL) che svolgono attività di cura e assistenza per almeno 15 ore settimanali;
  • acquistare servizi destinati al lavoro di cura e assistenza e forniti da imprese e professionisti qualificati nel settore dell’assistenza sociale non residenziale.

Quali sono quindi i servizi che si possono acquistare?

Si tratta dei servizi elencati di seguito (non di natura sanitaria e infermieristica):

Area socioassistenziale

  • servizi di cura e di igiene della persona;
  • servizi di lavanderia;
  • servizi per il confezionamento o la distribuzione di pasti a domicilio;
  • servizi per la cura e l’aiuto nella gestione della propria abitazione;
  • servizi per l’accompagnamento a visite;
  • servizi per lo svolgimento di piccole commissioni;
  • servizi per il disbrigo pratiche amministrative.

Area sociale

  • servizi mirati al sostegno relazionale per il mantenimento di relazioni sociali;
  • servizi per l’aiuto al mantenimento di abilità pratiche;
  • servizi di sostegno psicologico/educativo;
  • servizi sociali di telesoccorso e teleassistenza.

Queste due modalità di spesa sono alternative tra loro e non possono essere utilizzate contemporaneamente nello stesso mese.

Se gli importi della quota integrativa non vengono spesi in questo modo si decade dal beneficio.

I relativi controlli sono in parte automatizzati e vengono effettuati trimestralmente, prendendo come riferimento le scadenze relative al pagamento dei contributi dei lavoratori domestici.

I beneficiari sono tenuti ad inviare trimestralmente all’INPS (anche tramite i patronati) le copie delle buste paga relative al rapporto di lavoro domestico del trimestre precedente e la copia delle fatture elettroniche regolarmente quietanzate relative alla spesa sostenuta. L’INPS fornirà le apposite istruzioni in una prossima circolare.

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