Il tempario per gli esami specialistici proposto dalla Sanità del Lazio potrebbe essere esportato anche in altre regioni, a farne le spese medici e cittadini: il fordismo arriva nel SSN.
Il tempario per gli esami e le prestazioni specialistiche in Sanità potranno subire una nuova regolamentazione nel SSN, un Decreto firmato dal presidente della Regione Lazio Zingaretti può mettere a dura prova la corretta erogazione dei servizi agli utenti della Sanità italiana.
Il Consiglio Nazionale degli Ordini di medici, chirurghi e odontoiatri Fnomceo si oppone con forza alla revisione del tempario delle prestazioni in Sanità, promuovendo una mozione (approvata all’unanimità da tutti i membri) per sottolineare quanto il fordismo voluto dalla politica non sia applicabile nel SSN.
Il presidente del Fnomceo Chersevani ha tra l’altro ribadito come anche la comunicazione verso il paziente faccia parte del lavoro di medici, infermieri e operatori sanitari: stringendo sui tempi si rinuncia a proprio alla relazione umana tra medico e paziente.
Il tempario degli esami specialistici non possono essere inquadrati come una produzione in serie, ma la soluzione promossa potrebbe riguardare tutto il SSN, perciò occorre un approfondimento.
Il tempario delle prestazioni specialistiche
Il tempario per gli esami e le prestazioni specialistiche nel SSN per la Regione Lazio deve essere disciplinato con maggiore forza: questo quanto appare dal Decreto firmato dal Presidente Zingaretti sui 63 esami specialistici presenti nel documento.
I tempi più stretti di risonanze ed ecografie garantiranno maggiore equità di trattamento per gli utenti del SSN, oltre che rendere più efficiente il servizio sanitario regionale. Tra gli esempi più eclatanti vi sono le visite neurologiche della durata di 20 minuti devono garantire maggiore efficienza.
Il tempario per l’attività medica specialistica è stato però ufficializzato con un Decreto del Commissario ad Acta e siglato il 28 giugno 2017. Le preoccupazioni del Fnomceo sono condivisibili, soprattutto se la proposta viene esportata anche in altre regioni.
Il fordismo in Sanità: le proteste di medici e ordini nazionali
A sconvolgere di più del Decreto emesso dalla Regione Lazio sul tempario per le visite specialistiche non è soltanto la volontà di creare dei limiti per l’attività medica, ma prevedere un minutaggio effettivamente insostenibile per visite che richiedono cura e attenzione, data la sensibilità del paziente.
Che l’organizzazione ambulatoriale in Sanità richieda un’agenda di prenotazione precisa e cadenzata è ovvio, altrimenti si rischia il caos e gli errori di medici ed operatori sanitari diventano più frequenti. Tuttavia, è impensabile immaginare 20 minuti per una visita oncologica senza ripercussioni sulla concentrazione del medico.
Il SSN non può essere gestito come una fabbrica, come sostiene anche la Fnomceo, che attualmente si sta battendo per far ritirare il Decreto Regionale. Gran parte dei problemi relativi al sovraffollamento dei presidi della Sanità sono dovuti alla carenza di personale, non soltanto al tempario degli esami.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Tempi per gli esami specialistici: la medicina non è una fabbrica